In queste ultime settimane, nonostante la prigionia imposta dalla pandemia, la voglia di fare sesso e vivere nuove avventure non mi è mai mancata. Divieti, restrizioni, autocertificazioni e raccomandazioni a parte, quando quella figa di Giorgia mi ha invitato a casa sua, conoscendola come una tipa attenta a tutto, un po’ mi è sembrato strano: con la scusa di darle una mano per far ripartire lo scaldabagno, quella gnoccolona mi ha provocatoriamente suggerito di avere in mente qualche cosa di fin troppo intrigante per non lasciarsi tentare e raggiungerla al più presto.
Vogliosa come poche, desiderosa di lasciarsi alle spalle tutta quella frustrazione tipica degli ultimi giorni, Giorgia mi ha accolto sulla porta di casa con un’insolita vestaglia. Corta al punto giusto, luminosa e leggera, la vestaglia sembrava far intravvedere quello che Giorgia aveva più bello da mostrare: un corpo da favola data da quella forma atletica, una grinta a dir poco unica, questa stragnocca non poteva che farmi perdere la testa, soprattutto in giorni come questi dove davvero sentivo il bisogno di trasgressione per tenermi vivo e sentirmi un po’ più positivo.
Negozi chiusi, locali con le serrande abbassate e coprifuoco, in effetti – devo ammetterlo – mi stanno proprio mettendo alla prova. E come me, ovviamente, tantissime altre persone che conosco. Martedì scorso, però, l’invito di Giorgia a casa sua ha contributo ad allentare un po’ la tensione: in men che non si dica, mi sono preparato e corso fuori casa. Giorgia era già lì a casa, un po’ in panico, perché non andava lo scaldabagno: aveva voglia di farsi un bel bagno. Però, non c’era modo che se lo concedesse. Così, quando mi ha visto giungere, il suo volto è divenuto raggiante.
Forse la mia tenuta sportiva, che metteva in evidenza il mio fisico, la spingeva ad essere un po’ più disponibile e desiderosa di trasgressione: o forse, la possibilità di avere compagnia in quel momento, dove oltre a tutte le problematiche c’era anche un casino con quella carcassa vecchia di scaldabagno. Così non appena entrato in casa, mi ha dato una pacca sul sedere, rumorosa, e mi ha guardato ridendo, dicendo “cazzo ma come sei in forma, Luke? Ma vai a correre tutti i giorni per essere così?” e io “Bella, Giorgia; no correre non mi piace molto, però, mi alleno spesso!”
La gnocca mi guardò con i suoi occhi da cerbiatta, e con un sorriso, mi guardò di nuovo e disse: “certo che oltre ad essere l’idraulico ideale, sei pure superchiavabile!!” e io scoppiai a ridere, guardandola di rimando, e dicendole “beh, bisogna fare di tutto per non perdere la forma, altrimenti sono dolori!” e lei “ehhh, e che dolori ci sarebbero?” e io “beh, già quello di non ricevere i complimenti di una strafiga come te” e lei sorridendo di gusto, mi lanciò un’occhiata felina, dicendo “beh, no pain…no gain… o no?!” e rise di nuovo, di gusto, soddisfatta di sé.
La guardai, sorridendo, e poi le diedi una bella pacca sul sedere pure io. Lei mi guardò sbarrando gli occhi, e poi, con un’aria tra il finto incazzoso e il divertito, mi ha detto “ohhh, Luke, ma come ti permetti?! Se vuoi toccarmi il culo, fallo in modo diverso…” e aggiunse una risata fragorosa a queste ultime parole. A quel punto, la afferrai, facendola volare per l’aria, e poi finendo sul divano entrambi. La guardavo negli occhi, e sapevo che non avremmo resistito a lungo insieme: e qualche istante dopo, la mia lingua finì nella sua bocca, vogliosa, e pronta a ricambiare.
Le nostre mani cominciarono ad esplorare i nostri corpi, in preda alla voglia di godere, e in pochi istanti cominciammo a spogliarci. I vestiti volavano dal divano in giro per il salotto, con Giorgia che rideva, io altrettanto, e con le nostre lingue che leccavano a vicenda i nostri corpi. Solletico, carezze, toccamenti e sfioramenti da tutte le parti accesero il fuoco della passione: ormai eravamo in preda al desiderio, e in effetti, poco dopo la mia bocca arrivò alla sua figa vogliosa, cominciando a leccarla e a solleticarne le voglie, alternando delicatezza e passione in ogni gesto.
Giorgia si lasciava solleticare, amava quella situazione, e si contorceva tutta felice mentre la stimolavo: e voleva sempre più attenzioni per sé, desiderava tutta la trasgressione possibile ed immaginabile in quel momento, perché proprio sentiva la necessità di distendersi. Leccavo quella figa meravigliosa, e la stimolavo, sentendola godere e abbandonarsi a quei momenti di piacere: le mie mani la esploravano tutta, la mia lingua la provocava, e lei si lasciava andare a quei momenti di passionalità con una naturalezza capace di rapirmi e di farmi sentir ancor più vivo.
Nel mentre, lei cominciò a cercare il mio cazzo, mettendo le mani nei miei pantaloni: e quando trovò il mio bell’uccello, prese a segarlo, e a toccarmi la cappella con quelle dita sottili e delicate. Si sputò sopra, e poi, con quella mano inumidita, prese a giocare con il mio membro. Poi si lasciò andare, in un lungo gemito, e infine venne gemendo: aveva raggiunto l’apice del piacere, e in quel momento, mi disse chiaramente “scopami, trombami senza pietà, sbattimi e fammi sentire quanto ce l’hai bello duro, ché ho una voglia incredibile di godere con te.”
Si infilò il mio cazzo nella figa bagnata e calda, dopodiché, prese a muoversi su di me, su e giù, facendomi godere all’istante. Sentirla così calda e vogliosa, muoversi agilmente sul mio cazzo, mi fece eccitare. Godevo, ansimavo mentre lei si spingeva sul mio membro, e se lo faceva scorrere dentro la sua meravigliosa fonte della vita. La guardavo, vedevo il suo sguardo provocante, e godevo, non potevo trattenermi, di fronte a quello spettacolo della vita, quel momento di vivacità che sembrava non avere fine, soprattutto per come gemeva pure lei, di nuovo, sempre più forte.
Ormai era chiaro che, di lì a poco, sarebbe di nuovo venuta rumorosamente, che mi avrebbe trasmesso tutta la sua voglia di vivere. Sarebbe esplosa in un orgasmo unico, in un istante di passione, tutto sarebbe passato davanti ai miei occhi, che avrei sentito la sua natura di donna trasgressiva consumarsi in quell’apoteosi del godimento. Continuò a montarmi sopra, finché in preda alle ultime spinte, si lasciò andare in un lungo gemito, mentre io, sborrai ululando per quanto stavo godendo, sentendo i miei coglioni svuotarsi letteralmente della mia carica vitale.
Giorgia mi abbracciò, mi strinse a lei, e con le ultime spinte mi levò anche la più piccola goccia di sborra, facendosi riempire tutta del mio seme. Ci stringemmo ancora, in un abbraccio lungo ed infinito, e poi ci accasciammo l’una all’altro, senza pensare a null’altro che a quell’incredibile parentesi di godimento che avevamo appena sperimentato insieme.
Una quarantena speciale in compagnia di Giorgia, di Luca di Novara
Prima edizione: marzo 2020, by Atlantia Media.
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