Quella fighetta voleva godere
Mentre facevo shopping alla ricerca di un paio di mobiletti da sistemare a casa mia, così per caso, mi sono incontrato con una splendida commessa, una di quelle tipe simpatiche e carine, che amano stare in negozio proprio per incontrare tipi indecisi come me che, di fronte a tanta scelta nei negozi, non possono che ricorrere ai consigli preziosi di queste tipe, desiderose di rendersi utili e, perché no, anche di mostrarsi per quelle che sono: fighette.
Claudia mi ha da subito colpito per come era espansiva e capace di sorridere ad ogni cosa, quasi come se per lei le avventure della vita potessero essere qualche cosa di imprescindibile: e parlando con lei, mi sono proprio accorto che era il genere di ragazza che avrei tanto voluto conoscere da tempo, una di quelle avventuriere in cerca di emozioni, desiderosa di dare il meglio di sé in ogni cosa che fa e, soprattutto, in cerca di nuovi stimoli.
Dopo aver concluso il giro in negozio, e aver trovato ciò di cui avevo bisogno, le ho chiesto se avesse avuto qualche programma in particolare durante il week-end e che, se fosse stata libera, non sarebbe stato male concedersi un bel giro in montagna: dopo avermi guardato negli occhi con quella sua aria sempre scherzosa, sorridendo, mi rispose che la mia proposta non le dispiaceva e che sarebbe stato bello andare insieme a passeggiare.
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Una bella trombata con lei in montagna
Quel sabato mattina, Claudia era davvero pimpante più che mai, con quel suo inconfondibile sorriso aperto al mondo e, ancora, con quel suo desiderio incredibile di conoscere e visitare nuovi posti e nuove situazioni, in realtà, si nascondesse pure la voglia di qualcosa di diverso, di lasciarsi andare, magari nel bel mezzo della natura, senza pensare a nulla, per assaporare ancora una volta il piacere di essere pieni di vita in quel momento.
Iniziammo la nostra passeggiata e, tra una risata e l’altra, vedendo comunque che teneva un buon ritmo nel cammino, ne approfittai per fingere di essere meno preparato di lei e, quindi, di poter stare in un modo tale da ammirare quelle belle chiappe sode e perfette, muoversi sculettando in un modo che mi avrebbe presto provocato e spinto a desiderarla sempre di più, di farmi avanti con lei, e di trombarmela in mezzo alla natura.
Claudia si accorse che le fissavo il culo, e ridendo, mi disse di smetterla di guardarle le chiappe, perché a forza di farmi strane idee, non avrei più avuto le forze per camminare oltre: non riuscii a non essere onesto con lei, e le dissi apertamente che non potevo non ammirarle, perché vederle muoversi così, di fronte ai miei occhi, provocava in me un desiderio irrefrenabile, una sensazione strana, quella di chi desiderava trasgredire e basta.
Lei sorrise di gusto, dicendomi che non immaginava di essere così figa, la modesta, e che comunque non le sarebbe certo dispiaciuto lanciarsi in una bella avventura nel bosco con me: all’improvviso la guardai intensamente negli occhi, non parlai neppure, mi avvicinai a lei e le sfiorai quelle belle labbra carnose, giocandoci dolcemente, e stuzzicando in lei un desiderio sempre più irresistibile, che la faceva eccitare ancor di più.
Claudia mi guardò di nuovo, con quegli occhi pieni di vita, e quindi, la feci sedere su di me: per un istante ci ritrovammo persi in quella dimensione degli amanti, in mezzo alla natura, in preda ai nostri desideri più irresistibili, e subito dopo, trovammo un angolo di radura in cui sdraiarci, per non lasciar trascorrere quel momento magico, che ci avrebbe regalato un bel po’ di godimento, soprattutto nel cuore di una natura davvero incontaminata.
Appoggiai la mia giacca sul terreno e, quindi, Claudia andò a sistemarsi sopra: poi le sfilai quei bei pantaloni stretti, e le dissi che aveva due gambe da favola, che non avrei mai potuto fare a meno di leccare, cosa che feci subito, sentendola eccitarsi e desiderare di più, mentre le mie labbra si facevano pian piano strada verso la sua figa, che trovai poco dopo, spostandole dolcemente quel bel perizoma, che nascondeva due labbra così belle.
La baciai subito, e la sentii eccitarsi, gemere piano piano, sottovoce, come se non volesse rovinare la magia di quel momento: quindi iniziai a muovere le labbra come se poppassi da quella fonte di vita, e poi, leccandola, succhiandola brevemente tra un gesto e l’altro, e sentendola sempre più agitata, mentre pian piano lei mugolava, e mi dimostrava tutta la sua passione con le mani, muovendosi pian piano, non resistendo più alla mia bocca.
Claudia stava per venire, me ne accorsi perché le sue gambe si stavano sempre più irrigidendo, dopodiché, lei iniziò a gemere sempre più forte, e poi, si liberò in un lungo ansimare, al termine del quale il suo respiro si distese, e lei pure, mentre io continuavo con la mia lingua a farle assaporare tutta la mia passione per la sua figa, così bella e vogliosa, così pronta ad accogliermi nella sua intimità, per sentirci davvero pieni di vita.
Così lei si sistemò a gambe aperte, e poi, sollevando il suo culo, si prese i polpacci con le mani, tirandoli verso l’alto, e mi disse che voleva la scopassi così: tirai fuori il mio cazzo bello duro, e iniziai a sfregarlo sulla sua fighetta, sbattendolo pian piano sul suo clitoride, e poi, facendolo pure scorrere tra le sue labbra, su e giù, sentendola eccitarsi di nuovo, considerando come le piaceva sentire il cazzo su di lei, e probabilmente, ad un passo dal suo piacere.
Quindi lo lasciai scivolare dentro, e mi accorsi subito che la sua era una fighetta sogno: stretta al punto giusto, bagnata e calda, mi avrebbe fatto perdere la testa in quel bosco, mentre io mi muovevo avanti ed indietro, in quella posizione magnifica, senza perdere nemmeno un istante, perché vedendola eccitarsi e godere in quella posizione, mi rendeva ancor più desideroso di assaporare la sua fighetta, di fotterla senza pietà.
Claudia era piena di voglia, e mentre la scopavo in quella posizione, ad un certo punto, mi disse se non volevo anche fotterla in culo, che le sarebbe piaciuto sentire il mio cazzo dentro di lei: io lo tirai fuori, e glielo feci succhiare un po’ in punta, perché potesse essere finalmente umido al punto giusto da entrare lì. Mentre lei pompava il mio cazzo, io mi avvicinai al suo culo, e dopo averlo mordicchiato alle chiappe, passai la mia lingua sull’ano.
Poco dopo, con il mio cazzo pronto per fotterla, glielo avvicinai all’ano, e con una pressione leggera, lo feci entrare in lei: Claudia si eccitò subito, perché la cosa le piaceva tantissimo, seppure fosse un po’ dolorosa, mentre io ero eccitatissimo, e di fronte a quel bel culo da fottere, non potevo non spingere un po’ di più, scopandola con piacere, sentendo il mio cazzo stretto dentro di lei, sapendo che non avrei retto a lungo a quel piacere immenso.
Quindi durante le ultime spinte, mi sentii pronto ad innondarla di sborra, e senza nemmeno fermarmi, liberai i miei coglioni dentro di lei: le spruzzai dentro tutta quella vita, e nel godere, mi lasciai andare del tutto, appoggiandomi a lei, baciandola, per quanto mi era piaciuto scoparla in quel momento magnifico in mezzo alla natura…
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Vai Luca, conquista e scopa la fighetta: e non dimenticarti di raccontare la tua storia di sesso spinto con lei 🙂
Una spericolata fighetta da conquistare, di Luca di Verbania.
Prima edizione: aprile 2016, by Atlantia Media.
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