La sera si presentava diversa dal solito
Ogni anno, con i miei compagni della band, ci giriamo praticamente tutta l’Italia da nord a sud almeno un paio di volte: tra una serata e l’altra, infatti, ci capita di visitare un sacco di volte dei posti bellissimi, dove oltre a trovare sempre tanta voglia di musica da parte del pubblico, ci sono sempre delle strafighe colossali, che non possono trattenersi dal lasciarsi andare dopo la serata, con delle avventure veramente indimenticabili soprattutto con le tipe più focose e vogliose.
Un paio di settimane fa ci trovavamo a Roma, per un concerto speciale che sarebbe durato più o meno un paio di ore e, durante quella serata, tra un brano e l’altro, mi sono accorto che tra il pubblico, in prima fila, c’era una fighetta castana con riflessi biondi particolarmente interessata allo show, che osservava ognuno di noi sul palco, guardando tanto i nostri volti come, del resto, osservando furtivamente il nostro corpo, come se fosse attratta in particolare dalle nostre gambe.
Guardavo questa tipa ad ogni assolo e, quasi come se fossi particolarmente ispirato dalla sua presenza, quella sera tirai fuori delle note che, in precedenza, non mi erano mai venute in quel modo così piacevole e libero, come se fluissero magicamente da qualche luogo incantato, da un posto molto lontano, in bilico tra il mio cuore e l’anima, dove hanno origine tutte le meraviglie che noi esseri umani riusciamo ad esprimere nel momento in cui siamo ispirati e non tratteniamo dentro di noi nemmeno la più piccola delle sfumature piacevoli della nostra creatività, così in grado di stupire e conquistare propri per la naturalezza con cui mette in discussione tutto.
La tipa mi osservava mentre esprimevo la mia creatività in ogni assolo, e in effetti, sembrava particolarmente divertita nell’assistere a quegli assoli, come se trovasse irresistibile calarsi tra quei suoni, in quel mondo fatto di note e di distorsioni, contrasti fortissimi capaci di spezzare la monotonia delle solite melodie fischiettate nella vita di tutti i giorni: e così, quella sera, la tipa non mi mollava di un millimetro con il suo sguardo, e anch’io, di tanto in tanto, gettavo un’occhiata verso di lei, quasi come se volessi accertarmi che fosse sempre lì ad osservarmi e che non distogliesse da me – neppure per un breve istante – la sua attenzione.
Claudia – ho poi saputo il suo nome trombandomela dopo il concerto, quando me la sono portata in camera – si era proprio combinata in maniera tale da riuscire ad andare a colpo sicuro, con quelle sue scarpe blu e quei pantaloni strettissimi di pelle nera, e una magliettina abbastanza corta, fatta in maniera tale da riuscire a mettere ben in evidenza il suo culetto irresistibile, che alla fine mi ha pure dato piacevolmente, dimostrandomi quanto lei potesse essere una troiona a letto, decisamente molto più determinata a godere e a dominare, rispetto a quanto potesse fare nella sua vita di tutti i giorni, dove sembrava così timida e riservata.
Non è servito molto per riuscire a coinvolgere questa stragnocca in un’esperienza eccitante, perché proprio aveva voglia di cazzo, e ne aveva veramente un disperato bisogno, così come mi ha ben dimostrato non appena siamo entrati in camera, quando praticamente me la sono ritrovata attaccata ai miei pantaloni, già sbavante, perché non vedeva l’ora di gustarselo tutto il mio bel cazzo: golosa come non mai, Claudia mi guardava con quei suoi occhi da piccola cerbiatta, e nello stesso tempo, anche da vera porca, che non vedeva l’ora di mettere in pratica tutte le sue fantasie, giocando con la sua bocca sul mio cazzo che pian piano iniziava a ingrossarsi, perché la mia voglia di lei diventava pian piano più forte.
Desideri e fantasie che andavano a segno
Così dopo avermi fatto sedere sul letto, lei si è inginocchiata per terra e apostrofandomi con parole pesanti “ti piace, eh, porco?! Non vedi l’ora di vedermelo in bocca e di spingermi sul tuo cazzo?!” mi ha levato i pantaloni e i boxer, con un impeto unico, si è avventata sulla mia cappella, ingoiandola in un solo colpo, come se ormai potesse sfuggirle di mano, muovendosi come una troia vogliosa con le sue labbra, e la sua bocca, capiente al punto giusto per trattenere dentro di lei tutto il mio membro infuocato, che pian piano cresceva nella sua bocca, ingrossandosi ed indurendosi. Con la sua lingua iniziava a muoversi vogliosa, e a stuzzicare sempre di più il mio desiderio, sapendo che ne avevo tanto, e continuava a rimarcare la sua perversa voglia di cazzo “fammi gustare tutto, mmmmmm, lo adoro: fammelo spompinare tutto” mentre si infilava sempre di più su di me, spompinando con gusto e voglia, quasi come se desiderasse prenderselo fino alla gola.
La spingevo su di me, perché volevo godermi tutte le attenzioni sul mio cazzo, e quando mi sembrò che aveva già succhiato abbastanza, le dissi “sei così troia che mi stai succhiando fuori anche l’anima con quella bocca: fammi vedere se pure con il culo sei così sfrontata, o se con il di dietro ti contieni” e lei, guardandomi con quell’aria innocente, mi disse “ma stai scherzando? A me piace anche prenderlo nel culo, soprattutto se lo fotto io da sopra, così me lo spingo fino in fondo” e sentendo quelle parole, mi vibrò anche il cazzo, che in un impeto si gonfiò ulteriormente, mentre lei guardandolo mi disse “ah hai capito il porco?! Già solo a sentir nominare il mio culo che gli tromba l’uccello, ha già le convulsioni” e io le dissi “dai, Claudia, fottimelo senza pietà, saltaci sopra e fatti sfondare, non fermarti finché non sei soddisfatta.”
Quella troia si sistemò sopra di me, guardandomi come una troia, giocando a sbattersi l’uccello sulle chiappe, rumorosamente, e guardandomi, dicendomi “non vedi l’ora eh che lo faccio scivolare nel mio culo, di’ la verità!!” e io le dissi “dai, scopamelo, non farmi aspettare, sono già troppo eccitato per attendere oltre, fammi vedere come ci sai fare”. Con le due mani si allargò il buco del culo, e si posizionò sopra il mio cazzo, proprio con la punta della cappella sistemata per sfondarla, e poco dopo si lasciò scendere lentamente, facendomi stragodere già solo al contatto con quell’ano. Lei stringeva le labbra, morsicandosele perché probabilmente sentiva un misto tra dolore, eccitazione e piacere, mentre pian piano si lasciava scivolare il mio cazzo sempre più dentro, e faceva qualche gridolino di soddisfazione e piacere.
Vederla con il culo aperto davanti a me, con quel suo culetto sopra il mio cazzo, infilato dentro di lei come una torcia incandescente e pronto a farla venire, mi eccitava tantissimo: il suo ano aperto in due, la mia cappella gonfia, il suo ansimare e il mio gemere, erano semplicemente fantastici in quella situazione, mentre con le mani lei continuava a guidarsi le chiappe, tenendole larghe, facendomi assaporare quello spettacolo unico. Continuò a trombarmi così senza sosta, finché mi fece venire dentro il suo culo, svuotandomi i coglioni pieni di vita e di piacere, mentre qualcuno della band si mise a bussare alla porta e, sentendo godere, mi disse “eh, Pietro, anche stasera ci dai dentro?! Mi raccomando, castiga!!” mentre Claudia, guardandomi con quella faccia da troia, mi disse “lo sai che sono venuta con il culo?! Non mi era mai successo prima, che godimento unico, stavo per svenire!!” e io “sei splendida, fai venire e vieni in quel modo divino: abbiamo tutta la notte per divertirci insieme”…
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Pietro si è guadagnato un’occasione d’oro per godere con una vera gnocca: e lasciarsela sfuggire, perdendo anche questo racconto erotico meraviglioso, sarebbe stata imperdonabile.
Una serata diversa dal solito, di Pietro di Torino
Prima edizione: Giugno 2017, by Atlantia Media.
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