Le piaceva il cazzo

Al mare si è fatta il cazzo

Ci siamo conosciuti un paio di mesi fa con Vale e, quando è successo, mi sembrava una delle classiche tipe con cui non avrei potuto far altro che parlare di lavoro, all’inverosimile, pure mentre stavamo mangiando o anche semplicemente, mentre ci concedevamo una pausa all’insegna del divertimento: e invece, Vale era anche capace di altro, altroché, e quando lo faceva si trasformava davvero in una persona davvero desiderabilissima…

Me ne sono accorto una sera, quando, dopo aver sgobbato insieme con lei per un’intera settimana a causa di due colleghi poco svegli, abbiamo finito quel venerdì sghignazzando come due matti, tra un po’ di birra e chips in ufficio e, alla fine, ci siamo pure lasciati andare con degli indimenticabili preliminari, io con la mia testa infilata tra le sue gambe, leccandole la figa, e lei con il mio cazzo in bocca, ingoiato praticamente fino alle palle.

Non potemmo però divertirci molto di più perché, all’improvviso, mentre ci stavamo lasciando andare in ufficio, qualcuno ci telefonò: era l’interno di due colleghe del piano di sopra, vicine alla direzione, che ci avvertiva appunto che il nostro direttore era appena arrivato con l’auto nel piazzale. Queste due tipe, grandiose, ci avevano impedito di farci sgamare in pieno (perché l’avremmo fatto) mentre trombavamo in ufficio…

…diventava il sogno di ogni uomo

Di nuovo di venerdì, quindi, si presentò l’opportunità di divertirmi con questa bella fighetta di Vale: avevamo terminato la nostra giornata in anticipo, a mezzogiorno, andandocene a pranzare insieme, perché eravamo stanchi, e tra una battuta e l’altra, lei mi sembrava abbastanza su di giri e divertita, tant’è vero che durante il tragitto in auto, tra un doppio senso e l’altro, ne approfittava per lanciarmi delle occhiate davvero vogliose.

Vale non riusciva a trattenersi e, mentre guidava, di tanto in tanto stringeva le labbra, quasi volesse morsicarsele per il nervoso, per quell’attesa che la separava da una nuova avventura erotica con me, da vivere in quel pomeriggio al mare, che ancor prima di essere arrivati mi sembrava già qualche cosa di memorabile, perfetto per due amanti della passionalità e delle sorprese come noi, desiderosi di non perdere mai del tempo.

Andammo a buttarci al volo sulla spiaggia, una volta giunti, sistemando l’asciugamano in modo sbrigativo, anche perché volevamo proprio darci dentro e, a tutti i costi, non potevamo non essere presi da una voglia matta di trombare: io ce l’avevo già duro, lei l’aveva già bagnata, e quando finalmente si sdraiammo un po’, capii che sarebbe stata una giornata davvero indimenticabile, qualcosa di speciale, che mi avrebbe fatto conoscere meglio Vale.

Arraffò letteralmente il mio cazzo con una voglia matta, e se lo infilò in bocca, succhiandolo e baciandolo, presa da una foga incredibile, quasi come se non volesse lasciarsi sfuggire quel momento, come se sapesse che di lì a poco sarebbe potuto finire il mondo, e lei, non avrebbe potuto assistere a quello spettacolo, se non avesse avuto il mio cazzo in bocca, succhiandolo come fosse l’ultima cosa bella di cui ricordarsi, con una passione da vera pompinara.

Poi io la presi per le gambe, e la guidai su di me, arrivando a stringerla alla vita, e poi, levate le mutandine del bikini, mi misi la sua figa in faccia, voglioso, disperato dal desiderio che avevo di assaggiarla di nuovo, di immergermi tutto quanto in lei, di sentirla tutta mia e, stavolta, di metterci anche il mio cazzone lì dentro, in quella bella figa calda e stretta, pronta a fottermi a dovere il cazzo, voglioso quant’ero della sua bella figa.

Quindi finalmente si sistemò sopra di me, accovacciandosi, e con la sua mano sinistra si infilò il mio cazzo dentro: ci lasciammo andare entrambi nel momento in cui ci sentimmo in contatto, io per quanto era bella e stretta, lei, perché sentiva la mia cappella larga ed infuocata, e non desiderava altro che fottermela, saltellandomi sopra, iniziando a scoparmi con vigore, come una selvaggia che aveva bisogno e voglia di cazzo da vendere.

Mi scopava sempre più forte, e con una grinta mai vista, capace di levarmi il fiato per quanto mi cavalcava allegramente: e poi, mi disse che era arrivato il momento di cambiare il suo modo di trombarmi, e che ora, la cosa sarebbe diventata ancor più golosa. Mi voltò, mettendomi il culo in faccia, e poi, si spostò di nuovo e si sedette sul mio cazzo rosso e in fiamme, trombandomi al contrario, e voltandosi a guardarmi come una vera troia in calore.

Scopava e si girava per farmi vedere quanto le piacesse farlo, e nello stesso tempo, anche per vedere quanto io apprezzavo quelle sue meravigliose attenzioni da trombatrice esperta, da vera fottitrice di cazzi che non sapeva fare a meno dell’uccello, soprattutto, durante una bella giornata di relax al mare in mia compagnia, una di quelle belle giornate che restano nella mente, soprattutto quando pensi che vieni dentro di lei mentri sei al mare.

Vale mi trombava, sbatteva le sue chiappe rumorosamente, e si muoveva con una voglia incredibile, e poi, mi fece pure sborrare nella sua figa: e mentre si eccitava e gemeva, probabilmente al massimo del piacere pure lei sentendosi riempire di sbroda, pure lei, con le ultime cavalcate, si calmò e, poi, si sollevò, e quindi si sdraiò esausta sopra di me, ormai liberata da tutta quella carica erotica che aveva dentro di lei.

Il cazzo nell’acqua salata deve essere il top per tante donne: Marco sei stato impeccabile, e il tuo racconto erotico è davvero eccitante.

Le piaceva il cazzo soprattutto se gustato al mare, di Marco di Ravenna.

Prima edizione: aprile 2016, by Atlantia Media.

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