Sara voleva la sua sorpresa

Un sabato mattina, mi stavo rilassando bello tranquillo sotto il gazebo di casa mia, e facendo colazione all’aperto, vedendo tutt’attorno la splendida giornata che era, non avevo alcuna voglia di farmi disturbare da nessuno, perché già avevo in programma una bella gita in moto, e proprio mentre mi stavo preparando per uscire, sistemando le ultime cose, sentii il mio cellulare suonare, in modo insistente, mentre ero al bagno e mi concedevo una breve pausa per me stesso.

Così, alla terza chiamata che arrivò sul mio telefono, decisi di rispondere e sentire chi avesse bisogno di me: dall’altra parte del telefono sentii parlare Sara, un’amica che da un po’ di tempo aveva cambiato casa e, avendo bisogno di una mano per sistemare un po’ di questioni tecnologiche, ne approfittai per chiederle come andasse, e sentire un po’ come stavano procedendo le cose. E poi, capii che si trattava di una telefonata legata ad un problema con internet, e che aveva bisogno di aiuto.

Le dissi che mi aveva trovato per puro caso, perché avevo già preparato lo zaino per una gita in moto, e lei, per tutta risposta mi disse che era dispiaciuta di rompermi le scatole, e che se avessi voluto, dopo aver dato un’occhiata alle cose, me ne sarei potuto ripartire in fretta per la mia destinazione, perché non voleva certo rovinarmi la giornata in quella maniera, trattenendomi lì a casa sua, mentre di fuori il sole e il caldo invogliavano veramente ad andarsene altrove, a rilassarsi un po’.

Io le risposi che non c’era problema, anche se in cuor mio ero un po’ scazzato dall’idea di starmene lì un paio di ore a sistemare quei casini, ma poi decisi di salire in sella alla mia moto ed arrivai sotto casa verso le nove, e la trovai già lì in balcone, che mi aspettava: e dopo avermi fatto entrare e salutato, mi spiegò che aveva un problema a collegarsi ad internet, e che non poteva restare senza il segnale per tutto il week-end perché aveva un po’ di cose da fare.

Sara aveva voglia di trasgressione

In realtà mi accorsi sin dal primo istante che, oltre ad aver bisogno di un aiuto per la tecnologia, Sara probabilmente aveva anche voglia di altro: girovagava infatti per la casa con quei leggings neri di pelle, che avevano il pregio di serrarle il culo, forse non perfetto ma nemmeno da buttare via, e così un paio di occhiate gliele diedi pure, mentre stavo trafficando con i fili e finivo di sistemare il casino che era venuto fuori con quel maledettissimo router, che stava rovinando la mia giornata di mare.

Poi finalmente individuai la causa in alcune impostazioni, e una volta sistemate, internet tornò a funzionare correttamente in casa sua: Sara esclamò soddisfatta che ero un genio, e che non poteva fare a meno del mio aiuto, perché davvero non capiva nulla di tecnologia e, se non le avessi dato una mano in qualche modo, si sarebbe poi ritrovata a non sapere come gestire in modo corretto la connessione, e anche il suo lavoro da casa durante le giornate fuori dell’ufficio della sua azienda.

Così le dissi che in effetti era importante avere sempre tutto sotto controllo con le connessioni e, poi, lei mi chiese se non volessi bere un caffè: le dissi di sì, e poi, le chiesi se non volesse farsi un giro in moto con me, perché in effetti era una giornata troppo bella per non distrarsi un po’, e restare tutto il giorno chiusi in casa a lavorare, senza prendersi un po’ di svago e di tempo per sé stessi, per assaporare il trascorrere del tempo all’aria aperta con la natura attorno a noi.

Sara mi guardò, e mi disse che in realtà sarebbe voluta venire con me, che però, il lavoro la chiamava: e allora io, scherzando, le chiesi se il lavoro la chiamasse in ogni istante, anche in quelli meno interessanti…E lei, mi gettò un’occhiata felina, e poi, aggiunse “no per quei momenti no, il lavoro non esiste, anzi, il lavoro è….godere e basta!” e così io la guardai sorridendo, e le dissi “beh, meno male, altrimenti diventa veramente dura sgobbare solo e soltanto in ogni istante della vita.”

E lei a quel punto mi si lanciò addosso, mi strinse a lei, e mi disse “adesso ti lavoro io un po’ il cazzo, poi vedi se non ci divertiamo insieme: e fanculo al lavoro” e lasciai che si inginocchiasse di fronte a me, con la bocca già aperta, e piena di saliva, che già stava pensando di sputare sulla mia cappella. E quando la vide, finalmente, si lasciò andare, facendo colare la saliva sulla mia cappella gonfia, e prese a succhiarla come un confetto delizioso, assaporando quel momento come una vera troia.

Scendeva quanto bastava sul mio cazzo per prendersi in bocca la cappella come fosse una caramella, e farla girare allegramente tra le labbra, per provocarmi ancor di più, sapendo probabilmente che un punto debole come quello non lo si poteva lasciare da parte: e poi scese di nuovo con la sua bocca, quasi a prendersi metà cazzo dentro, e quindi risalì, e con la mano lo tenne dritto, per poi far scorrere le sue labbra socchiuse da cima a fondo, provocandomi ancor di più con quei gesti.

Ero ormai strafatto di godimento, e non vedevo l’ora che venisse l’ora di fare altro, ma Sara fu irremovibile: “no, dai, oggi non perdiamo troppo tempo: dopo un bel pompino, ce ne andiamo al mare con la tua moto, così ci gustiamo un po’ di tempo libero all’aperto” e io le dissi “ok, anche se una bella ripassata te la darei ben volentieri” e lei aggiunse “ehhhh lo so che non vedi l’ora, ma non adesso, dai, accontentati del mio pompino” e lasciai che riprendesse in bocca il mio cazzo.

Quindi il divertimento continuò per un po’, con lei che giocava a provocarmi, e poi, sentendo forse le spinte del mio cazzo, si fermava di colpo per evitare che sborrassi: e poi, sentendo che ormai ero giunto al massimo della sopportazione, mi disse “dai, ti faccio venire in bocca, così almeno puoi dire di aver goduto per bene” e serrando le labbra, mi scopò il cazzo con la bocca, velocemente, e quindi mi lasciai andare con i coglioni che ormai si stavano liberando della sborra di qualche giorno.

La innondai tutta in bocca: lei si prese tutto dentro, e deglutì con piacere. Poi si levò il cazzo, mi guardò e disse “però, niente male eh?!”…

Che bello andare a casa di una trombamica e tornare con un pompino gustato: Davide, sei il migliore, e il tuo racconto erotico è il top 😉

Una sorpresa a casa di Sara, di Davide di Genova

Prima edizione: Luglio 2016, by Atlantia Media.

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