I soffoconi della tettona
Andando a giocare a tennis, vedevo sempre una tipa piuttosto interessante, che si metteva sempre con un grande impegno a sfidare – a turno – tutti noi: talvolta toccava a Marco, qualche volta a Claudio, ma poi, quando veniva a chiedere pure a me di giocare, guardandola negli occhi ed osservando poi le sue belle bocce, non potevo non essere tentato dall’idea di soffermarmi a vederne le prodezze, assaporando poi tutta la carica vitale di questa tipa, così insolita nel nostro club.
Lu, con le sue tettone e quel modo di giocare piacevole, mi faceva venire voglia di sfidarla sempre di più, e poi, tra un tiro e l’altro, la mia fantasia si spostava pure ad immaginare come sarebbe stata questa tipa in altro campo, quello del sesso, dove me la immaginavo alle prese con le sue belle tettone a torturare piacevolmente il cazzo, o ancora, dove me la immaginavo trombare come una vera e propria figona appassionata senza risparmiarsi nemmeno un piccolo colpo.
Lei si accorse di quelle che erano le mie occhiate verso di lei, e quindi, guardandomi con un’aria piuttosto vogliosa, si morsicò le labbra con un desiderio strano, irresistibile, che mi fece capire che di lì a poco l’avrebbe spinta a ritirarsi, farmi vincere la sfida e, poi, a convincermi a fare qualcos’altro con lei, qualcosa di molto piacevole, che mi avrebbe legato a lei, spingendomi a voler sperimentare qualcosa di più focoso ed emozionante.
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E faceva dei soffoconi davvero da paura
Finita la sfida, e arrivati nello spogliatoio, ci siamo fatti una doccia veloce: ed è proprio in quel momento, mentre nessuno si accorgeva di noi, che io ho scoperto la vera natura di Lu, vale a dire, quella di una mitica troiona che con le sue belle tettone e quelle labbra, sapeva governare il mondo intero, facendo venire una voglia incredibile di sborrare a qualunque uomo, come se quest’ultima liberazione giungesse dopo un lungo percorso di piacere davvero infuocato.
La scena infatti era a dir poco provocante: lei, con quella figona e quelle tettone, io, con il mio cazzo che pian piano si stava gonfiando, alla vista di questa bella gnocca nuda, e soprattutto, la mia voglia di vederla all’opera, per farmi vedere di cosa fosse capace di farmi. La reazione di Lu non tardò molto ad arrivare, soprattutto, quando quest’ultima si accorse del mio cazzo duro, e dritto, che era ormai già pronto a ricevere le sue attenzioni in quel momento, assaporando il meglio di lei.
Si passò il mio uccello in bocca, poi, lo riempì di saliva in punta, quindi, se lo fece rotolare tra le labbra, e poi lo ingoiò vogliosa, guardandomi con quella faccia da puttanona, che sapeva di farmi godere già solo avvicinando le labbra al cazzo, e si accorgeva di come pure io, guardandola e muovendomi, ero eccitatissimo e ne volevo sempre di più, volevo che mi spupazzasse il cazzo davvero a dovere, facendomi dimenticare una settimana di stress nel giro di una decina di minuti.
Lei leccava e succhiava, poi si fermava, passava la lingua sulla cappella, ritornava all’opera con quel suo modo unico di muoversi, e poi di nuovo, si rimetteva ad ingoiare il mio bel cazzo duro, caldo e dritto, che ormai non desiderava altro che le sue attenzioni, quei gesti fatati e piacevoli, quelle mani che si muovevano leggermente su di me, percorrendo il mio cazzo come se fosse qualcosa da massaggiare, qualcosa che avesse bisogno di tante attenzioni.
Mi lasciavo rapire dalla sua foga, dalla sua passionalità, quella di una che di sicuro ne sapeva tanto sui pompini e sul modo di porsi nei confronti di un cazzo: poi, quando si lasciò andare oltre a quanto aveva già fatto, capii ancor di più quella che era la vera natura di Lu, quella di una pompinara che non aveva alcun pudore e che, di fronte ad un bel cazzo da adorare con la lingua e con la bocca, era pronta a perdere la testa fino ad arrivare ai limiti della sopportazione femminile.
Si spinse infatti il mio bell’uccellone duro e lungo in bocca, e poi, se lo fece arrivare praticamente in gola, fermandosi, quasi come se sapesse che quei movimenti erano così passionali e piacevoli che, se avesse esagerato, si sarebbero potuti trasformare in una velocissima sborrata da parte mia: e lei non voleva certo interrompere quell’esercizio di piacere così presto, non voleva sentirsi il cazzo svuotare di grinta, sborrarle in bocca, e poi diventare un insignificante salsicciotto sgonfio.
Lu si muoveva con estrema cautela, prima spompinando in fretta e, poi, sentendo il mio battito crescere e i miei gemiti di fondo, si fermava, slinguazzando la cappella: poi, a un certo punto, riprendeva con il suo immancabile soffocone, che per un attimo interrompeva tutto quanto, riportando l’ordine delle cose, e ricordandomi che comunque potessero andare le cose, era comunque lei a governare tutto, e pure lei, avrebbe poi deciso quando sarebbe venuto il momento di farmi sborrare.
A me piaceva essere prigioniero delle sue voglie, delle sue fantasie, e di quei gesti pieni di passione che, in ogni istante, sembravano veramente contraddistinti da tutta la passionalità di una donna incapace di pensare ad altro se non alle spompinate: scendeva e saliva, poi ingoiava il cazzo, quindi ritornava al punto di partenza, per raggiungere di nuovo il culmine del piacere quando le sua labbra si serravano con decisione attorno a me, scendendo velocemente, come una morsa goduriosa.
Quindi si lanciò nell’ultimo soffocone, quello definitivo, che sancì finalmente la mia lunga ed abbondante sborrata: mi liberai con degli urli di godimento, come se avessi lanciato tutta la mia carica vitale nella sua bocca. Lu ingoiò con una faccia da puttana tutto il mio seme, e mi guardò con un’aria soddisfatta: era riuscita a farmi venire con un soffocone indimenticabile nello spogliatoio del tennis club…
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In bocca ad una come Lu, si resiste davvero poco: grandissimo Matteo, il tuo racconto erotico trasmette sensazioni da paura.
Lu la tettona che mi faceva soffoconi da paura, di Matteo di Verona.
Prima edizione: marzo 2016, by Atlantia Media.
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