Manuela la tipa agile

Tanto sesso per quella tipa

Manuela sa sempre fare casino in ufficio: tra una telefonata e l’altra, sclerate con clienti e gente di ogni tipo, sembra sempre pronta a portare tutti quanti sull’orlo di una guerra, salvo poi riuscire sempre a fermarsi per tempo e riappacificarsi con tutti quanti. Quello che è successo negli ultimi tempi, rispecchia esattamente ciò che ci si poteva aspettare da una tipa come lei, soprattutto, quando una collega se n’è andata via perché ne aveva piene le palle di tutte queste storie malatissime.

Di tanto in tanto si fermava anche da me, a dirmi un po’ di cose e, quando trovava qualcosa che non le piacesse più di quel tanto, poi, si lasciava anche andare a dirne di tutti i colori, quasi come se volesse litigare sul serio anche con noi uomini, oltre che a fare la guerra con le donne: ma in realtà, non è che durasse poi tanto il suo nervosismo, anche perché dopo poco tempo cercava sempre di tornare sui suoi passi, e di scusarsi per quello che aveva detto agli altri magari in un momento no.

Solo che a qualcuno il suo modo di fare non è che piacesse tanto, e quindi, andava pure a finire che lei ci rimanesse male, perché al termine di una discussione concludeva sempre e comunque con un “sapete come sono fatta, dai, io le cose ve le dico in faccia, ma poi non è che mi piaccia far stare male tutti” e la cosa a me piaceva parecchio, tant’è vero che in un modo o nell’altro riuscivo sempre a dimenticarmi delle sue parole, perché non volevo certo prendere rabbia di continuo.

L’ultima sfuriata l’ha fatta lunedì scorso, quando rientrata da un paio di commissioni, trovando delle cose che erano rimaste in sospeso, non ha perso tempo per prendersela ancora una volta con me e gli altri colleghi: se questi ultimi l’hanno mandata a cagare senza troppi giri di parole, a me in fondo in fondo dispiaceva fare ciò, e quindi, dopo averla fatta sfuriare, l’ho letteralmente lasciata sbollire, dicendole che comunque non mi sarei mai lasciato trasportare da tutte queste cazzate.

E poi la voglia di fare pace

Manuela mi guardò con quella sua espressione sempre in bilico tra l’accondiscendente e la simpatica, che non riusciva a tenere il muso per troppo tempo, anche perché per lei comunicare sempre con gli altri era qualche cosa di fondamentale, e non poteva immaginarsi di certo di avere attorno a sé dei colleghi che da un giorno all’altro le voltassero le spalle, lasciandola letteralmente nella merda durante lo svolgimento di qualche importante incarico per uno dei nostri clienti difficili.

Quindi mi disse “dai, andiamo a prenderci un caffè, Claudio” e io la seguii felice, perché mi piaceva riuscire a restare sempre a contatto con Manuela, perché in segreto mi piaceva pure come tipa, al di là del suo carattere così esplosivo, perché mi suggeriva quanto potesse essere anche tutta da scoprire sotto altri profili, soprattutto dal punto di vista erotico, perché mi immaginavo già come potesse essere piena di desiderio e capace di conquistarsi ciò che davvero potesse piacerle sul serio.

Andammo a parlare insieme per quel caffè, e mentre mi raccontava un po’ degli ultimi casini, di tanto in tanto, muovendosi mostrava quelle belle cosce che mi sembravano irresistibili: lei si accorse delle mie occhiate furtive e, guardandomi bene, mi disse “allora, hai finito di guardarmele? Non vorrai mica consumarmele con gli occhi e poi restarne senza per il resto, vero?!” e io rimasi senza parole, perché non pensavo che potesse uscirsene così senza troppi problemi con queste parole.

Le dissi “Manu, lo sai che sei una figa della madonna, non posso farci nulla se mi piace guardarti” e lei disse “guardare e non toccare?” e io “se mi dici così mi provochi troppo e me lo fai diventare già bello duro: sei figa e lo sai che mi piace guardarti” e poi lei si voltò di nuovo e mi provocò con lo sguardo e le labbra, dicendomi “perché non mi scopi in ufficio, e mi fai rilassare un po’: con tutte le cagate che combinano i tuoi colleghi e le tue colleghe, ancor più sceme di tutti gli uomini dell’azienda…”

Mi sembrava di sognare, mentre lei mi parlava in quel modo, e le dissi “ti voglio scopare come una troia, ti voglio tutta, dimmi che me la dai” e lei “non vedo l’ora di vedere com’è il tuo cazzo, dai, andiamocene di sopra che ti faccio vedere io di cosa sono capace!” e ce ne andammo verso il suo ufficio, dove lei richiuse la porta dietro di sé, a chiave, e chiamò la segretaria, dicendo che non voleva essere disturbata da nessuno, perché aveva da svolgere un lavoro importante.

Quindi entrammo nella saletta riservata del suo ufficio, una stanza dove non ero mai entrato in precedenza, che era una sorta di camera nella camera “ti piace qui?” e io “è bellissimo: ma non ci ero mai stato prima” e lei di ritorno “qui si fanno solo gli incontri con i clienti più importanti” e quindi “dai, fammi vedere che hai voglia di cazzo” e lei “e tu fammi vedere che adori la figa e non ci puoi vivere senza” e dopo averla presa in braccio, la sistemai sulla tavola, poi iniziai a baciarle le braccia e salire oltre.

Le sfilai la magliettina bianca, e poi, il reggiseno: e rimase con quelle belle tettine abbronzate di fronte a me, che reclamavano tanto piacere. Le leccai e succhiai quei meravigliosi capezzoli, e sentendola eccitarsi, scesi oltre, e le sfilai finalmente quei leggings neri lucidi che la rendevano irresistibile, e poi anche gli stivali neri, e poi quelle mutandine meravigliose che aveva, con quel pizzo troppo provocante per resistervi, e quindi mi lasciai andare con la lingua ad esplorarla tutta.

Aveva una bellissima fighetta bagnata e calda, che non vedeva l’ora delle mie attenzioni: era già tutta eccitata, e glielo dissi “ma sei già bagnata, Manu?” e lei “solo a vederti il culo mi è venuta voglia del tuo cazzo, sai?” e io “mmm, la voglio tutta per me, sei magnifica” e lei “dai, leccami la passera, fammi vedere che ti piace, dai” e a quel punto affondai tutto me stesso dentro la sua intimità, assaporandola tutta, perché mi piaceva da morire, e la sentii già irrigidirsi per il piacere mentre leccavo.

Poi si lasciò andare e disse proprio “mhhhh, siii, uhhhhh daiiii, leccala” mentre io mi avviavo su di lei senza alcun pudore, leccandola tutta, provocandola con i miei gesti delicati e leggeri, mentre la mia lingua lavorava divinamente dentro di lei. Manuela voleva sempre più sentirsi desiderata, e infatti, mi strinse la testa a lei “daaiiii, leccala, ohhhh siiiiiiiiiiiiii, daiiii, ohhhhhhhhhhh mi piaceee, ohhhh siiiii, siiiiiiiiiiiiiii, ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh veeeeeengooooooooooooooo ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh.”

Era già venuta quella bella gnocca di Manu, e dentro di me pensavo già a come mi avrebbe fregato, ma non lo fece: mi levò i pantaloni, mentre io mi levavo la maglietta, e poi anche le mutande, e mi sistemò sul tavolo “adesso ti salto sopra e ti faccio sborrare dentro di me, voglio che vieni dentro di me” e io le dissi “sono già eccitatissimo, non ci metterò tanto a venire” e lei “vedremo subito quanto sei esplosivo” e lei allargò le gambe, e poi, montò su di me, infilandosi il cazzo nella figa.

Al contatto con quella bellissima passera, le dissi “oooooohhhh, scopami Manu, daiiiii, ohhhhhhhhhhh” e lei si mosse piano su e giù, guardandomi sorridendo, dicendomi “ti piace la figa, eh?! lo so che ti piace, dimmelo che ti piace la mia figa!!” e io le dissi “mi piace la tua figa, Manu, sei stragnocca, dai, scopami così” mentre si muoveva piano piano, e poi, si sollevò, e andò a voltarsi, montandomi sopra il cazzo “ohhh, se mi scopi così vengo subito, dai, trombami Manu, fallo così.”

Manu riprese a trombarmi con voglia, e godevo sotto le sue spinte, finché le dissi “sto venendo, Manu, sto venendo…” e lei “e allora sborrami nella figa, riempimela tutta” e io mi lasciai andare “ohh siii ohh siiiii, ohhhh siiiiiiiii, siiiiii, siiiii, siiiiiiiii, ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh ohhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh” e quindi gli schizzi si fecero sempre più lunghi ed abbondanti, per quanto sborra lei riuscì a tirarmi fuori dalle palle. E poi mi guardò, dicendomi “ti ho svuotato i coglioni, eh?!”

Manuela sapeva esattamente come fare con il cazzo di Claudio, e l’ha fatto stragodere: il suo racconto erotico non mente al riguardo.

Manuela la tipa agile sotto la scrivania, di Claudio di Bergamo

Prima edizione: Luglio 2016, by Atlantia Media.

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