Ho dato il mio cazzo a quella stronzetta
Lo scorso autunno, mi sono trasferito a Genova per i miei studi universitari e, dopo aver trovato un appartamento non troppo grande e carino con un amico, dopo qualche mese, quest’ultimo se n’è dovuto andare via per raggiungere i suoi familiari a Firenze, lasciandomi per un paio di settimane con il dubbio di dovermi sobbarcare tutto l’affitto da solo, considerando come non trovavo qualcuno con cui condividere la casa.
Poi, un pomeriggio, per caso all’università ho incontrato una ragazza che cercava appunto una camera dove dormire: non appena l’ho sentita parlare, le ho subito detto che nell’appartamento in cui vivo, c’è proprio una stanza disponibile per essere affittata e che, se l’avesse voluto, sarebbe potuta venire a prendere in affitto quella stanza, condividendo con me quell’appartamento e sistemando entrambi ogni problema.
Elena non sembrava del tutto convinta della soluzione, così, le ho chiesto se avesse un po’ di tempo per venire a dare un’occhiata alla sistemazione: la stronzetta, sulle prime, non ne voleva tanto sapere di venirsene con me, da sola, ma poi di fronte alle mie gambe e al mio culo in perfetta forma, non ha saputo resistere e mi ha detto di sì, che sarebbe venuta a vedere la sua nuova stanza.
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Una volta entrati, la vidi guardarsi attorno sorridendo, quasi come se si fosse immaginata come potesse essere l’appartamento da studenti: e io le chiesi se davvero avesse pensato di trovarsi di fronte ad un posticino così carino. Mi guardò con un’espressione allegra, e per risposta, mi disse che era meglio di quanto avesse immaginato, ma che pensava – in cuor suo – che potesse essere quello il mio modello di casa.
La feci accomodare un attimo e, poi, le chiesi se volesse bere un caffè: ne aveva voglia, e nonostante i suoi modi un po’ da stronzetta, pian piano Elena sembrava mostrarsi in modo più spontaneo, facendomi conoscere una sensibilità totalmente differente, un carattere sicuramente più piacevole di quello che si potesse immaginare a vederla al primo incontro, stupendomi per la sua ilarità.
Senza pensarci due volte, ci sedemmo sul letto della stanza lasciata libera da Fabio, e sorseggiando il caffè, i suoi occhi incrociarono i miei: il suo sguardo era fin troppo provocante perchè potessi resisterle e quando vidi la sua lingua muoversi tra le labbra, non aspettai oltre e, spingendola sul letto, le finii sopra, sbaciucchiandola senza sosta, in preda ad un desiderio incredibile di scoparla su quel letto.
Elena era presa in un vortice di piacere e, muovendosi in quel modo così eccitato, mi guardava e rimirava con un’espressione da fighetta vogliosa: stringendomi a lei con le sue braccia attorno alla mia schiena, limonando con me, non desiderava altro che il mio bel cazzo, dicendomelo apertamente all’orecchio destro, affermando che non vedeva l’ora di sentire il mio bell’uccello dentro la sua fighetta.
Ci lanciammo quindi in un appassionato 69, con le mie labbra e la mia lingua che divoravano la sua intimità, insieme con il mio naso, in un lungo preliminare in cui, questa splendida tipa, mugolava leggermente con il mio cazzo in bocca, senza staccare mai la sua lingua dal mio membro infuocato, che ormai non vedeva proprio l’ora di fottersi quella bella gnocchetta desiderosa di attenzioni dal mio cazzo.
Sistemandosi a pecorina, e mostrandomi quel meraviglioso culo e quelle cosce vogliose, Elena mi disse che voleva la sbattessi per bene, in modo selvaggio, perchè voleva sentire tutta la mia carica erotica e vitale: e dopo essersi allargata per bene quelle meravigliose labbra della fighetta, feci scivolare con vigore il mio cazzo, godendo subito per le incredibili sensazioni che mi trasmetteva quella meravigliosa tipa.
Ansimai subito nel sentirlo ben dentro di lei, e quindi, iniziai a muovermi avanti ed indietro, schiaffeggiandole ben bene il culo, in modo rumoroso e deciso, sentendola godere ad ogni spinta dentro di lei: e vederla con la bocca aperta, con quel volto soddisfatto, mi rendeva ancor più desideroso di fotterla, di soddisfarla davvero fino in fondo, e così le misi pure il mio indice sinistro in culo, mentre la scopavo.
Elena ebbe un sussulto, e iniziò a dirmi che era la mia troia, che non voleva altro se non il mio cazzo, mentre io spingevo, schiaffeggiavo quella chiappa destra rumorosamente e, con il mio indice, continuavo a fotterle pure il buco del culo, vedendola sempre più presa dall’intensità della trombata, che continuò così per diversi minuti, mentre lei si contorceva nel suo piacere più intenso ed irresistibile.
Le dissi che, a una puttanella del genere, sarei senz’altro venuto in faccia, per imbrattarla a dovere con il mio seme: lei non si oppose e, anzi, cominciò anche a spingere con il suo bacino verso di me, per farmi godere di più. Pian piano mi sentivo sempre più vulnerabile al suo modo di trombarmi e, poco dopo, mi lasciai andare del tutto gemendo, preparandomi a sborrarle addosso, levando all’improvviso il mio cazzo.
Me lo segai di fronte ai suoi occhi vogliosi e, poco dopo, la mia sborrata le riempì gli occhi, il naso e le labbra: Elena mi guardò come una troia soddisfatta, mentre si leccava via il mio seme e se lo ingoiava golosa…
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Marco non si è voluto perdere nemmeno un istante con quella stronzetta di Elena: godimento, sesso e sensazioni travolgenti, sono gli ingredienti di un racconto erotico davvero splendido.
Una stronzetta hot che non sapeva resistere al cazzo, di Marco di Genova.
Prima edizione: gennaio 2016, by Atlantia Media.
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