Poi siamo finiti sul divano… parte prima

Un lunedì mattina di inizio mese mi son svegliato su di giri: era la mia giornata libera, dopo parecchi turni di fila che mi avevano messo un po’ alla prova, e quando ho aperto gli occhi, ero tutto sudato nel letto. Non so perché, ma quella nottata tra domenica e lunedì l’avevo trascorsa dormendo profondamente, senza accorgermi però che faceva molto caldo in camera: e il mattino seguente, mi son trovato tutto madido di sudore, ma allegro e spensierato perché cominciava finalmente il mio week-end, all’inizio della settimana degli altri 😀

Ho sempre amato potermi concedere giorni di libero durante la settimana, quando gli altri sono alle prese con il lavoro: posso andare per negozi senza stress, oppure uscire a cena e godermi le atmosfere più rilassanti, senza dover sgomitare o fare i conti con camerieri stressatissimi. Così, quel lunedì non avevo proprio piani: mi sarei goduto la giornata libera lasciandomi ispirare dalle sensazioni del momento, pensando unicamente a me, senza pianificare nulla: ed era proprio la mia idea di vita, ciò che desideravo più di ogni altra cosa fare. Verso le 9, mi avviai verso il servizio per concedermi un bel bagno caldo: riempii la vasca da bagno, e poi, mi sistemai un paio di cose per la colazione, leggera come d’abitudine, che avrei fatto immerso nell’acqua calda. Mi lasciai alle spalle lo stress della quotidianità con quei pochi gesti rilassanti, e poco dopo essermi immerso nella vasca da bagno, presi a leggere le notizie, sorseggiando il mio succo di frutta e addentando il mio cornetto abituale, rilassato e sereno come pochi, in quel fantastico mattino di lunedì.

Poi, di colpo sentii Serena – la mia vicina di casa – in preda ad una crisi di riso: stava parlando con una sua amica al telefono, e si raccontavano delle ultime novità. Quando andavo al bagno, spesso, la sentivo narrare delle sue ultime conquiste e di ciò che desiderava fare. Quel lunedì parlava con Pamela, e le stava dicendo degli uomini della casa: commentavano, insieme e non senza una punta di ironia, le pance e i mille difetti di ognuno dei maschi della casa, talvolta con un riso beffardo e in altri momenti con una ironia tagliente come poche. Quando sentii che si stavano concentrando su di me, allora, mi venne da ridere. Ero immerso nella vasca, mangiavo, bevevo e mi rilassavo, e sentii Pamela chiederle che cosa ne pensasse di me: Serena affrontò la domanda in modo differente, il suo tono si fece meno ridanciano, e le disse che ci conoscevamo non tantissimo, ma che a differenza degli altri uomini la affascinavo. Le sue parole mi gratificarono, anche perché poi, alla domanda di Pamela se fossi un tipo “scopabile” lei rispose “certo, è messo bene fisicamente e ha quel fascino oscuro e maledetto dell’uomo libero…”

Questa sua considerazione mi eccitò, mi sentii un brivido correre lungo la schiena, e poi pensai a quanto mi sarebbe piaciuto saperne di più di lei: fisicamente attraente, simpatica ed anche un po’ euforica, Serena era la vicina che uno poteva desiderare di volersi trombare senza tanti problemi. Non era certo tipa da farsi mille paranoie e, al contrario, con quella sua indole libera e disinibita, doveva proprio essere una di quelle che – una volta conquistata – non si tirava indietro dallo sperimentare qualche cosa di bello e piacevole tra le lenzuola, soprattutto con l’uomo giusto. Dopo essermi rilassato in vasca da bagno a dovere e aver finito la colazione, mi sciacquai e, quindi, sistemai velocemente: non volevo starmene a casa tutta la mattina, soprattutto, perché quel giorno avevo proprio voglia di spassarmela. Dopo essermi vestito e preparato, mi avviai verso la porta: e in quel momento, sentii che Serena stava pure lui per uscire di casa. Mi affrettai ad aprire per cercare di incontrarla, e in effetti, mentre io stavo aprendo la porta, lei era voltata di spalle per chiudere quella di casa sua. La vista del suo culo e delle sue gambe, mi eccitò immediatamente.

Tirai la porta dietro di me e girai velocemente la chiave e, poi, incrociai il suo sguardo: aveva un’espressione allegra, Serena, e pure io non ero da meno. Ci salutammo, e le chiesi come andava: lei mi rispose bene, e si informò a sua volta del mio stato d’animo. Le dissi che adoravo il lunedì libero, quindi non potevo che essere su di giri: convenne con me che era davvero troppo bello potersi concedere quella giornata di libero, e che quindi, pure lei era davvero contenta. Mi chiese dove sarei andato, e le dissi che non avevo alcun piano: anche a quel punto sorrise, dicendo che pure lei non aveva progetti. Allora le dissi che saremmo potuti andare insieme a fare la spesa, soprattutto se pure la sua dispensa fosse vuota: mi rispose che era d’accordo. Le dissi di venire in macchina con me, perché così avremmo fatto un bel giro tra negozi senza che dovesse stressarsi a guidare.

Fu felice della mia proposta e salì in auto soddisfatta: mi guardava con un’espressione sorridente, con un’aria felice, e pure io ero altrettanto contento. Le chiesi che cosa la rendesse così espressiva, così capace di sprizzare simpatia e vivacità da ogni poro quella mattina: e lei mi disse che le piaceva l’idea di andare a fare la spesa in mia compagnia. Arrivammo al super, parcheggiammo l’auto e ci avviammo con un solo carrello: alla fine, avrebbe preso giusto un paio di cose. Parlavamo della nostra quotidianità, di quanto avessimo voglia entrambi di evadere, ed ogni volta che andavamo tra gli scaffali a cercare qualche prodotto, mi accorsi che alla fine condividevamo pure parecchio i gusti. Quando andammo a prendere delle mele, addirittura, le nostre mani si incrociarono sullo stesso pacchetto: era la prova definitiva che c’era qualcosa di inspiegabilmente coinvolgente tra di noi.

Le accarezzai la mano, lei si lasciò fare, e a quel punto, mi avvicinai a lei, le accarezzai i capelli, e le mie labbra sfiorarono le sue senza che nessuno di noi avesse previsto qualcosa… Dei ragazzi lì vicino, fecero una sorta di grido di esultanza, e poi ci incitarono quasi, al che ci venne da sorridere e sentirci vivi più che mai. Serena aveva un sorriso bellissimo, io ero al settimo cielo: insieme ci sembrava di aver trovato un sunto di felicità e di coinvolgente armonia che ci mancava da troppo tempo. Quindi dopo aver finito di fare la spesa, ci fermammo a bere un caffè: Serena desiderava rilassarsi un po’, io pure, quindi parlammo ancora un po’ di noi, con sorrisi ammiccanti, toccandoci le mani a vicenda mentre sorseggiavamo il nostro espresso.

Quindi venne il momento di tornare a girare, e Serena mi propose di andare a dare un’occhiata ad alcuni negozi in centro, ché doveva fare un po’ di shopping. Mi chiese se entrare in negozi di intimo potesse essere un problema per me: le dissi che assolutamente non era una domanda nemmeno da fare, perché l’avrei accompagnata con piacere. Cominciammo a fare un tour che ci portò tra mutandine, perizomi e reggiseni di ogni tipo e colore, durante il quale mi eccitai a più non posso, pensando a quanto potesse essere bello vederla in quei completini… Serena si accorse di quanto la osservavo con ammirazione, e mi chiese se le sue scelte fossero di mio gradimento “con un corpo come il tuo, l’intimo canta” e lei si mise a ridere felice.

Di tanto in tanto provava anche dei leggings di finta pelle, che a me piacevano peraltro in modo particolare: era presa da ciò che avesse una connotazione fashion, e la cosa mi eccitava ulteriormente. Sapevo che lei non poteva rinunciare allo stile, e vederla così coinvolta nello shopping, così immersa nella ricerca di ciò che era eccitante, mi asciugava ulteriormente la bocca.

Poi siamo finiti sul divano… parte prima, di Marcello di Milano

Prima edizione: febbraio 2020, by Atlantia Media.

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