Ho scopato la sua gnocca

Incontrandola così per caso in strada, senza conoscerla, guardandola in faccia si sarebbe potuta descrivere come una delle tante ragazze che si possono incrociare andando su e giù per il centro di una città: con quella sua espressione da ragazza a posto, Sara non avrebbe attratto l’attenzione di tanti uomini, salvo me, che di fronte al suo modo di osservarmi, con quella sua espressione tra il divertito e l’enigmatico, mi suggestionava parecchio, e mi spingeva a pormi domande sul suo conto.

Con i suoi capelli castani curati, il corpo bello in forma dopo un po’ di palestra e l’inizio di un nuovo lavoro, Sara era quella che si poteva definire una fighetta standard, forse non in grado di far perdere la testa, tuttavia, almeno nel mio caso, di affascinarmi con i suoi modi curiosi, anche perché mi immaginavo come potesse essere a letto una tipa così, piuttosto normale e non appariscente, proprio perché credevo che in quella sua normalità potessero nascondersi passioni per il piacere.

In effetti, non mi sbagliavo sul suo conto: era una tipa che cercava di non dar troppo nell’occhio, però, conoscendola meglio durante il passare dei mesi, mi sono accorto di come fosse animata da tutt’altro tipo di desideri, che pian piano esplicitava con i suoi gesti durante le cene insieme con gli altri, quelle belle serate goliardiche durante le quali non ci facevamo davvero mancare nulla, come nel caso di venerdì sera della scorsa settimana, dove ci siamo divertiti (e neppure poco).

Che aveva una voglia tremenda di cazzo

Dopo aver dato il via alla serata con un bell’aperitivo in giardino, infatti, a casa sua per la rimpatriata c’erano praticamente tutti quanti: musica in sottofondo, barbecue acceso e, soprattutto, una bella tavolata insieme, era l’incipit ideale per l’inizio di una serata perfetta, che poi, quando si è affacciata Sara all’orizzonte, è diventata ancor più eccitante: aveva appena rotto con il suo ultimo tipo e, per come era allegra e beveva, mi sembrava una preda perfetta per non far trascorrere la serata a vuoto.

Alla fine, tra un brindisi e l’altro, e un assaggio più gustoso dell’altro, verso le 22.30, pian piano, tutti si avviavano per andarsene chi a bere qualcosa, chi invece perché era stanco e l’indomani aveva da fare: in poco tempo, restammo soltanto in 4, mentre continuavamo a parlare e a raccontarci del più e del meno, finché, quando Sara si alzò per andare a sistemare un paio di cose in cucina, con la scusa di andarmene al bagno, qualche istante dopo mi avviai dentro casa per cercare di vederla.

Lei era in effetti già a sistemare un paio di teglie e di piatti, quando, vedendomi arrivare, mi sorrise e mi chiese se a forza di bere dovevo andare a cambiare l’acqua: in effetti, le risposi che era proprio così, ma poi, avvicinandomi a lei, le diedi un bacio sul collo, e mi sfregai al suo culo, eccitato, dicendole che stasera era davvero irresistibile.

Sara ci rimase un po’ stupita, dicendomi che mai avrebbe pensato osassi tanto, ma poi, sorridendo, mi sfiorò le labbra, dicendomi che mi avrebbe aspettato dopo, mentre tutti dormivano, per portarmi con lei ad assaporare un po’ di trasgressione: e così, dopo esser andato al bagno, tornai velocemente in giardino, come se nulla fosse, pregustando già quello che sarebbe successo dopo, alla faccia di tutti gli altri, che mai avrebbero potuto pensare a nostre avventure.

Tornai alla tavola, parlando del più e del meno con gli altri, mentre qualche minuto dopo, arrivò anche Sara, dicendo che era un po’ stanca ma che sarebbe stata comunque dei nostri per un altro po’, prima di ritirarsi per andare a letto: e così, andammo avanti a raccontarci cose per un’altra ora, finché, anche l’ultimo ospite presente se ne andò, e io restai con Sara e suo fratello, per l’ultimo giro di bevute, prima che lei se ne andasse e, qualche minuto dopo, pure lui ripartisse.

Ci salutammo e, poi, pure Andrea qualche minuto dopo mi disse che era stanco e che sarebbe andato pure lui a dormire, perché la settimana era stata abbastanza lunga: quindi, ci salutammo e, mentre stavo ripartendo, mi accorsi che Sara era affacciata alla finestra della sua camera, che gesticolava. Finsi di avviarmi nel vicolo e, poco dopo, ricevetti un paio di messaggi su Whatsapp: era lei che mi diceva di aspettare un attimo, perché poco dopo, di sicuro suo fratello sarebbe andato a dormire.

In effetti, dopo cinque minuti circa, la luce della camera di Andrea si accese e, quindi, Sara mi messaggiò dicendomi che aveva chiuso a chiave: era il segnale, di lì a poco si sarebbe coricato e, in effetti, spense la luce e si vide la televisione accesa. Era solito addormentarsi guardando dei film e, così, Sara mi scrisse di nuovo, dicendo di tornare di sotto, in giardino, che sarebbe scesa con una scusa ad aprirmi la porta, senza farsi sentire da Andrea.

Arrivò di sotto in religioso silenzio, ancora vestita con i suoi leggings grigi e la maglietta rossa fino all’altezza del culo, e guardandomi sorridendo, mi disse di entrare: avremmo dovuto essere silenziosi, perché suo fratello sarebbe anche potuto andare al bagno. Ci fermammo quindi giù nella taverna, e considerando che c’era pure un comodo divano, restammo lì, iniziando a sbaciucchiarci e toccari con intensità, perché avevamo voglia di trasgressione entrambi, proprio lì da lei.

Pian piano Sara iniziò ad eccitarsi, gemendo e sussurrandomi parole sconce, perché voleva godere, e me lo diceva “ahhh che bello, sììììììììììì, sbaciucchiami così, leccami, sììì”, mentre con la mia bocca ero sul suo collo, e la provocavo in quel modo, vedendola eccitarsi e desiderare tutto il godimento per lei, finché si lasciò andare, e facendosi spogliare da me, rimase senza maglietta, con quelle belle tettine e quei capezzoli alla vista, che nel frattempo mi dilettai a leccare e succhiare con voglia.

Ci sdraiammo quindi sul divano, con lei che godeva e gemeva per quell’inizio di preliminari che prometteva davvero bene: si eccitava, dimenava un po’, e nello stesso tempo, con la sua mano frugava nei miei pantaloni alla ricerca del mio cazzo, perché probabilmente non poteva attendere oltre il momento giusto per iniziare a spompinarmi, ed assaporare così un bel 69 su quel divano, che sarebbe stato testimone della nostra scopata di inizio aprile.

Le sue dolci labbra, qualche istante dopo, erano già belle umide e vogliose: e mentre io le sfilavo leggings e perizoma, mi ritrovavo tra le mani la sua bella fighetta, rasata di tutto punto, e pronta per essere goduta dalle mie fantasie più spinte. Qualche istante dopo, la sistemai su di me, perché potesse finalmente concedermi la sua figa, che era perfettamente allineata sulla mia faccia, mentre lei si avviava al mio cazzo, leccandolo con piacere, presa in quel momento di trasgressione.

Il nostro indimenticabile 69 iniziò nel migliore dei modi, con Sara che si dilettava con la mia cappella, e io che affondavo la mia lingua nella sua figa, leccando, e poi succhiando con le mie labbra, perché ero ormai alla ricerca del suo massimo piacere: lei ondeggiava su di me, per il piacere, mentre con le mie mani accarezzavo quelle belle cosce e quel bel culo, passandole dolcemente da una parte all’altra, in cerca del suo bel culetto, che non avrei nemmeno disdegnato di provare quella notte.

Sara era già su di giri, godeva, gemeva e mi stringeva il cazzo nella sua mano, mentre la sua bocca ormai mi regalava emozioni uniche spompinandomelo tutto, preparandomelo nel migliore dei modi alla più bella scopata che potessi immaginare: quindi iniziai anche a penetrarla con il mio indice, mentre leccavo, e di colpo la sentii irrigidirsi, ansimare un po’ più forte, trattenersi a fatica, finché si lasciò andare ed esplose silenziosamente in un lungo ansimo di piacere.

“aaaahhhhhh sììììììììììììì, ahhhhhhhhhhhhhhhhhh, goooodooooo, sììììììììììììììììì” sussurrava come una vera e propria puttanella, che era al massimo del suo godimento, ma che sapeva pure che il fratello, che dormiva un paio di piani più sopra, si sarebbe potuto comunque accorgere di noi, se fosse sceso, anche se in realtà tutto era spento, pure in taverna, e noi restavamo in un angolo buio, dove nessuno ci avrebbe potuto vederci, se non arrivando di proposito a quel divano un po’ discosto.

Quindi Sara si sollevò, e mi si sistemò sopra, allargando il suo bacino per prenderselo dentro: se lo infilò nella figa, mentre io godevo già, e mi sbaciucchiava con piacere, dicendomi che avrebbe voluto farmi godere, che voleva vedermi godere, e poi anche sborrare, perché voleva che toccassi il cielo con un dito: mi scopava divinamente, lentamente e a fondo, come piaceva a me, dimostrandomi quanto il mio cazzo le piacesse, scopandolo con una passione notevole.

Io le stringevo le mani sulle chiappe, per far sì che potesse fottermi meglio, guidandola anche sul mio cazzo, mentre lei non si scomponeva, e continuava a muoversi con agilità su di me, andando a fondo, e poi sollevandosi tutta fino in punta, quasi volendo tirar fuori il cazzo ogni volta e farlo rientrare, per rendere ancor più eccitante quella scopata sul divano, che per me stava diventando un’esperienza indimenticabile, lì a casa sua, all’insaputa di tutti e col rischio che Andrea ci sgamasse.

Poi Sara mi disse che ora avevo il diritto di godere di più, e si sollevò di nuovo, per poi andare a sistemarsi sul mio cazzo, dandomi le spalle, scopandolo divinamente: quando vidi il suo bel culo di fronte a me, aprirsi al punto giusto, e poi la sua figa, aprirsi e far sparire il mio cazzo dentro di lei, mi sentii quasi rapire in un momento di estasi, con quella meravigliosa ragazza che mi trombava lentamente, con passione, con una leggerezza che mai avevo trovato in una donna.

Le dissi che era divina, che mi piaceva di brutto, ma che non avrei potuto reggere molto a lungo quel piacere divino, e così, Sara mi stupì ancora una volta: si passò l’indice in bocca, inumidendoselo a dovere, e poi, sollevandosi di nuovo, si girò verso di me, e poi, ripiegata sulle sue gambe, tenendomi il cazzo dritto, si appoggiò pian piano con l’ano su di me, facendosi entrare la cappella molto delicatamente dentro di lei, perché ormai era troppo eccitata per non farlo così.

Fu dentro qualche istante dopo e, forse cinque o sei volte dopo che lei salì e scese su di me, finalmente, lanciai un gridolino soffocato di piacere, sborrando almeno 7-8 volte nel suo culo, e ansimando per quanto mi era piaciuto: Sara a quel punto mi baciò, a lungo, e continuò a scoparmi con il suo culo, mentre io godevo come un pazzo e non sapevo più come trattenere la mia sborra, che le aveva ormai riempito completamente quel magnifico culetto da fighetta vogliosa.

Poi lo tirò fuori, e restò su di me, sul mio petto, guardandomi con quell’aria da esperta trombatrice: mi aveva regalato una mezz’ora di estasi nella taverna di casa sua, e io, non ne avevo già abbastanza della sua figa e del suo culo, così, le proposi di continuare a farlo, perché mi piaceva tantissimo. Si sistemò a pecorina sul divano, e io, mi misi dietro di lei nel modo perfetto per continuare a scoparla, facendo entrare il mio cazzo in quella meravigliosa figa bagnata, che voleva godere ancora.

E la nostra nottata continuò con un altro paio di orgasmi per parte, finché, verso le 2, andammo a dormire in camera sua: eravamo certi che Andrea non si sarebbe accorto di nulla, perché di lì a qualche ora, sarebbe dovuto uscire per andare a fare un paio di commissioni…

Sara è davvero protagonista di questo racconto erotico eccitantissimo: grazie a Paolo per averlo scritto e condiviso con noi 🙂

Sara una gnocca che sapeva come stuzzicarmi a dovere, di Paolo di Modena.

Prima edizione: aprile 2016, by Atlantia Media.

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