La scopata della mia vita in ufficio
In ufficio ci si annoia veramente tanto, ma da quanto è arrivata la nuova segretaria penso di poter dire che c’è un motivo in più per poter fare tardi la sera. La nuova arrivata si chiama Melissa ed ha lunghi capelli rossi, che le arrivano poco sotto le spalle; veste sempre con abiti attillati e indossa tacchi a spicco che la rendono ancora più sexy agli occhi di tutti i colleghi di lavoro.
Oggi però non voglio raccontarvi di come si veste, bensì di quello che è accaduto lo scorso venerdì pomeriggio: ero rimasto da solo in ufficio e, fino ad un certo momento, pensavo che se ne fossero andati veramente tutti. Ad un tratto, invece, sentii un “toc, toc” alla mia porta e, dunque, gridai “avanti”. La splendida Melissa faceva capolino dalla porta e con i suoi grossi occhioni azzurri mi chiedeva:
-Patrizio, hai ancora bisogno di me oppure posso staccare?
-Ah, pensavo te ne fossi andata via da un pezzo…in realtà, potresti prepararmi un caffé?
-Volentieri Patrizio!
Quindi voltandosi mi diede le spalle, lasciando in bella vista il suo culo a mandolino, sotto ad un bell’abito rosso. Quindi, in quel momento mi scoppiò un fischio e non resistetti nell’esclamare:
-Che fisico!
Lei in realtà aveva già chiuso la porta, ma non credevo che mi avesse sentito, quindi, come se nulla fosse continua a compilare le mie tabelle di excel, perché ne avevo veramente tanto da fare. Al suo ritorno, Melissa arriverò un due caffé e mi disse che l’avrebbe bevuto insieme a me, per farmi compagnia, prima di ritornare a casa sua.
Dopodiché iniziò a levare i suoi alti tacchi e lasciarli vicino alla porta, al che il le chiesi perché le avesse levate.
-Ma come, non ho un bel fisico? Pensavo volessi giocare un po’ con me!
A quel punto, saltai quasi sulla sedia e le dissi che non pensavo che mi avesse sentito prima.
-Sai, le porte non sono poi così spesse!
Mentre lo diceva, slacciava anche la zip del suo abito, rimanendo così in collant, slip e reggiseno. A quel punto, allora, mi alzai dalla mia scrivania di lavoro e sbottonai i miei pantaloni, levando poi la polo blu che indossavo. Quindi, rimasi solo in boxer e calze nere e mi avvicinai verso di lei, spostandola verlo il divanetto nero della stanza.
∞
La mia segretaria aveva un corpo da urlo
Guardandola da vicino mi accorsi ancora di più che il suo corpo era perfetto, impeccabile con tutte le forme giuste al loro posto. Quindi, inizia a baciarla focosamente, piazzandole la mia lingua nella sua bocca; anche lei mi si avvinghiò con le braccia intorno al collo e, dunque, a quel punto la feci piazzare sul divanetto, mettendola a carponi.
Avevo una visuale perfetta del suo culo, ma non mi bastava solo verdelo e toccarlo con gli slip indosso e quindi, dopo averle tolto i collant, le strappai letteralmente di dosso pure lo slip, lasciandola nuda davanti a me. A quel punto, poi, le piazzai subito il mio grosso cazzo caldo sul buco della figa che, ancora, era socchiuso tra le due grosse labbra.
Pian piano inizia a puntarlo, spingendo un pezzetto della cappella sempre più avanti, fino a quando il mio pisello non venne inghiottito dalla sua passera calda. Allora, era arrivato il momento giusto per sbatterla con forza e sfondarla a più non posso; iniziai a muovermi avanti indietro, con i suoi versetti e respiri che si facevano sempre più intensi. Decisi poi di fermarmi e di buttarla sulla mia scrivania: buttati tutto a terra e la piazzai li sopra, con le gambe aperte verso di me.
La tirai nuovamente verso di me e poi le feci sollevare leggermente il bacino per piazzarle al meglio il mio cazzo nella sua passera. Lei sobbalzò nuovamente ed emise un altro verso; io, quindi, iniziai a darci dentro ancor più forte, perché sentivo oramai il mio pisello pieno di sborra pronta a fuoriuscire dagli argini come un fiume in piena.
Quindi, dopo altre due botte, le sborrai sulla pancia, spruzzandole il mio nettare in ogni piccolo angolo dell’addome. Lei a quel punto mi chiese di farla godere ancora un po’, sgrillettandole il clitoride con il pollice. A quel punto, dunque, cercai di soddisfare la sua voglia infinita di godere, fino a quando non la sentii urlare e godere come una porca.
Io e Melissa avevamo fatto un disastro immenso in ufficio, ma potevamo dichiararci soddisfatti entrambi di quella scopata che ci aveva fatto godere al meglio. Spero di poterla scopare ancora una volta per poter apprezzare ogni sua singola pieghetta all’interno della sua farfallina.
∞
In ufficio è sempre tutto più bello: e Patrizio sa bene come si gode, considerando come ha raccontato con la sua storia di sesso l’avventura erotica meravigliosa.
La scopata migliore della mia vita in ufficio, di Patrizio di Firenze
Prima edizione: Settembre 2016, by Atlantia Media.
© copyright MMXVI by Atlantia Media. Tutti i diritti riservati