Federica la Milf di Roma che va a caccia di ragazzi giovani da scopare

Tutto ebbe inizio giugno scorso, quando decisi di rispondere su un sito per un lavoretto estivo che trovai affisso in strada. Si trattava di un’occupazione da giardiniere, e pensai che fosse un buon modo per racimolare un po’ di soldi. Composi il numero e a rispondermi fu una donna che dalla voce sembrava una donna in età matura, intorno alla quarantina.

Dopo un piccolo colloquio ci accordammo per incontrarci di linea qualche giorno direttamente a casa sua, per iniziare i lavori in giardino. Quando mi diede l’indirizzo non potevo crederci. Conoscevo quella casa, ma soprattutto conoscevo la splendida padrona di casa, la fantastica Federica. Lei è sempre stata una bellissima donna, una delle più desiderate del mio quartiere nonostante i suoi 44 anni.

Era il sogno proibito di ogni ragazzo, e proprio per questo non mi aveva mai sorpreso il numero di storie e pettegolezzi su di lei che mi era capitato di sentire nel corso degli anni. Stendo a queste storie, Federica avrebbe dovuto essere una di quelle donne mature sempre alla ricerca di ragazzi più giovani che si trovano di solito sui siti di annunci milf, con i quali tradiva il marito appena ne aveva l’occasione.

Nella maggior parte dei racconti che avevo sentito si concedeva a più ragazzi contemporaneamente, e in quelli più spinti suo marito stava a menarselo mentre guardava. Io non avevo mai creduto troppo a tutte queste storie, che più che altro mi sembravano delle stupide fantasie da ragazzini. Ma non era dello stesso avviso Roberto, il mio migliore amico, che appena gli raccontai che avevo ottenuto un lavoro da giardiniere a casa della signora Federica si affrettò subito a dire:

“Mario, ma non capisci che fortuna che hai, quella mette l’annuncio tutte le estati ma il suo prato è sempre mal ridotto. Non cerca un giardiniere, Mario, quella vuole un amante giovane.” Io lo mandai subito a quel paese, ribattendo che quelle erano probabilmente tutte dicerie messe in giro da ragazzi che volevano tirarsela un po’, ma niente di più.

Eppure mi bastò un solo sguardo a Federica, il giorno dopo, a casa sua, per iniziare davvero a pregare che tutte quelle storie fossero vere. Era una donna dall’aspetto elegante e dalla forma slanciata, ancora magra ma con un bel seno piuttosto prosperoso che emergeva dalla scollatura della camicia. Trovai il suo sorriso era di una bellezza straordinaria, dolce ma in qualche modo vagamente provocatorio e allusivo.

Ma il pezzo forte erano i suoi grandi occhi da cerbiatta, caldi e magnetici dal color nocciola e che comunicavano una lussuria e una voglia di avventura che io allora non seppi realmente cogliere, ma che comunque in qualche modo mi attirò. Sin dal primo momento si mostrò affatto spaventata di entrare in contatto con me, e anzi sembrava proprio non perdere occasione per avvicinarmi e per toccarmi.

Spesso mi metteva una mano sulle braccia, sul petto o sulle spalle, ma non diedi troppo peso alla cosa. Ma quando finimmo il lavoro in giardino, mi invitò dentro a prendere qualcosa da bere e mi disse che avremmo dovuto discutere del mio compenso. Il marito in casa non c’era in casa, e non ci sarebbe stato per tutto il mese di giugno, come mi disse distrattamente mentre entravamo dentro.

Mi porse un bicchiere fresco di limonata e esordì subito dicendo che il suo metodo di pagamento era abbastanza particolare, ma che nessun ragazzo prima d’ora si era mai lamentato della cosa. Mi invitò a sedere sul divano, e così feci io, aspettando i che lei si posizionasse davanti a me in poltrona. Ma lei prese posto proprio al mio fianco, e inizio a dire che lei non aveva molti soldi da darmi, ma che non avrebbe mandato comunque di compensarmi adeguatamente.

E mentre lo diceva si avvicinava sempre di più a me e, lentamente, poso le sue mani sulle mie gambe accarezzandomi piano le cosce. Tanto bastò a farmelo venire duro. Lei se ne accorse, mi guardò e sorrise, mi sbottonò i pantaloni e iniziò a succhiarmelo. Le sue labbra morbide che si stringevano attorno al mio membro, i movimenti della sua lingua sul mio glande dolci e leggeri all’inizio si fecero sempre più decisi e veloci.

Sembrava che ci stesse pensando da molto tempo, e che finalmente stava dando sfogo a tutte le sue fantasie trattenute troppo a lungo. Non ci volle molto prima che venissi, e lei non si fece problemi ad ingoiare tutto. Ricordo ancora l’eccitazione e l’adrenalina che avvertivo quella sera, una volta rientrato a casa. Non potevo assolutamente crederci, era troppo bello per essere vero. Quella notte la passai quasi completamente insonne.

Il giorno dopo tornai a casa di Federica e mi sentii un po’ impacciato per quello che era successo il giorno prima, ma lei si comportava normalmente come se nulla fosse successo. Lavorammo per circa un’ora nel giardino davanti l’ingresso quando lei mi fermò e mi disse che voleva trascorrere il resto della giornata ad occuparci del giardino sul retro. Ma appena entrammo in casa lei iniziò subito ad avere con me un atteggiamento seduttivo e provocatorio.

Mi buttò sul divano e sali su di me senza troppi complimenti. Mi disse che non mi aveva pagato abbastanza per il duro lavoro del giorno prima, mi slacciò e inizio a dimenarsi sopra di me. Io ero incredulo, non stavamo nemmeno usando nemmeno il preservativo, ma quando le dissi che forse avremmo dovuto lei disse che non importava, voleva che le venissi dentro. Mi cavalcò con molta decisione, e quando venne il suo gemito fu lungo e profondo.

Mi fece finire nella sua bocca, e anche questa volta ingoiò tutto. Nei giorni successivi la cosa tornò a ripetersi, e andò avanti così per tutto il mese di giugno.
Con l’arrivo di luglio però, a poco a poco, il fuoco che c’era tra noi iniziò un a scemare lentamente. Facevamo ancora sesso, ma in qualche modo sentivo che mancava quella scintilla che animava i nostri rapporti.

Senza nemmeno che me ne accorgessi iniziammo a trascorrere sempre più tempo a lavorare in giardino, e i nostri rapporti sessuali si facevano sempre più rari e veloci. Un giorno, spossato dall’incessante desiderio, decisi di prendere io l’iniziativa. Stavamo lavorando alle aiuole locate proprio davanti all’ingresso, quando io con la scusa di piegarmi per prendere un vaso pieno di terra mi buttai su di lei e la baciai, con le mie mani che si strinsero attorno ai suoi seni.

Ma lei mi respinse, incitandomi a rimettermi a lavoro. E io, furente e confuso per la situazione, non potei fare altro che dissuadermi dal desiderio di possederla. La guardavo negli occhi e non riuscivo più a riconoscere quella scintilla che potevo percepire durante i primi giorni quando mi guardava. Quella stessa sera, però, mentre mi chiese se conoscevo un mio amico che potesse aiutarci a rimettere a posto il giardino, mi parve di riconoscere nel suo sguardo un lampo di malizia.

Ma pensai subito che forse era tutto frutto della mia immaginazione, che forse avevo semplicemente visto ciò che volevo vedere. Ma in ogni caso dissi che si, all’indomani mi sarei presentato con un amico a casa sua. Così la sera chiamai Roberto, che accettò subito quanta era la sua voglia anche solo di poter respirare l’aria che circondava Federica.

Decisi di non dirgli niente né di quello che c’era stato tra noi per tutto mio mese precedente né tanto meno della mia intuizione sulle intenzioni di Federica. Non volevo che si mettesse delle strane idee in testa anche lui, e che magari facesse qualche stupidaggine. Faticai a dormire quella notte, tanto era il tormento e la frustrazione per il rifiuto che stavo incassando da ormai una settimana, per non parlare dell’ansia e dell’eccitazione che quella situazione di incertezza mi metteva.

Quando il giorno dopo mi presentai co Roberto a casa di Federica le cose non si misero come avevo sperato, e infatti lavorammo sodo al giardino per almeno due ore. Quando poi si fece mezzogiorno e il sole splendeva intenso, Federica propose una pausa e ci invitò dentro. Ci fu qualcosa nel suo sorriso e nel suo sguardo che me lo fece venire duro all’istante.

Appena entrammo si mise subito ad abbassare le tende di tutte le finestre, e subito iniziò a spogliarsi. Roberto divenne rosso dinanzi al suo corpo. Lei gli sorrise, s’inginocchiò e iniziò a succhiarglielo. Io non mi feci pregare, la buttai a terra sul pavimento e spinsi Roberto in avanti, in modo che le stesse sopra quasi seduto sul suo viso.

Mentre lei continuava a succhiarglielo io le allargai le gambe e mi inebria della rugiada che scorreva dalla sua vagina. Penso che mai avevo leccato con tanto ardore una donna, e forse mai lo rifarò. Presto Roberto raggiunse l’orgasmo, e poco dopo toccò anche a Federica. Ma lei non era ancora sazia, si mise a novanta e mi intimo di prenderla da dietro.

Così inizia a penetrarla con veemenza, mentre lei gemeva di piacere come le prime volte che lo facevamo. Roberto ci guardava stupefatto, ancora intontito dalla piega che avevano preso le cose. Ben presto gli torno duro, e quando Federica se ne accorse mi disse di fermarmi un attimo e propose che avremmo potuto prenderla entrambi contemporaneamente.

Si buttò su di me e disse a Roberto di prenderla da dietro. La cosa m fece imbestialire, così mi alzai feci sedere Roberto sul divano e invitai lei a salire su di lui. La avrei presa io da dietro, mi spettava. Federica fu sorpresa all’iniziò dalla mia iniziativa, ma sorrise e assecondò la mia proprietà. Mentre lei stava a cavalcioni su Roberto io cercavo da dietro di trovare la maniera giusta di penetrarla.

Era la prima volta che penetravo una donna analmente, e in altre circostanze avrei fatto maggiore attenzione, ma tanto era il furore e al tensione accumulata negli ultimi giorni che non fui per niente delicato, ed anzi, iniziai subito a penetrarla con molta veemenza. Lei quasi tentò di ritrarsi, ma io la tenni li ferma e continuai a penetrarla. I suoi gemiti erano quasi spettrali, avevano un qualcosa di quasi inumano, un tono bestiale in un certo senso.

Quando raggiunse l’orgasmo emise un gemito lento e profondo, e il corpo inizio a tremare in preda ai sussulti. Quando le tirai indietro la testa per guardarle il viso i suoi occhi mi fissavano, ma non guardavano me. Erano fissati su un abisso che per me era del tutto insondabile, rinchiusa nella solitudine dei suoi stessi sensi. Roberto fini prima di me, con un gemito che mi diede quasi la nausea.

Quando tocco a me la tirai indietro sulle sue ginocchia e glielo misi in bocca, venendo praticamente all’istante. Lei, tornata tra noi, sorrise e ingoiò tutto come sempre. Quando ci fummo rivestiti lei ci premio con cento euro a testa, e ci congedo dicendoci che dall’indomani non avrebbe più avuto bisogno di aiuto con il suo giardino.

Fu l’ultima volta che feci sesso con lei, ed ancora oggi solo al pensiero del suo corpo, dei suoi gemiti o di quel suo sorriso schivo ma malizioso, sottilmente provocante sono le principali ispirazione per i miei solitari, se capite cosa intendo dire. Ho avuto altre donne da allora, ma ancora nessun’altra mi ha mai suscitato quel desiderio così focoso e inestinguibile che ho provato per lei.

Federica la milf di Roma – di Mike di Roma

Prima edizione: ottobre 2022, by Atlantia Media

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