Ho avuto un incontro con la mia vicina, una gnocca insaziabile
Dopo una lunga vacanza – che davvero mi serviva per riprendermi un po’ – sono tornato a casa e ho ritrovato ogni cosa della vita quotidiana, compresa quella fighetta timida di Elisa, una ragazza davvero affascinante e piena di mistero. Mi capita di incontrarla, effettivamente, tutti i giorni: quando io esco per andare al lavoro, pure lei fa lo stesso: e la sera, di solito, lei rientra un po’ più tardi di me, che la sento sempre rientrare.
Solo in un paio di occasioni, in effetti, sono riuscito a scambiare qualche parola con questa ragazza dallo sguardo piacevole: e devo dire che, anche dal punto di vista intellettuale, è proprio una compagnia piacevole. Nell’azienda in cui lavora in effetti, ha un ruolo piuttosto interessante: si occupa del marketing e, tra una riunione e l’altra, ha anche la possibilità di girare spesso il nostro paese, da nord a sud e da est ad ovest.
Quando le ho parlato di me e del mio lavoro, un po’ differente dal suo, mi sono accorto del suo interesse per le mie vicende: in effetti, pure a lei sarebbe piaciuto diventare musicista, sebbene non abbia potuto studiare al conservatorio. Così la musica, tutta d’un colpo, è diventata un buon argomento per le nostre chiacchierate, con momenti dedicati a discutere dei migliori artisti e delle opere più spettacolari.
L’occasione per conoscersi meglio, però, si è presentata appunto qualche giorno fa, quando ci siamo incrociati sul pianerottolo e, dopo averla invitata a casa, si è davvero decisa a seguirmi nel mio appartamento. Appena entrata, è rimasta estasiata dalla presenza di alcune suppellettili del mondo musicale e, poi, quando ha visto alcuni miei strumenti è davvero rimasta di sasso, incantata dagli stessi.
Dopo aver visto le chitarre, ha voluto trombare con me
Elisa stava osservando con interesse le mie chitarre acustiche e, dopo aver provato la più piccola, si è girata verso di me per chiedermi da quanti anni avessi questo strumento. Le risposi che si trattava di un regalo di tanti anni fa, un pensiero di una persona che, ormai, non c’era più: e che, proprio per questo motivo, la tenevo stretta e, per nulla al mondo, mi sarei mai separato da quello strumento musicale spettacolare.
Lei ne convenne con me che si trattava di una chitarra superlativa e, quindi, dopo averla suonata ed averle regalato un momento di piacevole relax, si voltò verso di me raggiante, quasi come se l’avessi conquistata con quei suoni. Candidamente, con un’espressione beata, mi chiese “Marcello, tu mi scoperesti fino a riempirmi tutta? Mi daresti il tuo cazzo in tutti i modi che te lo chiedo, senza stancarti mai di godere con me?!”
La sua domanda mi lasciò interdetto, perché mai mi sarei aspettato un’affermazione simile da lei. Qualche istante dopo, quindi, la guardai nuovamente e le dissi “da te mi lascerei fare di tutto, Elisa, perché mi ispiri un desiderio unico di trasgressione.” Quindi risistemai la chitarra e, tornando al divano, mi fermai vicino a lei e le accarezzai i capelli, dicendole “sei davvero la vicina che tutti sognano, bella, brava e amante perfetta?”
Abbassando lo sguardo e ridendo, mi disse “beh, potrei essere davvero molto troia e piacerti parecchio a letto” mi disse con un insolito slancio di spavalderia. La ragazza della porta accanto, così delicata e semplice, in pochi istanti si era trasformata in una focosa vicina in cerca di soddisfazione erotica, in una gnocca che voleva il cazzo e che era pronta a tutto pur di poterselo godere in ogni modo che avesse desiderato.
Prima che potessi dire qualcosa, Elisa mi sfilò il cazzo dai pantaloni e dalle mutande, prendendoselo in bocca come un calippo, e divertendosi a succhiare la cappella come se fosse un frutto goloso. Ogni sua passata di labbra e di lingua, per me, era uno stimolo in più ad eccitarmi e a desiderare di godere subito, di raggiungere la massima soddisfazione con questa strafiga desiderosa di farsi il mio cazzo come se non ci fosse un domani.
Continuò a spompinarmi l’uccello con quella sua foga, quella voglia di arrivare ad assaporare il mio seme, come se fosse qualcosa di irresistibile. La incoraggiai a fare di più, a non fermarsi mai: ma poi, le dissi che volevo assaggiare anche la sua figa, quella bella gnocca che doveva avere, e quindi la spogliai, sfilandole prima le scarpe e poi il resto, ammirando la perfezione del suo corpo da nuda, con la figa ben depilata all’occorrenza.
Dopo averla assaggiata a dovere, sentendola eccitarsi e desiderare ardentemente il mio membro, la sistemai davanti a me, a novanta gradi, e quindi presi a strofinarle il mio uccello sulla figa. Elisa stava perdendo la testa, era ormai cotta a puntino, e poco dopo si lasciò andare ancor di più, soprattutto quando sentì la spinta del mio membro, che si faceva strada nella sua intimità con tutta la voglia di trasgressione del caso.
La afferrai per le gambe e, quindi, presi a trombarla a dovere, avanti e indietro, stantuffando a ritmo il mio bastone dentro di lei: ero ormai quasi stravolto dal piacere, quando mi fermai, per tirarlo fuori un istante, la guardi negli occhi. Avevo uno sguardo da vera troia e, dopo averlo spompinato di nuovo, se lo mise tra le tette, segandomelo con quelle belle pere mature e piene di desiderio, che strusciavano senza sosta sulla mia cappella.
Ad Elisa, quindi, venne voglia nuovamente di cazzo: e quindi se lo ripassò in bocca e, succhiandolo senza sosta come se fosse un ghiacciolo pronto ad esplodere, se lo fece arrivare in gola con tutta la voglia di trasgressione del caso, senza fermarsi per nulla al mondo. Poco dopo, quando ormai il suo spompinare era arrivato alla fase dei gorgheggi, liberai tutta la sborra che avevo nei coglioni farcendole la bocca e le labbra del mio seme caldo.
∞
Quanta passione ha unito questi due giovani amanti della musica e dell’erotismo: bravi Marcello ed Elisa, avete dato vita ad un incontro hot che ha ispirato un racconto erotico davvero sorprendente in ogni dettaglio.
Una vicina insaziabile che voleva godere veramente, di Marcello di Padova
Prima edizione: luglio 2018, by Atlantia Media.
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