Elisa la fighetta

Ho dato il cazzo a quella fighetta

Quando ho iniziato a studiare all’università, ho incontrato tanta gente nuova molto interessante, come per esempio Elisa, una ragazza che con il suo look così piacevole e semplice, non poteva non affascinarmi: poi, anche con il suo modo simpatico di porsi, questa donna non ci ha messo tanto a conquistarsmi e a regalarmi momenti di divertimento, ai quali si alternavano istanti in cui, per quanto mi piaceva, non potevo fare a meno di pensare che avrei voluto diventasse la mia tipa.

Incontrandoci così regolarmente, condividendo anche delle giornate di studio, mi sembrava che ci fosse sempre il momento giusto per ritrovarsi e sentirsi al top, e ad intervalli, mi veniva la voglia di farmi avanti con lei, di tentare di approcciarla, ma poi mi sentivo un po’ impacciato, e non credevo forse a quello che si sarebbe poi potuto venire a creare, perché la mia incertezza su ogni cosa, e soprattutto su come lei mi avrebbe risposto, mi teneva lontano dal coraggio di osare.

Poi, un pomeriggio mi sono deciso a farmi avanti, e mentre ci stavamo avviando verso lo studio, le ho detto se avesse voglia di andare a fare un bel giro in mia compagnia, condividendo qualche istante di relax: ed Elisa mi rispose positivamente, dicendomi che anzi non vedeva l’ora di ritagliarsi un po’ di tempo libero, con me, perché oltre a studiare ci saremmo potuti pure divertire, e non poco, considerando come stavamo bene insieme.

E le piaceva di brutto scopare

Quelle parole mi fecero tanto piacere, e mi eccitai pure, soprattutto quando guardai bene il volto di Elisa, che mi sembrava particolarmente raggiante, quasi come se pure lei si fosse immaginata qualche cosa di speciale ed interessante, come un bel pomeriggio in cui la trasgressione sarebbe stata l’unica regola valida da seguire: e mentre stavamo uscendo dall’università, per ritornare verso casa, e a un certo punto le proposi di venire da me, le dalle sue parole, mi accorsi proprio che era così.

Elisa rideva, divertita, e di tanto in tanto abbassava lo sguardo verso le mie cosce, senza farsi notare troppo, probabilmente perché non si era accorta mai, in precedenza, di come potessi essere in forma: e scherzando, a un certo punto, le dissi che se le piacevano, le avrebbe potute vedere dal vivo. Lei sorrise un po’ imbarazzata, ma poi, sentendo quelle parole ebbe come un sussulto: ed Elisa mi disse che non era un’idea che le dispiaceva.

Andammo subito a sederci sul divano, e mentre le mostravo le chitarre, che le piacevano ed interessavano pure, le chiesi se voleva da bere: rispose di sì, e quindi, preparai al volo un paio di cose da gustare insieme. Quindi tornai al divano, e la vidi assumere un’espressione interessante, sensuale, quasi come se le fosse venuta una certa voglia, che in realtà avevo pure io, ma che non avevo ancora manifestato in maniera chiara a questa bella e simpatica tipa.

Elisa era lì che mi guardava, e poi, allungandosi verso di me, mi sbaciucchiò, e mi strinse a lei, mettendosi sopra di me con una grazia che mi faceva impazzire: qualche istante dopo, le sue mani iniziarono ad esplorare il mio corpo, finché si soffermò sulle mie mutande, e poi, abbassandomi anche i pantaloni, la sua mano destra iniziò ad accarezzare il mio cazzo, facendomelo raddrizzare più o meno in fretta, proprio perché ero davvero desideroso di farlo con lei.

Non mi diede il tempo di fare altro che osservare la sua bella bocca prendersi cura del mio fallo, e di giocarci come fosse il suo meraviglioso idolo, da leccare e succhiare, per poi guardarmi con quegli occhi pieni di passione e di desiderio, finché si sollevò un attimo dal divano, si abbassò pure lei pantaloni e mutande, e mi mostrò quel bel culetto voglioso, e ci perdemmo insieme in un indimenticabile 69, dove lei stava con le gambe in aria, e la sua figa contro il mio viso.

Sembravamo due acrobati del sesso, ormai in preda ai nostri desideri più forti, e si sentiva ansimare e respirare in modo affannoso, tipico di chi non sapeva più come contenere il suo godimento: e a un certo punto lei esplose in tutto il suo piacere, levandosi per qualche istante il cazzo dalla bocca, e dicendomi di continuare, di più, perché le piaceva e non riusciva più a trattenersi, e in effetti, qualche istante dopo la sentii bagnarsi tutta e venire in maniera inequivocabile.

Elisa era talmente su di giri che, senza nemmeno darmi il tempo di dire qualcosa, ridiscese il mio corpo e, con un abile colpo di bacino, si sistemò il mio uccello nella figa, e iniziò a cavalcarmi in modo piacevole, scendendo e salendo a ritmo sul mio cazzo, guardandomi con un’espressione da vera cavallerizza in preda al piacere, e dicendomi che adorava il mio uccello, godendo e gemendo, agitandosi su e giù, continuando ad annuire mentre si sentiva trombata.

Il suo modo di muoversi mi faceva perdere la testa, soprattutto, nel momento in cui scuoteva la sua figa a destra e a sinistra mentre scendeva sul mio cazzo, quasi come se volesse scoparlo in modo assoluto, regalandomi tutte le sfumature di una scopata che mi sarebbe rimasta in mente per un bel po’ di tempo: facevo di tutto per resistere a quel travolgente godimento, trattenendomi prima di esplodere in una sborrata che di sicuro sarebbe stata epocale con tutto quel piacere.

Elisa si voltava per guardarmi, mentre la sua figa sprofondava sul mio cazzo, e io mi eccitavo solo a vedere quel volto godereccio: aveva un’espressione a dir poco paradisiaca, come quella di chi godeva, e non voleva farne a meno, perché il cazzo le piaceva di brutto. Accelerando la trombata, mi accorsi che lei si stava bagnando di nuovo, e si preparava a venire una seconda volta, mentre io ero ormai agli sgoccioli, con il cazzo che era stato davvero stimolato troppo per resistere oltre.

La guidai mentre mi trombava, le misi anche un dito in culo, e poco dopo, sentendola ansimare e gemere, le dissi di scoparmi, che stavo venendo, finché dal mio cazzo iniziò a sgorgare tanta sborra. Lei si eccitò, continuò a scoparmi con vigore, e poi, si lasciò andare in un lungo gemito: era bagnatissima, piena di sborra, e sul volto aveva una faccia da vera cavallerizza di razza, una che il cazzo sapeva esattamente come fotterlo…

Andy ci ha saputo fare davvero con Elisa, che ha trombato impietosamente il suo cazzo: evviva i racconti erotici così disinibiti!

Elisa la fighetta che non ne aveva mai abbastanza del cazzo, di Andy di Cesena.

Prima edizione: aprile 2016, by Atlantia Media.

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