Mi son goduto la sua pecorina divina
Tra le clienti del mio negozio, c’è una tipa particolarmente interessante ed affascinante, una di quelle che non è sicuramente una bellezza da concorso, ma altrettanto, con il suo modo di fare e quel fisico non completamente trasandato, è comunque in grado di attirare gli sguardi su di sé: Aurora era senz’altro una di quelle, capace di farmi accendere un desiderio strano, quello di spingerglielo dentro tutto, e di godere del piacere di trombarmela in ogni momento della giornata.
Solo che non potevo certo prenderla e farmela così, davanti a tutti, chiudendo il negozio: o almeno, questo è ciò che ho pensato per un sacco di tempo, finché, un giorno ho deciso di farmi avanti con questa strafiga, e di non stare sempre a guardare, perché altrimenti di fighe me ne sarebbero passate di fronte un sacco, senza lasciarmi mai l’opportunità per riuscire ad ottenere quello che volevo, vale a dire, un vero e proprio orgasmo da sogno, di quelli proprio esplosivi.
Aurora è entrata in negozio per chiedermi un consiglio con il suo telefono, era tardi, e ormai avevo voglia di andarmene a casa: vedendo che ero un po’ svogliato, lei mi ha fatto gli occhi dolci, e io, per non deluderla del tutto mi son lasciato convincere. Dopo aver controllato, mi son accorto che soltanto nel magazzino avrei potuto trovare ciò che mi serviva, e che però, avrei avuto pure bisogno di una sua mano per riuscire a farcela in tempi brevi senza fare notte in negozio.
Le dissi quindi di richiudermi la porta, prima che qualche malintenzionato potesse approfittarne e, quindi, qualche istante dopo le feci strada, portandola con me: iniziammo a cercare, a guardare a destra e a manca, ma di quel pezzo non c’era l’ombra. A un certo punto, mentre io cercavo da una parte e lei dall’altra, con la coda dell’occhio mi accorsi che era messa a pecorina, con un culo meraviglioso, di quelli che non avrei potuto resistere a trombarmi in quel momento.
Trovai il pezzo, ma feci finta di niente, e quindi, mentre le dissi che continuavo a cercare, pure lei riprese a frugare su alcune scatole: era di nuovo a gattoni, davanti a me, con quel culo tondo nei leggings, che ormai stava esplodendo, e con me che avevo un groppone in gola, perché avevo voglia di farmela lì, senza aspettare oltre. Così, silenziosamente, mi avvicinai a lei e quindi le misi una mano tra le gambe, toccandole la figa, facendole avere un sussulto.
Mi disse se ero ammattito, e che mi avrebbe denunciato per molestie, ma dopo che le mostrai il pezzo, dicendole che per lei era un omaggio, cambiò idea: rimase lì a gattoni, e mi guidò la mano nei suoi leggings e nelle mutande, iniziando a dirmi di farla godere, che voleva le scuotessi il clitoride, che lo leccasi, che insomma finalmente mi interessassi a lei, a quella meravigliosa figa e quel culo, perché da tempo aveva voglia di farselo sfondare da qualcuno nonostante fosse fidanzata.
Le abbassai quanto bastava i leggings, quindi le mutandine, e misi la mia lingua in quella figa calda, facendola bagnare in fretta: era diventata per me una questione di vitale importanza, farla godere in quel magazzino e, soprattutto, venire anch’io dopo averla trombata per bene. Con il mio cazzo nella figa, iniziai a muovervi, mi sedetti quasi sopra il suo culo, e con il cazzo perfettamente perpendicolare, iniziai a trapanarla a dovere, sentendola ansimare e desiderare ancor di più il cazzo.
Non mi fermai, continuai a spingere, e quindi le diedi anche degli schiaffi sonori sul culo, finché mi misi di nuovo sul pavimento, e ripresi a scoparla normalmente. Aurora si mise un dito in culo, e iniziò a spingere pure lei il suo culo su di me, fottendomi profondamente il cazzo: ero talmente su di giri che non ne potevo più e, di lì a poco, sarei davvero venuto, se non mi fossi un po’ trattenuto, anche perché il mio cazzo era sopraffato dalla sua meravigliosa figa accogliente.
Poco dopo mi lasciai andare, dicendole che stavo godendo e non ne potevo più: spinse più forte, e iniziò a gemere, godendo come una troia, e dicendomi che voleva le venissi dentro. La mia sborra iniziò a scorrere dentro di lei, che nel frattempo ansimò e gemette soddisfatta, dicendomi che era la mia troia, che non poteva fare a meno del mio cazzo, e che la mia sborra la voleva tutta dentro, che non le era bastata ancora, e che mi avrebbe fottuto di nuovo, anche con il suo bel culo.
Ci sedemmo su una scatola, quindi, divaricò le gambe e si guidò il mio cazzo nel suo culo: pian piano lo fece scivolare dentro e, quindi, riprese a scoparmi: mi lasciai andare e le dissi di farlo con forza, perché lo volevo, e lei era divina…
∞
Tutto dentro, bello duro e fino in fondo, perché ad Aurora piacciono le sensazioni travolgenti: beato Gianandrea, e mi raccomando, torna a colpire con un nuovo racconto erotico così lussurioso…
Aurora a pecorina dava il massimo e lo voleva tutto, di Gianandrea di Lodi.
Prima edizione: gennaio 2016, by Atlantia Media.
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Quanto vorrei scoparmela io a pecorina!
Bellissimo bravo