Silvia la saxofonista ha suonato il mio cazzo: era troppo arrapante per me
L’altroieri, mentre stavo entrando a scuola, mi son accorto di come una ragazza dell’altra classe, che avevo già visto parecchie volte tra la mia compagnia, è veramente una strafiga della madonna: si presenta sempre con quel suo stile tra l’artista e la ragazza di mondo, mettendo ben in mostra quel suo culo bello rotondo e pure sodo, considerando come nel camminare, l’ho urtata per caso e ne ho approfittato per fare la mano morta.
Silvia è una bella tipa, bionda, con gli occhi scuri e un sorriso smagliante che ti abbaglia per quanto è scintillante: guarda sempre a tutto con quella sua aria da ragazza sempre pronta a lanciarsi in qualche nuova avventura, sempre desiderosa di conoscere l’ignota, e disponibile anche a lasciarsi un po’ andare, quando trova la persona giusta con la quale divertirsi e dimenticarsi di tutto il resto, esattamente come potrebbe fare un’artista.
Trovandola di fronte a me durante l’intervallo, mentre stavamo uscendo dalle nostri classi, l’ho salutata allegramente e le ho sorriso, chiedendole come fosse andata la prima metà della mattinata e, lei, guardandomi con un’aria un po’ sorniona, mi ha detto di essersi annoiata, e che non vedeva l’ora che arrivasse l’una per avviarsi poi a mangiare una bella piadina e, quindi, avviarsi verso i suoi corsi pomeridiani al conservatorio.
Nel discutere insieme, le ho quindi detto che anche a me piace dedicarmi alla musica e che, tra i diversi strumenti che ho in casa, in modo particolare sono appassionato di chitarre, considerando che ne ho diverse, che suono un po’ a tutte le ore, per rilassarmi e talvolta anche per scrivere qualche cosa di nuovo, qualche brano da suonare insieme alla mia band: Silvia, da subito interessata, mi ha detto che avrebbe voluto sentirne qualcuna…
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Quel pomeriggio tra musica e occhiate
Ci siamo quindi dati appuntamento alle 13 e, una volta arrivata la campanella, ci siamo subito precipitati verso la piadineria, per arraffare qualcosa da mangiare insieme: stavolta, però, le ho detto di venire con me a casa mia, che avremmo potuto pranzare più comodamente e, inoltre, le avrei fatto sentire qualche canzone della banda, perché nel parlarle, lei aveva pure preso in considerazione l’idea di entrare a far parte del gruppo.
Con Silvia siamo quindi giunti a casa, e una volta entrati, mi son accorto che in realtà non c’era nessuno: ne abbiamo approfittato per buttare le cartelle all’ingresso, e quindi, ci siamo avviati senza indugio verso la cucina, per arraffare qualcosa da bere e, nello stesso tempo, pure per riuscire a gustare anche le nostre piadine, divorandole letteralmente dalla prima fino all’ultima briciola, mentre con Silvia ci guardavamo divertiti.
Poi ci siamo accomodati al volo sul divano, e nel frattempo, ho preso un CD con le canzoni della band da sentire: mi son quindi alzato e l’ho sistemato nel lettore del salotto, per poi risistemarmi a sedere: Silvia era curiosa e, mi ha subito chiesto chi avesse scritto questa musica, al che, le ho risposto che erano tutte mie creazioni, e lei con un’aria di apprezzamento si è voltata a me e, d’istinto, mi ha dato una pacca sulla spalla per scherzare.
Io le ho appoggiato la mia mano sulla spalla e, durante l’ascolto, le dicevo che mi avrebbe fatto piacere che pure lei suonasse con noi, perché avrebbe aggiunto un tocco di colore in più con il suo sax: lei si è quindi voltata verso di me, e mi ha detto che si sarebbe senz’altro unita alla banda, perché trovava la musica molto interessante e degna di nota, soprattutto considerando anche che erano tutte idee inedite piuttosto ben sviluppate.
Quelle sue parole, non so perché, ma mi eccitarono al punto tale che levando la mano dalla sua spalla, mentre si stava girando verso di me, la travolsi letteralmente e finimmo insieme sul divano, io sopra di lei: Silvia era un po’ stupita, rideva, ma nello stesso tempo cercava le mia labbra, quasi come se oltre ad un’unione artistica, desiderasse anche farsi una bella scopata con me, con quella parte artistica del mio modo di essere.
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Sul divano una trombata indimenticabile
Stringendomi a lei, mi son subito sentito prendere in un vortice di passione, al che, le ho sollevato la maglietta e il reggiseno, e le ho risucchiato le sue tettine, facendola subito godere ed eccitare, dopodiché, mi son anch’io spogliato, lanciando i nostri vestiti sulle poltrone vicine, e mi son concentrato sui suoi leggings neri, giocando a provocarla con le mie mani tra le cosce, e quindi, le ho sfilato quegli eccitanti pantaloni e ho trovato un bel perizoma.
L’ho guardata, e le ho detto quanto mi arrapasse quell’abbinamento: Silvia non ha perso tempo, si è lasciata subito spogliare, al che poi le ho pure sfilato le sue All Stars, approfittando per abbassarmi pure io i miei pantaloni e i boxer, per metterle subito in mano il mio bel cazzo voglioso, che lei senza perdere tempo si è guidata in bocca, succhiandolo con energia e guardandomi con quegli occhioni scuri provocanti, e sorridendo mentre succhiava.
Le piaceva strapazzarmi il cazzo nella sua bocca, al punto tale da giocarci a dovere fino a farlo scivolarlo vogliosamente tra le labbra: si è quindi messa con le gambe alzate, spingendomele in spalla, e davanti a me ho visto quella sua bella figa rosa vogliosa di essere strapazzata, e senza pensarci, mi son bagnato la cappella e l’ho infilata dentro, godendo subito come un riccio e provocandola, giocando a strusciarlo sulle sue grandi labbra vogliose.
Tra una penetrazione e l’altra, Silvia godeva letteralmente come una troia, e lo voleva sempre di più, pregandomi di spingerlo dentro tutto con forza: poi, guardandomi con un’espressione da vera troia, mi ha detto di metterglielo in culo, perché voleva provare la sensazione di sentirsi il culo rotto dal mio bel cazzo caldo, che le piaceva sempre di più, e lo voleva sentire tutto suo, pronto ad unirsi in quel suo bel culo rotondo e sodo.
Dopo averle messo il mio pollice in culo, ed averle allargato leggermente l’ano, le ho sputato sul buco del culo e, lentamente, ho fatto entrare il mio cazzo: mi sembrava di aver trovato una nuova dimensione del piacere, e dopo le prime iniziali difficoltà, l’ho spinto sempre più dentro, godendo alla grande e, soprattutto, essendo pronto da un momento all’altro a venirle nel culo in modo copioso, regalandole tutta la mia sborra.
In pochi minuti di godimento, sono venuto davvero nel suo culo, mentre Silvia mi guardava con una faccia da troia: si è alzata dal divano, ha allargato le chiappe con le mani e, quindi, si è lasciata sgocciolare la mia sborra dal buco, guardandomi con un’aria soddisfatta e, nello stesso tempo, desiderando di nuovo il mio cazzo, che era comunque ancora bello duro e desideroso di lasciarsi scopare da quella splendida artista.
Silvia mi ha fatto sdraiare sul divano e, quindi, si è seduta sul mio bel cazzo caldo e ha iniziato a cavalcarmi: mi piaceva talmente tanto il fatto che continuasse a trombarmi, che l’ho lasciata fare, sculacciandole di tanto in tanto il suo bel culo, mentre godeva ad ogni stantuffata verso il suo utero…
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Daniele ci invita a leggere:
“Sono poche le storie vere di sesso che hanno lasciato il segno nel mio cuore, ma questa è sicuramente una di quelle e proprio per questo ho pensato che potesse essere eccitante condividerla insieme alla community di Erotici Racconti. ”
Con le sue labbra evidentemente sa anche divertirsi bene con la cappella: la troverà probabilmente molto simile all’imboccatura del suo strumento a fiato…davvero da raccomandare la sua troiaggine, perfetta per un racconto erotico come quello di Daniele…
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Silvia era arrapante e suonava il sax divinamente, di Daniele di Padova.
Prima edizione: aprile 2015, by Atlantia Media.
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