Una puttanella hot

Mi son fatto una puttanella in leggings: quanto era hot

La mia collega Annamaria, è una di quelle donne che non appena la vedi vorresti tanto sapere anche com’è da nuda, e soprattutto, come si dia da fare quando si ritrova a dover menare un cazzo e, magari, anche a scoparlo: ogni volta che entrava in ufficio, aveva sempre un bel paio di leggings, indossati senza avere cura di coprirsi il culo, e in questa maniera, suscitava subito in me un certo interesse per ogni suo movimento tra le scrivanie.

Sembrava quasi, almeno per quanto mi riguarda, che facesse di tutto per passare non molto distante dalla mia scrivania e, soprattutto, per mettersi sempre ben in vista, sculettando e fermandosi in modo tale da far sottolineare ai suoi pantaloni la perfezione delle sue chiappe, talvolta anche scuotendole lentamente come se volesse fare davanti a me un twerking capace di farmi subito raddrizzare il portabandiera tra i pantaloni.

Talvolta i suoi leggings erano bianchi, e così erano molto eccitanti, come del resto, alcune volte grigi o marroni: ma il top lo si raggiungeva quando metteva quelli neri, perché erano veramente perfetti per sottolineare tutto il suo fascino femminile, quella perfezione e ossessione per lavorare al meglio i suoi muscoli affinché gli stessi fossero ben evidenziati e scolpiti, regalando ai suoi osservatori uno spettacolo mai visto prima.

Sculettava in leggings prima di prenderlo in culo

Anche quel martedì sera, quando ormai stavamo per chiudere ed andarcene tutti a casa, Annamaria era vestita come al solito: un bel paio di leggings neri, abbinati ad un perizoma, che sin dal primo momento che l’ho visto mi ha fatto venire un groppone in gola, perché avrei voluto quanto meno palpeggiare quelle chiappe per un bel po’ di tempo, magari pure morderle e, infine, violarle con il mio bel cazzo duro sfondandole l’ano.

L’occasione venne quando, proprio quel giorno, un imprevisto fece partire prima del dovuto un altro collega e rimanemmo lei, un’altra collega ed io: a quel punto, con un bel trio come quello che si era venuto a creare, molto difficilmente mi sarei fatto sfuggire l’occasione per fare qualcosa con quella bella figa di Annamaria, considerando come me l’aveva fatto diventare grosso da tutto il giorno e, in un qualche modo, dovevo sfogarmi.

All’improvviso, Martina ed Annamaria vennero a chiedermi aiuto per una questione di lavoro: anche Martina non era messa male, considerando come una bella magliettina metteva in evidenza le sue tettone abbondanti, e quando mi si voltò a chiedere qualcosa, i miei occhi finirono immancabilmente lì. Lei se ne accorse, e mi disse di smetterla di fissarle le tette mentre parlava, perché non era il caso che mi concentrassi su quelle al posto di ascoltarla.

Per tutta risposta, le dissi che era troppo figa e provocante per pretendere che uno la guardasse lî: prese quindi la palla al balzo e ne approfittò per allungare la sua mano sotto il tavolo, accarezzandomi il cazzo, senza che Annamaria se ne potesse accorgere, mentre io mi eccitavo per bene all’idea di fare qualcosa con lei. Annamaria quindi ci annunciò che sarebbe andata un attimo al bagno e poi un attimo in pausa per fare una chiamata.

Nessuno era lì con noi, e in quel momento, tirai fuori di colpo il cazzo e glielo misi in mano a Martina: lei sulle prime sembrò spiazzata, ma poi si diede subito da fare con le mani, quindi un po’ con la bocca, per finire a massaggiarmelo per bene succhiando, con passione, come una vera troia. Nel mentre, si sentì lo sciacquone nel bagno e, quindi, pochi istanti dopo Annamaria si materializzò lì davanti a noi, con Martina che ce l’aveva in bocca.

Sulle prime si fermò quasi impietrita, dicendoci se per caso fossimo diventati matti da un momento all’altro, che sarebbe potuto arrivare qualcuno in azienda. Per tutta risposta, la afferrai per i fianchi, iniziando ad accarezzarle le chiappe e poi a palpeggiare a dovere, dicendole che ora doveva darmi il culo, perché dopo il pompino di Martina – peraltro non finito – non potevo andarmene a casa senza esser stato fottuto dalle sue meravigliose natiche.

Mi disse di nuovo se fossi ammattito, ma di fronte alle mie resistenze, di colpo si abbassò i leggings e si scostò il perizoma, dicendomi che era pronta a prenderlo in culo: si inumidì per bene il buchino e, quindi, mi si sedette sopra senza tanti complimenti. Martina era lì a guardarci, e nel frattempo, si era sbottonata i pantaloni e abbassate le mutande, e già si stava sgrillettando la figa godendosi la scena, eccitandosi come non mai con noi.

Annamaria lo fece entrare con decisione nel suo culo, strillando subito ed eccitandosi, senza che potessi dire nulla ed, anzi, facendomi apprezzare il suo modo di muoversi: io godevo rumorosamente, le davo schiaffi sul culo, e le dicevo di muoversi di più, che mi faceva impazzire, e lei non si faceva pregare soddisfacendo ogni mia richiesta, scopandomi a dovere e, inoltre, facendo bagnare sempre di più Martina, che quindi venne gemendo.

Nel mentre, Martina si avvicinò a lei e ci disse che era lesbica: cercò le labbra di Annamaria, le baciò, e iniziò a limonare con lei mentre io la spingevo sempre più sul mio cazzo, e poco dopo, con l’ultima spinta, non potei che scaricare tutta la mia sborra in quel culetto meraviglioso, eccitandomi alla vista del suo buchino che continuava a sfregare sulla mia cappella ormai rossissima per il piacere.

Annamaria si alzò piano, Martina smise di baciarla, ed entrambe mi dissero che il nostro ufficio doveva diventare il posto giusto in cui scattare le foto delle nostre avventure. Dissi loro che nei giorni seguenti l’avremmo fatto, e quindi, dopo esserci rivestiti ci avviammo verso casa…

Che gnocca questa troietta vogliosa: leggings neri, culo perfetto, figa mozzafiato… e via con la storia erotica di Piero, così attizzante 🙂

 

Una puttanella hot in leggings neri, di Piero di Genova.

Prima edizione: novembre 2015, by Atlantia Media.

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