La tettona sopra di me

Mi son fatto la tettona

Le vicine di casa, ognuna alla sua maniera, hanno sempre un certo (discreto) fascino, perché sono sempre strafighe al punto giusto, e sembrano essere messe lì apposta, per cercare di regalarti qualche occasione di trasgressione e di evasione, di quelle che restano memorabili, soprattutto se qualcuno del vicinato dovesse accorgersi della tresca, andando a raccontare a tutti quanti quelli che sono i cazzi dei due amanti presi da una passione irresistibile e travolgente.

Così quando mi son beccato Sabrina vestita in un modo un po’ più provocante del solito, con quel suo bel culo in mostra e quel bel davanzale abbondante tutto per me, non ho più capito un cazzo, e parlandole, le ho detto chiaramente che era la più strafiga che avessi visto da un bel pezzo, una tipa che non avrei mai potuto fare a meno di conquistare, una donna che aveva tutte le carte in regola per regalare dei momenti davvero indimenticabili, di quelli che si possono raccontare anche anni dopo.

Lei di fronte alle mie parole così esplicite, mi guardò con quella sua aria tipicamente da tipa in cerca di cazzo, ma che non aveva il coraggio di esprimere in maniera chiara le sue intenzioni, quasi come si vergognasse di aver pure lei dei desideri erotici, e che non volesse farli sapere al mondo intero: ma mentre stava risalendo le scale verso il suo appartamento, l’ultimo, sopra il mio, l’ho accompagnata fino alla porta, e le ho detto che non avrei mai smesso di farle la corte.

Mi ha trombato in cantina

Lei era sicuramente su di giri, per come si muoveva in modo nervoso, e mi guardava come se da un momento all’altro potesse strapparsi di dosso quei vestiti, buttarli per terra, e quindi lanciarsi sopra il mio cazzo, in cerca del piacere: però mi disse che voleva farlo in un posto strano, diverso dal solito, portandomi con lei nella sua cantina, e dicendomi una volta arrivati, che quello era il posto giusto per finalmente dar libero sfogo alle nostre voglie, perché era più eccitante del solito letto.

Appena arrivati, la vidi iniziare a spogliarsi, levarsi quella bella maglietta stretta e, poi, dopo aver lanciato uno sguardo verso di me, e soprattutto verso il mio cazzo, che nel frattempo si stava allungando alla vista di quelle belle poppe, quella troiona di Sabrina si sputò sulle tette, e si passò la mano sopra, quasi come se avesse voglia di inaugurare il nostro incontro trasgressivo con quel bel seno abbondante, perfetto per i migliori giochini che la mia fantasia già stava pensando di fare.

Si sistemò quindi per terra, su una vecchia moquette che aveva in cantina, dopodiché, mi disse di tirarlo fuori: mi spogliai, perché non vedevo l’ora di farlo con lei, e poi, mi avventai pure sui suoi leggings, tirandoglieli via, come del resto il suo perizoma, e finalmente la vidi bella nuda, davanti a me, sdraiata, mentre mi preparavo a darmi da fare, con il cazzo dritto, mettendoglielo in mano perché se lo infilasse tra le tette, dove finalmente iniziò la nostra indimenticabile scopata.

Le strinse trattenendo il mio uccello proprio lì in mezzo, facendoselo spingere avanti e indietro, mentre io godevo delle sue splendide poppe, e con una mano mi avvicinavo alla sua figa rasata, per iniziare a penetrarla e prepararla al meglio: Sabrina si stava già bagnando ed era sempre più impaziente di sentirlo dentro, e infatti, mi incitava a scoparla, dicendomi che era ormai pronta, e non riusciva più a resistere, così, sistemandosi a gambe aperte di fronte a me, mi ha aspettato vogliosa.

Dopo averlo sfregato sulla sua figa, ormai pronta a farla godere come una troia, l’ho spinto pian piano dentro di lei, sentendo che era veramente incapace di resistere oltre, mentre il mio bell’uccello andava avanti e indietro, e strillava quasi sottovoce per trattenersi, come se avesse paura che qualcuno potesse accorgersi di noi: io spingevo, godevo della sua figa bagnata, e non mi sembrava di averne mai abbastanza di quel meraviglioso orifizio bello umido e caldo per il mio cazzo.

Poi sentendola sempre più ansimare, ho continuato a spingerle il cazzo in figa, mentre con le mie mani le stringevo le tette, e poi, con la bocca le torturavo quei capezzoli veramente troppo eccitanti perché non me ne prendessi cura e, con le mie spinte che si facevano sempre più intense e pesanti, lei mi disse di cambiare posizione: voleva godere in modo attivo, essere lei a scoparmi, e così, mi sistemai per terra, perché potesse finalmente saltarmi sopra e farmi vedere qualcosa.

Allargò le gambe in modo tale da restare in equilibrio sulle ginocchia e, abbassandosi al punto giusto, se lo infilò nella figa tutto quanto, eccitandosi per quanto doveva essere profonda la penetrazione, mentre io la sculacciavo, perché volevo sentirla muoversi su di me, non potevo aspettare oltre prima che iniziasse: il suo modo di cavalcarmi era davvero così appassionato che, sbattendo su di me, si vedevano anche le sue incredibile tette traballare su e giù come due frutti.

Vederla così eccitata, trombarmi come se non desiderasse altro nella vita, eccitarsi e guardarmi con quella faccia da troia, mi faceva diventare ancor più desideroso di qualcosa di diverso, e così, le dissi che volevo il suo culo, lo volevo tutto, non potevo non averlo: si mise a pecorina, e poi, allargando bene le gambe, mi prese il cazzo nella sua mano e se lo guidò dentro, facendolo entrare, mentre io continuavo a muovere il mio pollice sul suo clitoride, facendola impazzire mentre trombavamo.

Non mi servì molto tempo prima di venire: spinsi il mio cazzo a fondo dentro di lei, sentendola così stretta, e quindi, sospirando, lo tirai fuori e le sborrai sulla schiena, svuotandomi le palle su quella bella schiena, con tanti schizzi caldi ed abbondanti, che la fecero eccitare ancor di più: e mentre sborravo, godeva anche lei, come una vera cagna sottomessa, che non poteva non lasciarsi andare al piacere sotto le sborrate del suo uomo.

Evviva le tettone che non si formalizzano e decidono di godere: e un plauso a Gianluca, che ha condiviso con noi la sua storia di sesso.

La tettona sopra di me ci sa fare davvero, di Gianluca di Roma

Prima edizione: Maggio 2016, by Atlantia Media.

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