Una castana

Il divertimento con la castana

Tra le compagne di corso che non capivano granché di quello che studiavano, di sicuro, Paola era una delle più incredibili, perché era sempre distratta in maniera inspiegabile e, poi, mi sembrava che non avesse nemmeno chissà quale voglia di stare ad ascoltare tante lezioni: e in effetti, era sempre presa con le sue fantasie, disegnando e scarabocchiando sui fogli degli appunti, e poi, di tanto in tanto si dava anche una bella toccata alla figa, quasi come se avesse voglia di sesso.

Io sedendole a fianco, durante una lezione, l’ho sgamata in pieno mentre si passava la mano sulla figa e, vedendola anche un po’ eccitata, le ho chiesto se non fosse il caso che se ne andasse altrove, prima che qualcuno si accorgesse di lei e, per risposta, mi ha detto “perché non te ne vieni via con me, stamattina, e andiamo a farci una bella scopata, anziché ascoltare queste storie noiose?” e poi ha aggiunto “lo so che ti piaccio, dai, te la do e ti do anche il culo se vieni con me”.

Ascoltando le sue parole, il mio cazzo mi si irrigidì nelle mutande, e, spostandolo nei jeans, le feci vedere che era già bello dritto: allora ci alzammo dagli ultimi banchi ed uscimmo, per andarcene via: lei conosceva un bel locale all’ultimo piano, nella soffitta, che era spesso ritrovo per chi aveva voglia di farsi una fumata e anche una bella scopata, alla salute di tutti i rotti in culo che si aggiravano per quelle aule, dove veramente non c’era spazio per tanta allegria, anzi, era tutto così noioso.

Ma ci sapeva fare con l’uccello

Salimmo in fretta le scale e, una volta raggiunta la soffitta, andammo in fretta in quell’angolo che lei conosceva bene, perché era il posto in cui già un paio di volte ci aveva portato qualcuno: e in effetti, non doveva essere poi un posto poco battuto, considerando che qualcuno aveva già abbandonato la confezione di un preservativo, e qualche mozzicone qua e là davano proprio l’impressione che fosse il ritrovo preferito di chi voleva prendersi un break durante i corsi più soporiferi.

Paola mi fece sedere su una vecchia sedia di legno, e poi, mi abbassò i pantaloni: aveva voglia di cazzo, eccome se lo desiderava, considerando che mi guardava con quell’aria da piccola troietta vogliosa, da stronzetta che sapeva bene come spompinare e scopare. Poi se lo portò alla bocca, ma prima di prenderselo dentro, lo strofinò come un bastone sulle guance, quindi sul naso, le labbra, e poi, piano piano se lo infilò in bocca, ingoiandolo come un wurstel bello diritto e duro.

Guardandomi per bene negli occhi, quella bella fighetta mi spompinò a dovere la cappella, facendola girare come una trottola impazzita nella sua bocca, mentre pian piano io iniziavo a sbottonarle i jeans, per prepararla ad una piacevole trombata, che sapevo sarebbe stata liberatrice sia per lei sia per me, perché entrambi quel giorno avevamo bisogno di emozioni forti, di dimenticarci del solito tran tran e delle lezioni di quel vecchio barbuto e scassacoglioni senza speranza.

Dopo averlo trasformato in un bel bastone duro e caldo, Paola mi guardò di nuovo negli occhi e, poi, mi disse di trombarla da dietro, senza pietà, di sfondarla senza fermarmi mai, e di andare anche a picchiarglielo in culo, perché voleva sentirlo sia davanti sia di dietro, a pecorina, come una vera troia in calore: la accontentai subito, non appena si mise a pecorina, schiaffandoglielo in figa senza preavviso, e sentendola eccitarsi e trattenere a fatica il piacere, con una punta di dolore.

Lei era fatta così, amava le sensazioni forti, e dopo il primo colpo, iniziò a dirmi che lo voleva sentire più dentro, che dovevo spingere più forte, senza fermarmi, perché le sembrava che stessi facendo troppo piano per i suoi desideri: quindi alzai il ritmo e, finalmente, prese a gemere un po’ più forte, quindi a godere sul serio, perché le piaceva sentire il cazzo dentro di lei, e allungando le braccia verso di me, prese le mani per spingermi a lei completamente senza che sfuggissi al mio dovere.

Quindi mi lasciai andare sul serio, spingendo con desiderio, perché piaceva pure a me sentirmi dentro quella bella figa, e senza dirle nulla, le infilai il pollice in culo, iniziando a rotearlo per allargarle a dovere l’ano prima che arrivasse il tempo di infilarle il mio cazzo voglioso: Paolo iniziò ad eccitarsi, e poi, mentre godeva col cazzo in figa, mi disse di passare al culo, che lo voleva, che non vedeva l’ora di sentirsi allargare per bene l’ano dal mio bell’uccello, che sarebbe stato divino.

Quindi lo tirai fuori e, delicatamente, lo feci entrare nel suo culo, mentre con le dita continuavo a masturbare questa troietta vogliosa, sempre più incapace di resistere a quelle spinte forti: era in preda al massimo desiderio massimo, e quando spinsi un po’ di più il cazzo dentro di lei, la sentii che tratteneva a fatica da una parte il piacere per il godimento in figa e, dall’altro, il dolore per come le ero entrato in culo, spingendolo dentro per raggiungere il massimo del piacere con lei.

Lo spinsi ancora un po’ nel suo bel culetto, finché poi, ormai stremato da tanto piacere, mi lasciai andare e feci una bella abbondante sborrata nel suo culo, sfogando tutta la mia voglia di svuotarmi i coglioni proprio in quel bel culetto stretto, che sembrava fatto apposta per ospitare il mio cazzo voglioso di godere: e Paola, sentendosi venire dentro in culo, si eccitò al punto da venire, qualche istante dopo, mentre continuavo a sgrillettarla senza fermarmi.

Il cazzo è sempre pronto per far godere una tipa come Paola: e Fil non si è tirato indietro nel momento giusto, vivendo una storia di sesso davvero unica.

Una castana che cercava qualcuno per divertirsi, di Fil di Novara

Prima edizione: Maggio 2016, by Atlantia Media.

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