Quella scopata memorabile con la portinaia (gran figa) del mio palazzo

Quando abitavo in quel palazzo vicino alla piazza del quartiere, mi sembrava che ogni cosa fosse così incredibilmente insolita ed inspiegabile, quasi da ritenere che fossi finito in una galassia diversa dalla nostra, piena di novità che mai avrei immaginato che potessero esistere veramente.

Questo pensiero lo ebbi anche quando incontrai per la prima volta la portinaia, che mi sembrava veramente figa ed interessante, sebbene avesse un carattere tutt’altro che facile e disponibile, forse perché in realtà pure lei faceva già pensieri sconci e indicibili su di me.

La cosa andò avanti per parecchio tempo, finché un giorno non ci incontrammo per caso in cantina, mentre mi stavo facendo una sega con una foto che le avevo scattato di spalle di nascosto, mentre puliva le scale. Sapevo che quello era il lunedì delle pulizie, e per eccitarmi ancor di più, decisi di farmi una sega al pianerottolo della cantina, mentre lei spazzava di sopra.

Quella gran figa

Una cantina per amanti focosi

A un certo punto, mentre stavo per venire di fronte alla foto del suo bel culo, lei aprì di colpo la porta, quasi come se accorgendosi che ero là sotto, volesse farmi uno scherzo: e quando mi vide col cazzo in mano, e la sua foto nell’altra, mi guardò con quei suoi occhi marroni rassicuranti e desiderosi, e senza dire troppe parole si inginocchiò di fronte a me e me lo leccò con dolcezza, per giocare poi con la mia cappella tra le sue labbra.

Le accarezzai i suoi folti capelli mossi, per poi giocare a stimolarla con le mie dita sull’interno coscia, e quindi la sentii più vogliosa che mai di sesso, e levandosi il cazzo di bocca, mi implorò di leccarle culo e figa, per farla sentire ancora viva e piena di desiderio, giacché il marito la trascurava fin troppo.

Così le abbassai la tuta da ginnastica che metteva ben in risalto le sue curve perfette, e con la lingua iniziai a solleticare le sue voglie tra culo e figa, per poi iniziare a giocare a fare cerchi sul suo ano, e quindi, affondando la mia lingua nella figa alla ricerca del suo piacere più intenso.

E quanto le piaceva farsi desiderare, e me lo diceva pure, che non me l’avrebbe data se non l’avessi fatta godere al punto giusto, e anzi, mi avrebbe costretto ad un bel facciale, magari anche pisciandomi in bocca per farmi capire quanto per lei il piacere dovesse essere forte e intenso.

Ma quando la vidi contoncersi per il piacere mentre le mie dita le aprivano il culo e la mia lingua si riempiva del suo piacere, talmente era bagnata, capii che con me avrebbe fatto di tutto.

Fu così che mi chiese cosa volessi fare con lei, e quindi, di fronte a una provocazione simile, le chiesi di fare una pecorina di quelle indimenticabili, alternando un po’ tra culo e figa, per poi venirle in bocca senza ritegno, per farla sentire una vera cagna.

Si mise a gattoni nel centro della cantina e, mentre mi apprestavo a penetrarla, si sentirono dei rumori giungere dell’atrio dei sotterranei del palazzo: rimanemmo in silenzio di colpo, per accorgerci poi che era la voce di una inquilina dei piani bassi, che aveva la cantina lì vicino, ed aspettammo che se ne andasse per darci da fare.

Nel frattempo mi si era un po’ afflosciato, e le chiesi di pomparmelo: tra le sue labbra carnose, mi si raddrizzò in pochi istanti, e si voltò subito per farsi sbattere. Iniziai dalla figa: mi parve di toccare il cielo con un dito, quando lo sentii dentro quel caldo accogliente buco, è subito dopo tre o quattro penetrazioni, mi sputai sulla cappella e le sputai sull’ano, e le entrai prepotentemente in culo, mentre lei si mordicchiava il dito indice sinistro e, di tanto in tanto, ansimava.

Andai avanti a stantuffarle il culo e la figa a turno, almeno per una decina di volte, e alla fine col cazzo gonfio e il cuore in gola, la feci voltare verso di me, mi leccò il cazzo, se lo passò tra le tette, mi fece una veloce spagnola, e lo volle davanti alla bocca: venni in un modo paradisiaco che, ancora oggi, quando ci penso non riesco assolutamente a levarmi dalla testa Sonia e le sue voglie di casalinga portinaia insoddisfatta in cerca di forti giovani dal cazzo duro.

La storia di Fra:

“Sono solito masturbarmi con delle fotografie, ma quando la portinaia mi ha beccato in cantina con la sua foto non ho potuto far altro che ammettere l’evidenza dei fatti. Così, alla fine, mi sono ritrovato con questa gran porca tra le mani che sapeva pomparmi il cazzo in una maniera divina. Poi me la sono sbattuta anche nel culo, mentre lei ansimava molto rumorosamente. Insomma, quella è una delle donne più strane con cui ho trombato in un luogo pubblico. Leggete e capirete perché vi dico questo! “

Certo che ad averne di portinaie così, troie e strafighe nello stesso momento, capaci pure di trasgredire senza pensare a quali possano essere le conseguenze, i giudizi popolari se sgamata con le palle in mano…a viverne mille di avventure di questo tipo per nuovi racconti erotici!

Fra

Quella gran figa della portinaia del mio palazzo, di Fra di Palermo.

Prima edizione: gennaio 2015, by Atlantia Media.

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