Quando le giornate scorrono veloci, si è sempre felici. Questa sensazione l’ho sperimentata di recente, quando dopo il lockdown, son tornato (almeno in parte) alle mie abitudini. Con alcuni amici, infatti, la nostra voglia di stare insieme si è rifatta forte. Ho ritrovato anche Alessia, la mia collega preferita: una vera compagna di avventure e di lavoro che, nel tempo, è diventata il mio punto di riferimento in azienda. Una tipa con la quale posso parlare di tutto e, che – soprattutto – condivide con me l’ufficio, portando sempre una ventata di buonumore con le sue battute sagaci.
Quando ci siamo ritrovati, l’ho letteralmente abbracciata e stretta forte forte. Entrambi siamo legati l’una all’altro, forse perché abbiamo cominciato insieme a lavorare: oppure, perché siamo i più giovani e ci capiamo al volo senza difficoltà. Ebbene, in ogni caso con Alessia tutto è sempre più glam e spiritoso: anche una semplice pausa caffè si trasforma in un momento piacevolissimo. Perché lei sa sempre dare il giusto tocco di simpatia ad ogni cosa che fa, coinvolgendomi pure nelle più belle iniziative. Come gli aperitivi serali in riviera con ritorno in ufficio al mattino.
Riti che non possono non piacere a chi, come me, adora vivere il tempo con quello spirito. Senza vederlo scorrere via in modo scialbo e privo di vita. Il nostro rapporto è sempre stato bello effervescente e coinvolgente, ma non siamo mai andati oltre ciò. Forse perché consapevoli del fatto di essere colleghi e di condividere pure il destino al lavoro, nessuno di noi si è mai spinto al di là del limite dell’amicizia. Magari non senza un certo rammarico, pensando all’incredibile intesa esistente tra noi. Un mix accattivante di coinvolgente complicità, capace di stravolgere tutto.
Così, almeno, è stato fino all’altra sera. Perché per incanto, tutto è cambiato dopo quel momento. Così, come se finalmente fosse successo quello che attendevamo potesse accadere da tantissimo tempo a questa parte. Stavamo andando a Bologna per una bella serata in compagnia, una delle nostre. Mentre guidavo, Alessia me ne raccontava di tutti i colori ed era davvero euforica. Io non potevo che scompisciarmi dalle risate, apprezzando ancor di più il suo carattere che già mi piaceva da morire. Finché ad una battuta spinta, c’è stato davvero un “clic” in noi che ha cambiato tutto.
Uno sguardo d’intesa, un’occhiata fugace, un sorriso e via… Dopo anni ed anni di lavoro insieme, serate trascorse un po’ ovunque, scoccò finalmente l’ora del nostro primo bacio. Ovviamente con la lingua, perché eravamo troppo presi. Accostai in un’area di sosta, erano appena trascorse le 19 da qualche minuto, e in quell’atmosfera della sera c’era già tutto quello che potessi chiedere. Compresa la nostra volontà di vivere il nostro rapporto al di là di quello che era stato fino a poco tempo prima. Era scoccata la scintilla, ci saremmo presto incendiati. Lì, in auto.
La foga nel baciarci ci spinse ad abbracciarci ancor più stretti, poi il desiderio ci sorprese e superò. Le nostre mani presero a frugare nei nostri vestiti e sotto l’intimo, in cerca di qualcosa di speciale. Quella nostra intimità che avremmo scoperto di fuoco. Ci sistemammo sui sedili posteriori, e poi, ci sfilammo reciprocamente l’indispensabile. Dopo esserci accovacciati, ci lanciammo in un velocissimo 69. Ci coccolavamo con fervore, presi da un desiderio irrefrenabile: sapevamo che non ci saremmo mai fermati prima di aver raggiunto finalmente l’orgasmo.
Quindi presi a leccarla e succhiarla con passione, senza che l’impeto potessi governarlo veramente. Ero preso dalla voglia di sentirla godere, volevo assaporarne la sua natura trasgressiva. Desideravo a tutti i costi sentire la sua eccitazione esplodere in un bell’orgasmo, in qualche cosa di esplosivo. Alessia già mugolava e godeva, mentre mi succhiava il cazzo, e di tanto in tanto dava libero sfogo al suo piacere levandoselo di bocca, con i suoi gemiti che mi facevano andare ancor più su di giri. Spronandomi a stimolarla ulteriormente, cercando il suo massimo piacere.
Solleticavo le sue voglie, non mi risparmiavo alcuna fantasia: e per tutto premio, lei si lasciava andare in eccitanti gemiti. Continuai a giocare con le sue voglie, perché volevo assaporarne tutta la natura trasgressiva. Con le mie mani presi anche a solleticarne le voglie: scorrevo tra i suoi orifizi meravigliosi, resi ormai umidi dalla sua eccitazione. Così, tutta bagnata, mi ripagava della mia coinvolgente voglia di piacere. Finché finalmente la sentii respirare affannosamente, sempre più intensamente e profondamente, finché si lasciò andare in un lungo gemito gridando in auto.
Era fuori controllo per il piacere, trasmetteva tutta la sua passionalità ed eccitante natura trasgressiva con quei versi. Mentre io l’avevo bello duro e desideroso di lei. La presi da dietro, a pecorina, e la penetrai impietosamente con una bella spinta decisa. La sfondai subito, e per tutta risposta, crollò in un ansimare ancor più eccitante. Spingevo e lei annuiva, mi incitava, e con le mani cercava di tenere le mie chiappe a lei, come se non volesse più fare a meno di sentirmi dentro di lei. Eccitatissimo, spingevo sempre più forte e la sentivo diventare ancor più bagnata e desiderosa di me.
La sbaciucchiavo, rubandole con la lingua delle limonate impossibili. Poi la presi per la coda, e cominciai a scoparla ancor più intensamente. Mi piaceva da morire, la sentivo tutta mia, e sapevo che quel momento di piacere sarebbe rimasto per sempre in me e in lei. Per rendere ancor più eccitante l’unione tra di noi, presi a giocare con le mani e a trapanarle l’ano e a sgrillettarla. Per tutta risposta, ebbe un sussulto e si lasciò andare ulteriormente in gemiti profondissimi e lunghi, gridolini e singhiozzo che mi eccitavano da morire. L’avevo presa come lei voleva e me lo dimostrava.
Spinsi con decisione dentro di lei il mio membro infuocato, ormai stravolto dal piacere. Sentirmi così stretto in lei, mi fece assaporare tutto il piacere dell’erotismo. Trasgressiva e vogliosa, Alessia a questo punto urlava letteralmente e mi chiedeva di sfondarla ancor di più. Diedi fondo alle mie forze e presi a scoparla ancor più intensamente, spingendo all’inverosimile e schiaffeggiandole il culo. Implorava che ne voleva ancor di più, che le piaceva, ed io non sapevo più come trattenermi dal fotterla divinamente. Perché con tutti quegli stimoli, da lì a poco, sarei esploso davvero.
E così, poco dopo mi sentii sempre più stanco e sopraffatto dal piacere, accaldato ed ebbro, finché con le ultime spinte finalmente il mio cazzo liberò tutta la sborra che avevo in me. Schizzai ripetutamente dentro di lei, senza che potessi controllarmi, in un orgasmo violentissimo e capace di levarmi il fiato. Il cuore mi batteva tantissimo, ero quasi affannato, ma al tempo stesso non potevo che essere felice di quell’eccitante trombata con Alessia. Una gnocca come lei, infatti, non poteva lasciarmi indifferente: soprattutto quando, con le dita, si prese un po’ di sborra e la ingoiò.
A quel punto, avevo capito che l’avevo conquistata del tutto: era mia, non c’era bisogno di parole tra di noi…
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Me la son fatta all’area di sosta, di Marco di Piacenza
Prima edizione: ottobre 2020, by Atlantia Media.
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