Troia come lei

Quella culona troia senza pari

Da quando vado in palestra, ho preso a frequentare una supergnocca come poche, una tipa che, solo a vederla, mi fa venire una voglia incredibile di trombare e di venirle in faccia, tra quelle belle labbra che si ritrova: lei si chiama Carmela, fa l’istruttrice in quella piccola e piacevole palestra, frequentata da poca gente, e dove appunto c’è spazio per conoscersi meglio e farsi un bel po’ di risate, oltre che per allenarsi e tenersi in forma al posto che poltrire al lavoro.

Questa bella mora mediterranea, che mi faceva venire una voglia irresistibile di tirarlo fuori e di farla giocare, era in realtà abbastanza dichiaratamente lesbica: con il tempo, però, parlandole e cercando di scalfire quella sua patina di mistero, ho scoperto che oltre a piacerle la figa, in realtà, le piaceva pure il cazzo, e probabilmente se fossi anche stato abbastanza furbo e capace, me la sarei sicuramente portata a letto prima del tempo, assaporandone davvero la natura da porca.

Proprio per questo motivo, dopo aver frequentato per qualche tempo la palestra, non potendo più resistere alla vista del suo culo, una sera, mi son deciso facendomi avanti, per tentare di conquistare questa tipa una volta per tutte, almeno per lo spazio di una bella trombata, che sicuramente pure lei si sarebbe fatta senza troppe storie, considerando come si faceva pure trascinare un po’ dalle mie movenze e dai miei gesti, provocatori quanto bastava per farla mia.

Una troia del genere potevo solo sognarmela

Carmela, quella sera, mi sembrava veramente fuori di sé, per quanto era carica e, nello stesso tempo, per come cercava in tutti i modi possibili ed immaginabili di farmi scoppiare il cazzo nei pantaloni, vedendola muoversi in quel modo: e lei lo sapeva di fare colpo su di me, eccome se lo sapeva, considerando come faceva apposta a muoversi come una pantera, e allungava le mani, e poi stirava i muscoli, mettendo sempre ben in mostra il culo, quasi a dirmi che era lì da prendere al volo.

Io la guardavo, non potevo che sentirmi il cazzo tirare, e in effetti, a un certo punto mi son fatto avanti e le ho detto chiaramente che quella sera non poteva che finire con lei a trombare con me: Carmela mi guardò, si mise a ridere, e poi, tornando seria, mi disse che l’avremmo fatto nello spogliatoio dell’istruttrice, fottendosene di tutto quanto, perché quello volevamo entrambi, e non potevamo certo perdere tempo per discorsi morali o per tantissime ed inutili pippe mentali.

Dopo essere entrati nella stanza, ci siamo praticamente strappati i vestiti di dosso: i suoi leggings, insieme con il perizoma e la maglietta, sono volati letteralmente dalla panchina per terra, e quindi, a ruota, sono anche volati via i miei pantaloncini e i boxer, mentre nel frattempo, le sue mani correvano già sopra il mio cazzo, scappellandolo, perché le piaceva sentirlo caldo e duro tra le mani, a quella bella troia di Carmela, che poco dopo se lo sarebbe preso tutto in bocca.

La vedevo leccare di gusto, guardarmi il cazzo con ammirazione e soddisfazione, quasi come se per lei si trattasse di una questione di conquista, e quel bel cazzone non poteva essere altro che l’ennesimo idolo da prendere in bocca e da fottere a dovere. Vederla provocarmi con i suoi colpi di lingua, e poi, socchiudere le labbra attorno alla mia cappella, scivolando poi sotto, mi sono accorto di come lei volesse farmi scoppiare il cazzo dal godimento, prima di fottermelo e farmi godere.

Io la provocavo, spingendola sul mio cazzo, e poi, di nuovo, la guardavo negli occhi: mi fissava con quegli occhioni marroni, da vera porcona, e mi faceva capire che era la mia troia, disposta a farmi di tutto, e mai si sarebbe fermata. Quindi si levò il cazzo di bocca, ci sputò sopra, e poi, mi disse di mettermi immediatamente sulla panchina, perché voleva fottere, e fottere come diceva lei, saltandomi letteralmente sopra con tutto il peso, per farmi vedere di che cosa era capace.

Se lo prese in mano, e quindi, si piegò sulle ginocchia sedendosi sul mio cazzo in modo deciso: la mia cappella penetrò dentro di lei come uno scalpello infuocato, e lei godette subito quando se lo sentì entrare, e anzi, si lasciò andare gemendo tutta, come una troia che non lo prendeva dentro da un sacco di tempo, e che finalmente, poteva sfogare tutti i suoi desideri sul mio cazzo infuocato, che volevo lei mi fottesse senza ritegno, facendomi godere con quella sua figa bagnata e bollente.

Si bagnava, e godeva, e si piegava la testa all’indietro come un’esperta cavallerizza di cazzi, che non poteva rinunciare a sentirselo entrare, allargare la sua figa, e poi sfondarla definitivamente: era tutto un magnifico istante di piacere, senza fine, dove lei sapeva esattamente come dominare le sensazioni e le emozioni, perché scopava ed ansimava, e poi, mi chiedeva se mi piaceva, se era la mia troia, e se potevo trattenermi ancora a lungo per come mi scopava.

Io iniziavo a godere, ansimando un po’, e le dicevo che mi piaceva come mi trombava, e che non sarei stato capace di resistere a lungo, se mi avesse scopata per bene in punta: lei se lo prese proprio all’inizio, sotto la cappella, e lo scopò velocemente ma poco profondamente, facendomi impazzire, e chiedendomi di nuovo se mi piaceva, al che, le risposi che stavo perdendo il controllo e che tra poco le avrei innondato di sborra quella meravigliosa figa, se mi avesse scopato così.

Per tutta risposta, rallentò, mi guardò con quell’aria da troia, dicendomi che voleva farmi soffrire, e poi, si lasciò andare in un lungo gemito di piacere, mentre continuava a montarmi sopra piano, piano, con quella soddisfazione dipinta in faccia di chi sapeva esattamente come comandare le emozioni altrui. Qualche istante dopo, però, dopo aver goduto così tanto e bene con lei, mi lasciai andare all’improvviso, e le sborrai per bene in quella meravigliosa figa calda.

Carmela mi guardò soddisfatta, poi disse che voleva leccarmelo, perché dopo averla trombata, voleva sentire il gusto della mia sborra…

Grazie Mario per questo nuovo racconto erotico: i nostri amici della community lo leggeranno con piacere. a presto 🙂

Troia come lei non ne conoscevo nessuna (soprattutto così culona), di Mario di Torino.

Prima edizione: marzo 2016, by Atlantia Media.

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