La fighetta voleva l’uccello
Pettinata sempre in modo impeccabile, e vestita di tutto punto per riuscire a fare colpo su tutti, quella strafiga di Michela mi ha sempre affascinato e saputo attirare su di lei tutte le mie attenzioni, in maniera particolare muovendosi con quella sua grazia, capace com’era di mettere bene in mostra le sue forme scolpite come una statua davvero perfetta.
Il segreto della sua forma era sicuramente nell’esercizio che questa strafiga ha fatto – e continuerà sicuramente a fare pure dopo il nostro incontro – perché per lei restare sempre impeccabile, con un culo magnifico e due gambe liscissime, vuole dire conquistare un sacco di gente e quindi, avere sempre il modo di mettersi bene in evidenza con gli altri, vivendo il suo lavoro come una sorta sorta missione è di modo di conquistarsi un posto di primo piano.
Ma le cose si sono fatte molto interessanti soprattutto nel momento in cui ci siamo visti durante l’ultimo incontro, perché durante l’evento l’ho vista davvero troppo presa dall’atmosfera magnifica, al punto tale da lasciarsi andare con confidenze e battute che, prima di quel momento, mai avrei immaginato che potesse fare con me, soprattutto durante un di quegli appuntamenti di lavoro pieni di gente tutt’attorno.
∞
Non ha perso tempo durante l’evento stampa
Quando poi ci siamo appartati per un drink insieme, con soltanto una sua collega con noi a parlare e raccontare storie da ridere, mi sono accorto che qualcosa di nu sarebbe successo, e in effetti, quella fighetta di Michela m ha trascinato a se, dandomi un bacio sulle labbra, di fronte a Sara, che guardava un po’ stupita e forse in parte anche invidiosa: poi, Michela le ha detto “dai comprimi mentre me ne vado un attimo con lui di sopra, che ho voglia di trombare” , io la guardai con un’espressione beata e desiderosa.
In effetti, tutto mi sarei potuto aspettare, ma non il fatto che Michela potesse esplicitamente desiderare di trombare con me, e che volesse soprattutto farlo lì, senza alcun tipo di inibizione: dicendo alla collega quelle parole, poi, mi ha stupito ancor di più, regalandomi delle emozioni elettrizzanti, capaci di dare un’impronta ancor più irresistibile al nostro incontro.
Così dopo essere saliti al piano superiore, Michela mi ha accompagnato nella stanza: e richiusa la porta dietro di noi, quasi sbattendola, mi spinse sulla sedia, dicendomi “dai facciamo una sveltina, te lo ciuccio un po’ e dopo me lo metti in figa, ma mi raccomando, fai fai in fretta perché altrimenti di sotto qualcuno si accorge della nostra assenza, magari anche tra i miei altri colleghi.”
E dopo avermi sbottonato i pantaloni, velocemente e con una foga incredibile, mi ha praticamente strappato le mutande, prendendosi il cazzo in mano: lo ha spompinato velocemente, come se non potesse esserci altra cosa da fare nella vita e in quel momento, volesse riprendersi la rivincita su tante altre colleghe che in effetti, durante le loro importantissime occasioni di business, ne approfittavano pure per riuscire a fottersi uomini come se non ci fosse un domani.
Il suo modo di ciucciare, così deciso ed appassionato, ma nello stesso tempo delicato e raffinato, mi suggeriva il fatto che dovesse davvero essere una tipa amante del sesso orale, come se quest’ultimo fosse per lei una vera e propria arte, qualcosa in cui dimostrare tutta la sua capacità di essere un’artista piena di espressività e di desiderare di provocare in me il massimo piacere, come del resto stava facendo.
Mentre il mio cazzo scivolava dentro la sua bocca, scorrendo sulla sua lingua vogliosa, io la guardavo assaporare tutto il mio uccello, come se fosse un vero e proprio talismano del piacere, da adorare in tutti i modi, anche se ormai eravamo pronti per trombare, come mi disse apertamente senza farci tanti giri di parole, perché ormai era davvero desiderosa di prenderselo in figa, e già era bagnata mentre girandosi si preparava a prenderlo dentro.
Si stava sgrillettando allegramente la figa, e poi, divertendosi nell’accarezzarmi le palle dicendomi che ormai non dovevo farla aspettare troppo prima di fotterla, mi afferrò il cazzo in mano, e guidandolo nella figa, mi fece subito godere facendomi sentire la cappella stretta in quella meravigliosa figa che era ormai perfettamente lubrificata e pronta a farsi sfondare a dovere dalle mie spinte desiderose.
Così mi sistemai dietro di lei, e iniziai a spingere voglioso, sentendo la sua figa stretta che si prendeva il mio cazzo senza troppe difficoltà, e io godevo già all’idea di venirci dentro quella bella figa bagnata, e che non vedevo l’ora di riempire della mia sborra, perché desideravo veramente venire dentro di lei e sentirmi davvero realizzato, godendo nel bel mezzo di quell’evento che ormai non poteva che essere una buona occasione per godere per davvero.
Lei poi mi disse che voleva spingere e allora prese a sbattermi il suo culo sul mio cazzo, fottendolo senza sosta, proprio perché desiderava assaporare tutte quelle intense sensazioni mentre mi scopava così in modo determinato, e godeva come una troia mentre mi trombava così divinamente e godeva sempre di più: “Ahhhh, quanto mi piace il tuo cazzo, si, dimmelo che sono una troia, dammelo tutto quanto, fammelo fottere come un bastone infuocato, lo voglio” e io mi lasciavo sbattere quelle belle chiappe su di me.
Poi iniziai a metterle un dito in culo e a schiaffeggiarla sulle chiappe, e più sentivo il rumore meraviglioso delle sue chiappe su di me, più mi rilassavo e godevo, con il cuore che mi batteva sempre più forte, e io desideravo di venire in quella bella figa che sapevo mi avrebbe regalato un orgasmo davvero esplosivo , poi mi sfogai davvero su un lei, dicendole che era la mia troia, e che ero pronto a venire, mentre la sditalinavo come una puttanella vogliosa, capace di lasciarsi fottere come una cagna in calore.
Quindi spinsi ancor più forte il mio cazzo dentro di lei, e Michela si lasciò andare con il suo orgasmo intenso, mentre io ormai ero pronto a sborrare dentro di lei e le dissi “ohhh Michi, vengo, dimmi che posso venirti dentro” e lei rispose “si dai, sborrami in figa, lo voglio” e io mi lasciai andare scaricando completamente i collini, gemendo intensamente come se non ci fosse un freno al godimento.
Poi ci sistemammo velocemente e tornammo alla festa senza troppa attesa: e Sara vedendoci tornar disse “ah avete finito?! Ma quanto avete trombato?!” e noi “beh divinamente l’abbiamo fatto.”
∞
Gnocca e provocante, pronta a dare il meglio di sé con il suo trombamico Giuseppe: e la PR ha ispirato per bene il racconto erotico che ci è stato spedito 🙂
Una fighetta pr piena di attenzioni per il cazzo, di Giuseppe di Como
Prima edizione: Luglio 2016, by Atlantia Media.
© copyright MMXVI by Atlantia Media. Tutti i diritti riservati