Compagna di scuola

La compagna amante del cazzo

Non posso dire che Sabrina, con il suo modo di fare, non sapesse come accendere per bene la passione in me: la vedevo arrivare così piena di vita, sculettante, ogni giorno di corso, e mi domandavo sempre quando, prima o poi, sarei riuscito a farla cedere sotto le mie lusinghe, portandomela finalmente a letto: in effetti, la trovavo troppo hot per riuscire a resistere a lei e alle sue movenze, e anche quando era seduta, aveva sempre qualche cosa di irresistibile ai miei occhi.

Con quella bella carnagione olivastra, capelli scuri e quelle labbra vogliose, Sabrina era davvero il ritratto della figona perfetta: culona al punto giusto, tettine affascinante e cosce provocanti, questa gnocca non poteva non fare colpo su di me, soprattutto, ogni volta che si levava la giacca o sollevava le sue maglie lunghe, e scopriva il suo culo, facendomelo diventare duro e spingendomi a desiderare di riuscire finalmente ad averlo tutto per me, per una parentesi di piacere.

Sabrina condivideva con me gran parte dei corsi, e spesso mi chiedeva di ritrovarci anche a ripetere un po’ di cose che non riusciva proprio a farsi entrare in testa, come per esempio quelle di statistiche, che per lei era un vero e proprio incubo che non vedeva l’ora di riuscire a lasciarsi alle spalle una volta per tutte: e quando si avvicinò l’esame, si moltiplicarono le occasioni per trascorrere del tempo in sua compagnia, tra lo studio e anche qualcos’altro.

Un pomeriggio, siccome non aveva capito le ultime cose viste al corso, mi chiese di farle compagnia a casa e di aiutarla a ripetere un po: io ne approfittai, mi diedi subito disponibile e, quando arrivò il momento di precipitarsi a casa sua, ci andai anche con un bel goldone nel portafogli, perché non potevo resistere all’idea di farmelo mettere da lei, con la bocca, e poi, di darci dentro a dovere con una bella e indimenticabile trombata in sua compagnia.

Finalmente un esame sul campo

Quando arrivai a casa sua, Sabrina era un attimo alle prese con il pranzo, una veloce piadina perché era già abbastanza tardi, e non c’era nessuno salvo lei: dopo un veloce saluto, mi ha subito invitato a mangiare qualcosa con lei, ma non avendo appetito, le ho soltanto chiesto un bicchiere di acqua, perché avevo proprio una gran sete, e lei, me lo offrì con piacere, sorridente e felice, proprio come se quel giorno sapeva che finalmente avrebbe avuto una mano per risolvere i problemi di studio.

Era davvero allegra, e mentre mangiava, mi guardava con un’espressione felice, dicendomi che finalmente sarebbe riuscita a concludere quel capitolo del cazzo, che non poteva proprio sopportare, e non vedeva l’ora di archiviare, per riuscire a dare il meglio negli studi e, finalmente, riuscire ad affrontare con maggior determinazione gli esami, ormai sempre più vicini, che sembravano una scogliera in cui, prima o poi, si sarebbero infranti i sogni di andare oltre, senza una buona preparazione.

Sabrina quindi prima di iniziare a studiare, condividendo con me un po’ di tempo tra chiacchiere e risate, mi disse che in effetti aveva voglia di ripassare subito ciò che non capiva, perché dopo aveva voglia di svagarsi: così, presi i libri in mano, e ripetendo ciò che proprio non le entrava in testa, con lei iniziammo a far battute, doppisensi, e a raccontare stupidate di ogni tipo per riuscire ad esorcizzare quell’impegno abbastanza noioso e ripetitivo, perché lei voleva capire.

Alla fine, dopo parecchi tentativi, Sabrina finalmente riuscì a farsi entrare in testa quei concetti noiosi e difficili, e ne fu davvero felice: saltellava, scherzava, mi spintonava, come se fossimo ad un concerto punk, e poi, parlava imprecando con tantissime parolacce, e ancora, dicendomi che non vedeva l’ora di riuscire a superare l’esame, ma che ora, finalmente potevamo rilassarci per davvero, magari anche andando a fare un giro in centro senza far radici a casa con i manuali.

Ma quando lei dissi che la trovavo figa, davvero figa, la vidi accendersi di un desiderio strano: mi guardò con il suo volto curioso, e poi, mi ringraziò, dicendo che le piacevano quegli uomini che facevano complimenti spinti, e anzi, ne avrebbe voluti sentire di più e io non esitai più di quel tanto, riprendendo a dirle che era una bella teen hot, una di quelle da prendere da dietro e da sbattere rumorosamente, trombandola fino a farla svenire per il piacere, senza fermarsi mai nello spingere.

Mi guardò con un’aria di apprezzamento e poi disse “non male, perché non superiamo un bell’esame ora?” e io “dici sul serio, Sabri?” e lei “ovvio, fammi vedere il cazzo, e poi ti dico se l’esame è superato” e io mi abbassai i pantaloni e le mutande, e le mostrai il mio uccello “mmmm, niente male questo cazzo, non deve essere male da assaporare” e me lo scappellò con le dita, giocando a passarle attorno alla mia cappella, e guardandomi sorridendo, dicendomi “ti piace?” e io “mmmm, dolcissima.”

Sabrina quindi mi si avvicinò con la bocca al cazzo, e gli diede una bella leccata vogliosa: era piena di desiderio, troppo vogliosa per resistere oltre, e quindi, mi spompinò velocemente il cazzo, levandoselo di tanto in tanto dalla bocca, guardandomi con quella faccia da troiona, e chiedendomi “ti piace?”, facendomi perdere la testa soprattutto quando se lo ingoiava tutto, fino alla gola, e la sentivo resistere a fatica all’idea di non prenderselo tutto dentro.

Poi, dopo averlo spompinato al volo, mi disse “devo vedere se ho un preservativo, perché non ho voglia di farmi il bidet dopo” e io la lasciai fare, facendo finta di nulla, e quando ne trovò uno nella sua scrivania, mi accomodai sul letto senza agitarmi troppo: lei aprì la bustina, quindi, me lo srotolò sul cazzo senza perdere tempo, e me lo infilò con la bocca, applicandolo con decisione sull’uccello, rivestendomelo con una voglia matta di riuscire a prepararlo al meglio ad essere fottuto dalla sua figa.

Era già al top della voglia, e quando mi si accovacciò sopra, se lo fece entrare in quella bella figa calda e già bagnatissima: Sabrina era eccitatissima, e mentre si muoveva su e giù, tratteneva a stento tra le labbra il suo godimento, lasciandosi andare di tanto in tanto con qualche ansimo più forte e, poi, guardandomi sempre con quell’espressione da vera troiona, chiedendomi “ti piace, ti scopo bene?” e io “ohhhh sììììì, sei divina Sabri, mi piaci tantissimo” mentre lei si muoveva.

Si divertiva a fare il pendolo sopra il mio cazzo, mentre io invece le palpeggiavo le tette con desiderio, perché mi piaceva sentirla sopra di me, e mentre si stava eccitando e gemendo, io a un certo punto le misi pure un dito in culo, facendola eccitare ancor più, saltando sul mio cazzo come una molla, perché le piaceva sentirsi aprire in due la fighetta, e godere come una troietta in cerca di un bell’uccello in grado di farla venire dopo essersi rotta la testa con la statistica.

Quindi si lasciò andare, e alla fine, venne pure: io ero ancora un po’ indietro, e così, lei decise di levarmi il preservativo, dicendomi che alla fine non ci avrebbe messo molto a farsi un bidet. Così riprese a scoparmi, ma stavolta mi cavalcò al contrario, spingendo tutto il peso del suo culo sul mio cazzo, facendomi godere tantissimo mentre trombavamo, e io mi eccitavo non poco a sentirla sopra di me, muoversi in quel modo davvero poetico.

Continuò cosî per circa tre-quattro minuti, e poi, mi fece sborrare proprio dentro di lei: mi lasciai andare, scaricando tutto quello che avevo nelle palle dentro la sua figa, e vedendola così piena del mio seme, quando si sollevò da me, mi eccitai tantissimo. Quindi andammo in bagno per sistemarci, e qualche minuto dopo, finito tutto, diede un bacio al mio cazzo, e poi, rivestendoci uscimmo per andare a farci un giro…

Che figa una compagna così: Daniele, sei un uomo fortunato, e dovresti condividere più racconti erotici reali con noi della community!

Compagna di scuola…compagna di cazzo, di Daniele di Spoleto

Prima edizione: Giugno 2016, by Atlantia Media.

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