Anche se questa estate 2020 è passata tutta d’un soffio, anche a causa della pandemia, in questi giorni di inizio mese la sento – nonostante tutto – ancora nell’aria. Sarà perché non ho voglia di archiviare le belle giornate di sole vissute, sarà il desiderio di rinascita dopo il lockdown. Ma alla fine, nonostante tutti i problemi e i casini, la voglia di godersi il tempo libero non è mai venuta meno. Soprattutto, perché dopo aver rotto con la mia ex, non vedevo l’ora di conoscere nuove ragazze con le quali divertirmi un po’, ma senza invischiarmi in storie strane e malate.
Tra una serata e l’altra in riviera, non mancavano mai le occasioni per un drink in buona compagnia. Con così tante tipe in cerca di divertimento e di svago, del resto, mi trovavo proprio a mio agio e speravo sempre di concludere. Finché, l’altra sera, non si è presentata l’occasione buona per una splendida avventura. Mi trovavo dalle parti di Sestri, senza sapere esattamente che fare. Quando per puro caso, al parcheggio, ho incontro nientemeno che Laura, una mia cliente di vecchia data che mi è sempre piaciuta. Ma con la quale non ho mai osato farmi avanti, non so nemmeno perché.
L’altra sera, però, eravamo abbastanza su di giri entrambi per non lasciarci andare a qualcosa in più delle solite chiacchierate simpatiche. Forse a causa dell’aperitivo, quando ci siamo trovati faccia a faccia nel parcheggio, per salire nelle nostre auto, eravamo entrambi sorpresi ed eccitati dall’incontro. Tra una risatina e l’altra, una battuta e qualche allusione sulle bevute, eravamo presi da un entusiasmo unico e contagioso. Forse perché entrambi, nel nostro intimo, sapevamo già che quella sarebbe stata la nostra serata. Una parentesi di trasgressione che ci avrebbe stravolti per bene.
Così, quando mi chiese quali progetti avessi per la serata, le dissi che ero libero. Quelle parole la rallegrarono, spingendola a sorridere e ad un certo entusiasmo. Le domandai se pure lei non avesse programmi, ed annuì divertita. Così la presi per mano, d’istinto, e lei non si sottrasse al gesto. Anzi, ricambiò, stringendomela con decisione e sorridendo. Senza che potessimo dire nulla, entrambi, fummo presi da un desiderio irresistibile di baciarci. Così, le nostre lingue cominciarono a corteggiarsi senza tregua, come prese in una danza della passione. Poi fu la volta delle mani.
Ci toccavamo ovunque, senza tregua, esplorando i nostri corpi con una passionalità unica. Poi le sussurrai nell’orecchio che, forse, sarebbe stato il caso di trovare un posto appartato. Lei fu d’accordo, e mi disse che tra le auto sarebbe stato sufficientemente buio ed eccitante. Farlo all’aperto, infatti, poteva essere un’esperienza indimenticabile per entrambi. Così, in men che non si dica, ci inginocchiammo tra le auto, e io presi a baciarla di nuovo. Poi, sistemai la giacca e la feci sdraiare sopra e le divaricai le gambe, e poi, sollevai la maglietta in cerca del suo seno.
Le sue poppe eccitantissime, erano davanti ai miei occhi. Le volevo tutte per me, e presi ad accarezzarle e poi a stringerle con decisione. Poi la mia lingua prese a leccarle i capezzoli, e poi il resto. Eravamo già in preda all’eccitazione massima, e lei già gemeva mentre le succhiavo le tette. Il mio cazzo, pian piano, si gonfiava nelle mutande. Quindi, scesi verso la sua intimità, e mi fermai solo quando ebbi la sua figa pelosa di fronte ai miei occhi. Le scostai le mutandine, e la mia lingua si fece subito strada dentro di lei: era già bagnata e vogliosa, caldissima ed eccitata.
Laura prese a contorcersi, gemendo ed ansimando sempre di più, spingendomi la testa con forza a lei. Voleva che la leccassi tutta, me lo diceva pure, e mi spronava con le mani ad andare oltre. Nel frattempo, le mie dita giocavano con il suo culo e le tette. La mano destra sul seno e la sinistra su quel meraviglioso fondoschiena. Era sempre più presa dall’eccitazione, si bagnava e sbrodolava senza tregua, ormai incapace di opporre resistenza a quelle attenzioni. I suoi gridolini soffocati, i mugugnii e il singhiozzare mi eccitavano: l’avevo conquistata, l’avevo in pugno ed era tutta mia.
I miei movimenti circolari dentro di lei le facevano perdere la testa, la spingevano a godere sempre di più, mentre diceva – mordendosi le labbra per non farsi sentire, in modo ritmico – “oh si, oh si, oh si….oh dio… oh si, lecca, lecca, lecca….ohhhh siii….oh siiii” in un crescendo di godimento che, di lì a poco, esplose in un orgasmo meraviglioso. La sua figa si bagnò tutta quanta, sbrodolò abbondantemente e mi fece eccitare ancor di più. La vedevo di fronte a me, vogliosa, e la desideravo ancor di più. Non potevo tenermi a freno, mentre il mio cazzo era già durissimo.
Quindi lo tirai fuori, e le dissi che volevo le sue tette. Si sputò sul seno, lo prese in mano, e lo guidò nello spacco delle tette. Lo strinse dentro quelle meravigliose poppe, e prese a massaggiarmelo. Mi piaceva da morire sentirmi stretto nelle sue mammelle, calde ed accoglienti al punto giusto. Mi strofinò per bene la cappella con quelle meravigliose pere, e poi, si sollevò, mi disse di sdraiarmi, e si accomodò su di me al contrario. Dandomi quel meraviglioso culo, che ormai era un’opera d’arte marmorea che non potevo che ammirare ed adorare nella sua intrigante bellezza.
Con un colpo di bacino, diede inizio alla danza. Mi scopava a ritmo serrato, facendomi godere. La sua figa bagnatissima e calda, accarezzava il mio cazzo ormai desideroso solo delle sue attenzioni. Si muoveva come una perfetta amazzone, avanti ed indietro, scopandomi divinamente. Io godevo, tantissimo, mentre lei continuava ad eccitarsi e bagnarsi. Mugolava e singhiozzava, godeva come una cavalla selvaggia. E nello stesso tempo, mi trasmetteva una sensazione unica di benessere e di piacere che, da troppo tempo, mancava nella mia quotidianità. Mi gustavo il momento.
Poi le strinsi le chiappe, perché mi piaceva, e la guidai ancor di più su di me. Mi piaceva spingerla sul mio cazzone voglioso, perché sapeva come farmi perdere la testa. Poi le mie mani scivolarono sul suo seno, mentre lei continuava a saltare sul mio membro di brace. Sapevo che da un momento all’altro ci sarebbe stata una vera e propria eruzione, non avrei potuto trattenere quell’ondata di vita, per quanto sapeva stimolarmi perfettamente con i suoi movimenti. La incitai a scoparmi così intensamente, e lei non si fece pregare per spingere più a fondo. Mentre gemeva e godeva.
Quando raggiunsi l’apice del piacere, sentii tremare anche lei e, di lì a poco, esplose in un nuovo orgasmo: seguito dal mio. Sborrai abbondantemente dentro di lei, arrivai a farcirle letteralmente la figa del mio seme. Mentre il cuore batteva all’impazzata, continuava a muoversi piano piano, quasi come per accertarsi di prendersi anche il più piccolo schizzo di seme. Mi sentii quasi mancare dal piacere, e poi lei si adagiò su di me. Cercai la sua bocca, ci baciammo, e restò per un po’ di tempo con il mio cazzo dentro di lei e la sua figa piena di sborra e ormai in fiamme.
La sera di inizio settembre stava calando su di noi, mentre i nostri sguardi si cercarono nuovamente e ci baciammo. Poi presi un fazzoletto dalla tasca, lei lo volle per darsi una veloce pulita. Quando tirò fuori il mio cazzo, mi accorsi di quanto ero venuto abbondantemente in lei. Le era piaciuto, lo ripeteva sottovoce, e mi diceva che quella sera non poteva finire lì. Ci rivestimmo velocemente e salimmo sulla mia auto, per andare a cena insieme. E durante quella serata, i nostri occhi continuarono a divorare i nostri corpi reciprocamente: eravamo diventati una cosa sola…
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Una sera bollente di inizio settembre, di Andrea di Genova
Prima edizione: settembre 2020, by Atlantia Media.
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