Che scopata mi sono fatta con il mio vicino di casa musicista

Era trascorse solamente due settimane da quando ero arrivata nella nuova palazzina a Roma e, come al solito, ero riuscita a fare amicizia già con alcune ragazze che abitavano proprio nella mia via. Oramai sono solita fare diversi traslochi per via del mio lavoro, ma devo dire che mi piace… Non so il perché di preciso, ma ogni città ha qualcosa da farmi vedere.

La mia casa era al quinto piano, in una di quelle palazzine vecchio stile, dove l’ascensore andava una volta sì e quella dopo no. Con la scusa, quindi, riuscivo pure a fare ginnastica e, un giorno, mentre salivo le scale per rientrare a casa con la mia spesa, mi sono incrociata con il vicino di casa.

Un bel ragazzotto moro, occhi color nocciola e delle mani dalle dita assai affusolate. Non l’avevo mai incontrato dal momento in cui sono arrivata così colsi subito l’occasione per presentarmi come la nuova vicina di casa. Lui, garbato ed educato, mi ha stretto la mano e mi ha detto che se avessi avuto bisogno di qualcosa potevo suonargli quando volevo.

Lì per lì non ho badato più di tanto al fatto che mi avesse velatamente invitato a casa sua, ma lo ringraziai e mi ritirai a casa. Due sere dopo, però, prima di preparare la cena mi accorsi che, per andare di fretta mi ero dimenticata al supermercato il sale e così colsi l’occasione per farmi viva e chiedere se poteva gentilmente passarmi un po’ di sale.

A casa sua tra strumenti e cibo

Quando venne ad aprirmi la porta era vestito di una bella canotta blu mare, un paio di calzoncini sul beige e camminava a piedi nudi. Angelo – questo era il suo nome – mi fece un attimo entrare e recuperò un piccolo contenitore per porre al suo interno un po’ di sale, così da farmi evitare di mangiare sciapo la mia cena (che tra l’altro era ancora da preparare nonostante fossero le 19:30 circa).

Mentre versava il sale nel contenitore, mi diedi un’occhiata intorno e vidi con grande stupore che era un musicista: in giro per la casa c’erano diverse chitarre, un pianoforte e, pensate, un po’ pure un violino. Io da piccola suonavo e così non potetti fare a meno di chiedere se poteva farmi suonare un po’ la sua chitarra… naturalmente, me la porse e mi disse che non c’era nessun problema, a patto che non la rompessi (insomma, un simpaticone…).

Da li a poco passarono tipo 15 minuti e così Angelo mi chiese se volevo fermarmi a cena da lui che oramai si era fatto tardi per preparare la cena – anche se ora c’era il sale –e che gli avrebbe fatto piacere farmi assaggiare i suoi spaghetti cacio e pepe. A quel punto, mi dissi perché no? Così tra un bicchiere di bianco ed una forchettata di quella pasta così deliziosa si fece sera.

Angelo era molto simpatico, non solo gentile, ed aveva qualcosa nei suoi occhi che mi attizzava nel vero senso della parola. Con la coda dell’occhio mi sono ritrovata più volte a beccarlo mentre guardava il mio scollo della maglia che lasciava leggermente intravedere i seni. D’altronde, ero a casa qualche ora prima e non immaginavo che sarei stata invitata a cena, quindi non ho avuto tempo per vestirmi al caso.

Sopraggiunta quasi la mezzanotte e dopo un’oretta a chiacchierare sul divano, eravamo entrambi un po’ brilli e così ci ritrovammo uno al fianco dell’altro e ci baciammo. Inizialmente un bacio pure – quasi casto oserei dire – e poi sempre più vivo, acceso quasi ardente, come se volessimo staccarci le labbra a vicenda.

Lui, poi, mise una mano sul mio fianco, scostò leggermente la maglia e cercando il mio sì con gli occhi, si intrufolò con la mano tra i miei sodi seni, per poi levarmi la maglia ed iniziare a baciarmeli e morderli. Oh come godevo, ma oramai eravamo in gioco e desideravo qualcosa di più, non solo dei semplici preliminari e così presi l’iniziativa, avvicinando la mia mano ai suoi calzoncini e facendogli scendere le mie dita dapprima dentro questi e poi negli slip.

Lui era eccitatissimo, un cazzo bollente, voglioso di scoparmi e, perché no, anche sborrarmi addosso. Allora decisi di rivoltare la situazione e da lì a poco mi ritrovare con il suo enorme cazzo tra le mie focose labbra, pronta a succhiarlo più forte che mai, per farlo godere come un cane.

Chi l’avrebbe mai detto che mi sarei fatta il mio vicino di casa? Così tra chitarre elettriche, acustiche e classiche ci lasciammo andare ad una nottata di fuoco, con una scopata fatta in più di millemila posizioni, con tanto di cazzo messo pure al caldo nel mio culo. Lo sentivo da come gemeva che gli piaceva ed anch’io amavo sentirmelo sbattere lì, mentre con le sue dita lunghe mi massaggiava la mia figa bollente.

La sera proseguì così per diverse ore, fino a quando poi non ci addormentammo sul tappeto del salotto, vicino al suo pianoforte. Da quel momento in poi, io ed il mio vicino di casa, ci demmo diversi appuntamenti per parlare di musica e suonare i nostri corpi come uno strumento musicale del sesso.

La musica è davvero superlativa: rilassa la mente e regala emozioni uniche, soprattutto quando una gnocca come Marta incontra un musicista pronto ad omaggiarla e farle vivere una storia di sesso davvero unica.

Il mio vicino di casa è un musicista pieno di passione, di Marta di Firenze.

Prima edizione: aprile 2015, by Atlantia Media.

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2 commenti

  1. Sei stata molto brava complimenti mi sono eccitato molto anche io vorei provare con la mia vicina io sono un bel uomo di 47 anni

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