Quella strafiga mi ha fatto godere
Quando al lavoro le cose diventavano abbastanza difficili, una mia collega – Paola – non perdeva mai l’occasione per chiedermi dei consigli: vicina di scrivania, simpatica e carina, non potevo mai ignorarla, anche perché aveva un modo di porsi nei miei confronti che mi piaceva, una sorta di educazione di altri tempi che mi faceva considerare questa bella donna come un’interlocutrice alla quale dare una mano e, soprattutto, con la quale soffermarmi anche a parlare un attimo oltre il lavoro.
La scorsa settimana, proprio per l’arrivo di un nuovo cliente, lei si è soffermata a parlare con me di un paio di dettagli abbastanza importanti di un nuovo affare, perché aveva bisogno di confrontarsi con qualcuno che sapesse davvero come interpretare alcune questioni difficili: e io non mi son fatto pregare per darle una mano, concentrandomi sulle sue domande, mentre qualcosa di strano succedeva sotto la scrivania, durante la nostra conversazione tra colleghi di lavoro.
Paola si stiracchiava un po’, e poi, come d’incanto allungava la sua gamba al di sotto delle postazioni di lavoro, per andare a solleticare le mie voglie: il suo piedino delicato, infatti, sfregava sul mio cazzo, risvegliando in me dei desideri nei suoi confronti che, in effetti, per parecchio tempo avevo soffocato perché non volevo avere guai al lavoro e, soprattutto, perché non ritenevo questa bella donna una porca da trombarmi a tutti i costi su quella scrivania in ufficio.
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Dopo averla aiutata a risolvere un paio di questioni piuttosto importanti, quindi, mi sono accorto di come lei fosse interessata a qualcos’altro, come se non volesse lasciar cadere quanto aveva fatto poco fa sotto la scrivania con il suo piede: guardandomi con uno sguardo da coniglietta vogliosa, infatti, mi propose di seguirla nell’ufficio della contabilità, quello separato dal resto dell’azienda, perché voleva farmi vedere lei come avrebbe premiato la mia disponibilità.
In pochi istanti, me la ritrovai nuda davanti a me, con solo delle calze leggere e un perizoma, ormai pronta a concedersi alle mie fantasie: la feci sdraiare subito sul divano, perché ormai sapevo esattamente quello che volevo da lei, e per nulla al mondo mi sarei trattenuto prima di aver fatto sesso con lei, in quell’ufficio, mentre tutti gli altri erano o in vacanza o fuori per lavoro, e quindi non ci avrebbero potuto intralciare in alcun modo durante il nostro incontro focoso.
Paola afferrò il mio cazzo caldo e duro, come fosse una torcia incendiata, e si preparò subito a succhiarlo con decisione: lo voleva tutto per lei, perché dopo tanto lavoro, si sentiva in diritto di potersi divertire un po’ con il mio uccello caldo, preparandolo a qualche cosa di più eccitante e provocante, come una bella cavalcata sul divano, per vivere un momento sufficientemente piacevole ed indimenticabile, soprattutto alla salute di tutti gli altri colleghi, che un po’ potevano invidiarci.
Il suo modo di leccarmi e succhiarmi il cazzo, e poi, quelle movenze da vera gattona provocatrice, non potevano non conquistarmi in quel momento: e più lei si impegnava in queste cose, e più io non riuscivo a contenermi, iniziando ad agitarmi sempre di più, desiderando che si ingoiasse tutto il mio cazzo nella sua bocca magnifica, per poi prenderla, sollevarla, e sistemarla su quel divano a pecorina e, con quel bel culo di fronte, iniziare a scuoterle il cazzo rumorosamente sulle chiappe.
Paola si stava eccitando sempre di più, con quella meravigliosa figa sempre più calda e bagnata, e io con quella vista meravigliosa sulla sua intimità, non vedevo l’ora di metterle il mio cazzo duro dentro, e iniziare ad assaporare il piacere di una trombata unica: così, il mio uccello pian piano è scivolato in quella stretta di vita, muovendosi avanti e indietro, in un moto di piacere che soltanto la mia sborrata finale avrebbe potuto interrompere in maniera esplosiva.
Iniziai quindi a spingere sempre più intensamente il mio cazzo dentro di lei, sentendola ansimare e desiderare di avere sempre di più il mio membro dentro di lei, e mi appoggiavo allo stesso tempo sul suo fondoschiena, tirandolo sempre più verso di me, perché volevo penetrarla tutta e sentirmi dentro di lei fino in fondo, assaporando il piacere di una trombata che era a dir poco intensa e contraddistinta da un ritmo che era a questo punto qualcosa di incredibilmente piacevole.
Carico di vita e allo stesso tempo di voglia di venire dentro di lei, continuai a trombarla intensamente, in una pecorina focosa ed esplosiva, quando a un certo punto pure Paola si lasciò andare in un lungo gemito: era venuta, non ne poteva più di farsi trombare in quella maniera e, infatti, poco dopo mi chiese quando sarei venuto, perché aveva goduto talmente tanto da sentirsi sfondare la figa e, mentre continuavo a spingerlo dentro di lei, me lo arraffò con una mano e prese a segarmelo.
Così, mentre il mio membro era già ben fottuto dalla sua fighetta, Paola mi fece venire qualche istante dopo masturbandomelo dentro la sua figa: la cosa fu a dir poco divina, considerando come mi sentii liberare da un’energia vitale che da tempo avrei dovuto liberare: la mia sborrata fu tale da farla eccitare di nuovo e farla sentire una porca soddisfatta fino in fondo, soprattutto dopo avermi sentito spruzzare fuori tutta quella vita dal mio cazzo.
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Paola aveva davvero bisogno del cazzo di Alessio, non ne poteva fare a meno: e così ha vissuto una bella avventura di piacere, che si è conclusa in un racconto erotico pieno di dettagli goduriosi.
Paola una strafiga che mi tentava continuamente, di Alessio di Piacenza.
Prima edizione: gennaio 2016, by Atlantia Media.
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