Veronica la gnocca piena di fascino
L’incontro con Veronica, in negozio, è stata una delle più belle occasioni per conoscere una strafiga che potessi immaginare di avere nella mia vita: così simpatica ed espansiva, ed allo stesso tempo anche piena di fascino, questa ragazza mi ha subito fatto capire quello che potesse essere il suo modo di vivere e di rapportarsi alle cose belle della vita, senza farsi mai mancare nulla in quella che poteva essere la sua quotidianità tra ufficio, casa e tempo libero.
Aveva spesso bisogno di consigli per l’uso di apparecchi elettronici, perché non erano il suo forte, tuttavia, non poteva immaginarsi al lavoro e nelle sue giornate libere senza poter contare su questi strumenti: e chiedendomi consigli di ogni tipo, volendo sempre restare aggiornata su quelle che erano le ultime novità lanciate sul mercato, era sempre in negozio a chiedermi cose e, ancora, ad acquistare pure apparecchi di un certo tipo, spendendo dei bei soldi.
A me piaceva starla a sentire, e la lasciavo esprimere quelle che erano le sue idee e sue preoccupazioni, proprio per il piacere di sentirla riflettere di questi oggetti, che in realtà adorava e nello stesso tempo odiava, soprattutto quando non davano il meglio di loro: ma quando lunedì mattina è arrivata in negozio, ho capito bene che non soltanto era alla ricerca di un nuovo apparecchio, bensì, aveva l’aria di chi in realtà aveva in mente qualche cosa di speciale senza volerlo dire.
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Quanto ci dava dentro con quella figa
Veronica girava attorno al bancone, parlava, in modo ammiccante, e poi, all’improvviso mi chiese senza mezze parole se avessi dei piani per pranzo e per il pomeriggio: io non avevo ancora pianificato la giornata e, anzi, credevo che in fin dei conti avrei pure potuto chiudere, considerando che non c’era in giro granché quel giorno. Mi sembrò talmente entusiasta nel sentire quelle parole che, per un istante, ho pensato che avesse qualche desiderio particolare e che io rientravo in ciò.
Le chiesi così che cosa avesse in mente e, mentendo guardandomi in quel modo un po’ serio e un po’ scherzoso, mi disse che aveva bisogno di una consulenza per un apparecchio, e quindi, mi avrebbe offerto il pranzo se le avessi dato la precedenza: e io non esitai nel dirle di sì, con gli occhi un po’ meno entusiasti di prima, e probabilmente anche la mia espressione in volto, che probabilmente quella strafiga di Veronica non mancò di notare, chiedendomi se fosse tutto ok.
Risposi affermativamente, dicendo che era sempre un piacere dare una mano ad una cliente come lei, così sempre seria e puntuale, così proiettata verso il futuro: e per tutta risposta, mi diede una spinta scherzosa, dicendomi che ero il solito tecnico informatico, così impacciato, e che invitandomi a pranzo ci saremmo anche potuti divertire un po’, oltre a pensare soltanto al lavoro e alle difficoltà che la tecnologia porta con sé durante il lavoro quotidiano in azienda.
Una volta giunta l’ora di andarcene, Veronica mi propose di partire con la sua auto: le dissi di sì e, quindi, ci avviamo verso il locale di cui mi parlava. Con una scusa, a un certo punto della strada, mi chiese se potevo scendere e dare un’occhiata al baule, perché sentiva un rumorino strano: io ci cascai e, una volta andato a dare uno sguardo, me la ritrovai proprio dietro di me, finché mi si parò davanti e mi strinse la testa a lei, all’altezza dell’inguine, dicendomi che non vedeva l’ora di scoprirmi.
Non disse di scoparmi, ma proprio di scoprirmi: così parcheggiamo in un modo tale da essere un po’ discosti dalla strada e, quindi, lei iniziò a sbottonarmi i pantaloni e le mutande, perché aveva in mente ben altro che una giornata di lavoro con me. Mi disse che aveva ben capito che avevo altre voglie, e quindi, che era finalmente venuto il momento di dar sfogo a questi piaceri, anziché stare a guardare uno schermo e un computer, che avrebbero benissimo potuto aspettare.
Mi leccò quindi il cazzo, facendomi subito capire chi comandava in quel momento: dopodiché, iniziò strofinarselo tra le labbra, la bocca, e quindi sulle guance, giocandoci come se fosse il suo leccalecca, facendomi capire che non si sarebbe fermata mai, e che ora, era arrivato proprio il momento di andare oltre, di sperimentare qualche cosa di più intrigante e di piacevole, come una bella penetrazione all’interno della sua meravigliosa fighetta vogliosa.
Sputò sul mio cazzo, quindi sul suo indice, e si passò il dito sulla figa, preparandola ad accogliere il mio uccello infuocato: lo sapeva che ne avevo voglia, e me lo diceva continuamente “lo so che non vedi l’ora che ti scopo”, “adesso ti faccio vedere io com’è figa la Vero”, e così dicendo, passò poi all’azione montandomi sopra, lasciandosi andare in un lungo e delicato sospiro, quasi soffocato, con un bellissimo “ahhh sììiiiiii”, al quale seguirono dei movimenti lenti ma decisi.
Lei mi scopava benissimo, e io sentivo le sue cosce su di me, che vedevo eccitantissime e irresistibili, soprattutto da quel punto di vista, che mi mostrava un culo da favola, una figa aperta in maniera meravigliosa al mio cazzo, quelle cosce toniche e quelle gambe, che volevano fottere, come se non ci fosse un domani, dietro a quei cespugli di una strada dove, a quell’ora, passava soltanto qualche auto di tanto in tanto, che poteva rendere ancora più eccitante il nostro incontro.
Io stavo per perdere la testa, mentre Veronica mi montava sopra, e di tanto in tanto, per ricordarmi di stare attento, le davo qualche schiaffetto alle chiappe, dicendole di scoparmi così, di continuare così, perché era davvero divina e non potevo farne a meno, mi piaceva troppo sentire il suo corpo su di me, scoparmi in quel modo, e di sentire anche lei gemere ed ansimare, senza perdere tempo con il mio cazzo tra la sua figa, che pian piano era sempre più bagnata, calda e morbida.
Non ci vollero tanti minuti prima che, finalmente, potei scaricare tutta la sborra che avevo in corpo dentro la sua figa: Veronica mi disse che non vedeva l’ora di sentire la mia sborra dentro di lei, e che stravedeva per il mio cazzo, che per lei era semplicemente qualcosa di meraviglioso, duro e caldo al punto giusto, perfetto da succhiare e poi anche da trombare in quel modo, cavalcandolo come un palo infuocato, che non poteva che trovare pace in una sborrata finale…
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Veronica sei davvero irresistibile: Davide è stato bravo a tenerti a bada e ti ha regalato delle emozioni uniche come quelle presenti in questo racconto di sesso davvero unico 🙂
Tutto il fascino di quella gnocca troia di Veronica, di Davide di Bergamo.
Prima edizione: marzo 2016, by Atlantia Media.
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