Mi son fatto una trombata spettacolare con una fighetta vogliosa
Valeria se ne andava su e giù per la strada, facendo le vasche con la sua amica, perché non sapeva proprio come far passare quel noiosissimo pomeriggio di sabato, finché, a un certo punto, ci siamo addocchiati per puro caso: ho notato il suo sguardo con quell’aria sospesa tra la voglia di andare via, chissà dove, e dall’altra, quel desiderio di restare con i piedi ben in terra, come se cercasse qualcuno nel bel mezzo della folla.
Con quel suo sorrisino trattenuto a fatica, e quell’aria da romanticona amante del sesso, quando l’ho fermata per chiederle se avesse un accendino – andando a colpo sicuro perché l’ho vista offrire del fuoco alla sua amica – ero certo che mi avrebbe fatto accendere: in effetti, mi ha detto subito di sì, e mentre ne approfittavo per avere un approccio, ho intravisto che mi guardava con un certo interesse le cosce, ben muscolose e in forma.
Le ho chiesto se fosse di lì, e rispondendomi annuendo, le chiesi dove stessero andando, perché pure io mi ero un po’ annoiato in quella giornata: mi confidò che ancora non avevano deciso, e allora io mi feci avanti, proponendo di andare a fare un giro verso Genova, per vedere un po’ più di movimento. Decidemmo invece di fermarci dalle parti di casa mia, dove c’era un centro commerciale, e con loro trascorsi ancora un po’ di tempo.
Poi l’amica di Valeria se ne andò, e quando si avvicinò l’ora di cena, le proposi di mangiare qualche cosa insieme: la invitai a casa, il tempo di sistemarci un po’, e poi saremmo usciti di nuovo. Ma quando fummo giunti, i piani cambiarono subito: lei era quasi euforica, divertita da morire dopo aver parlato insieme, e mentre stavo guardando dove prenotare, mi saltò addosso e mi disse che era tempo di dedicarsi a lei, piuttosto che alla cena.
Le sollevai subito maglione e maglietta, desideroso com’ero di trombarmela sul divano, e la spogliai in pochi istanti: la mia bocca era già ai suoi capezzoli, e pian piano si faceva strada verso la sua intimità, senza fermarsi mai, finché le levai i jeans e andai alle mutandine, e quindi, una svolta eliminate pure queste, finii direttamente sulle sue grandi labbra, sbaciucchiandole e poi leccandole, stimolando il suo desiderio e dandomi da fare per farla godere.
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Le ho fatto gustare il mio cazzo in culo
Valeria si contorceva per il piacere, ma un certo punto, mi disse che voleva che le leccassi il culo: mi infilai sotto, e quindi, con la lingua giocai sul suo ano, stimolandolo, e poi anche con il mio indice iniziai a penetrarla, preparandola a quella che avrei voluto essere la più goduriosa delle inculate. Con il cazzo già bello duro, mi preparai quindi a trombarla, sgrillettandole nel frattempo anche la figa e preparandola perché il sesso anale fosse indimenticabile.
Mi sputai abbondantemente sulla cappella, dopodiché, la feci scivolare molto dolcemente nel suo culo, sentendola subito godere e strillare con piacere: nello stesso tempo, le infilai il mio pollice in figa, tormentandole nel contempo il clitoride con il dito indice, e vedendola agitarsi sempre di più, senza riuscire ormai a controllarsi, gemendo e annuendo per quel che facevo, spingendomi a trombarla anche più intensamente perché voleva godere.
Iniziai a spingere un po’ più forte, e anche le mie sensazioni si fecero più intense: pian piano il suo culo, strofinando il mio cazzo, mi faceva eccitare e mi spingeva a volerla fottere di più, mentre godevo e ne volevo sempre di più, stringendole la chiappa sinistra mentre affondavo il mio membro focoso in lei, e la sentivo sempre più prossima al venire, con il respiro sempre più affannato e le mani che stringevano sempre di più le mie cosce.
Pochi istanti dopo, quando ormai ero stremato dal godimento, mi son lasciato andare e, nello stesso tempo, pure lei ha avuto un intenso orgasmo, con il risultato che sono finito sopra di lei, continuando a stantuffare leggermente in culo, perché ormai ero venuto e non ne potevo quasi più di trombarla. Valeria mi guardò con uno sguardo da vera puttana, mi disse che aveva goduto come una troia, e le era piaciuto da morire il mio cazzo in culo.
Quindi ci alzammo e le proposi di mangiare qualcosa insieme a casa: lei mi disse che era ok, e così andammo in cucina per organizzare quell’insolito sabato sera domestico in compagnia di quella bella fighetta.
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Incontri casuali, fighette che si lasciano andare: e così, pure Gabriele ne ha approfittato per vivere la sua avventura magica, ben descritta in un racconto erotico che non conosce pari.
Una fighetta spettacolare conosciuta per caso, di Gabriele di Chiavari.
Prima edizione: novembre 2015, by Atlantia Media.
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Questi incontri qui li puoi fare davvero soltanto tu!