Cinzia ha soddisfatto le mie voglie da vera tardona troia

Ogni volta che la vedevo a casa mia, perché veniva per incontrare mia sorella e trascorrere con lei delle giornate di divertimento e di svago, mi domandavo quanto potesse essere veramente porca e, soprattutto, se prima o poi ce l’avrei fatta a portarmi a letto quella strafiga di Cinzia: ogni volta arrivava a casa con dei fuseau a dir poco esplosivi, che sembravano trattenerle a fatica quelle belle chiappe da mordere e da schiaffeggiare.

Non so se, a un certo punto, lei facesse apposta a vestirsi sempre in questa maniera quando veniva in casa nostra: il dubbio mi è venuto una volta quando, mentre lei aspettava di uscire tutt’e tre insieme, io mi dilungavo un po’ più del necessario al bagno, segandomi a dovere pensando a quanto potesse essere figo farmi questa bella tipa sul divano, oppure, direttamente sul tappeto senza alcun ritegno.

Vedendomi tardare, in effetti, quando uscii dal bagno mi accorsi che aveva quasi un ghignetto dipinto sul volto, un’espressione quasi convinta che avessi avuto ben altro da fare, chiuso là dentro, che faticare ad andare di corpo: e in effetti, al di là della veloce seduta, per il resto del tempo mi concentrai sul mio piacere, fantasticando su quanto mi avrebbe fatto godere quella troietta se l’avessi potuta trombare lì in casa nostra, senza nessuno in mezzo.

Dopo essere usciti con lei quel pomeriggio a fare esercizio, ed essere poi tornati altre volte a divertirci insieme, per caso una sera parlando di pittura, mi disse che aveva un bel cavalletto e una tavolozza che non le servivano più e che, quindi, più avanti sarebbe poi ripassata per consegnarmeli, considerando come non le servissero più e, probabilmente, si fosse fatta certe idee anche lei senza che però avesse il coraggio di dirle.

Sfondare la figa all’amica di mia sorella

Si presentò a casa nostra un sabato pomeriggio di ottobre, e mentre io stavo facendo qualche disegno in salotto, sentii suonare al citofono: andai a rispondere e, a parlare, c’era proprio lei. Mi disse che aveva con sé un paio di cose per me, e che sarebbe salita a darmele, approfittandone per fare un saluto anche a mia sorella, che in realtà non era in casa, ma questo era senz’altro il buon pretesto per fermarsi un attimo da noi.

Quando arrivò davanti alla porta, e suonò, io già mi pregustavo quello che avrei fatto con questa tipa una volta entrata in casa: ci avrei provato fino all’ultimo, provocandola in maniera diretta, perché sapevo che questo era ciò che lei stesse voleva, al di là di tante parole. Era una tipa che badava al sodo, e non vedeva già l’ora di prenderselo in mano e goderselo tutto quanto senza perdere nemmeno un istante, possibilmente in casa.

Dopo aver appoggiato subito gli oggetti che portava con sé, che erano molto interessanti e peraltro anche più di quelli che lei stessa aveva preannunciato, considerando che poi Cinzia mi portò anche dei pennelli e dei colori, ci sedemmo un attimo sul divano a parlare di pittura e di questa passione, e mi confidò quali erano i suoi gusti preferiti in fatto di arte, per poi chiedere pure a me quali fossero i miei preferiti.

Le offrii da bere e, quando sembrava che volesse quasi avviarsi, con un’espressione non particolarmente soddisfatta, le accarezzai la mano, quindi la spalla, e mentre stavamo sul divano, mi avvicinai a lei e la strinsi, cercando la sua bocca: Cinzia sembrò per un istante stupita da ciò, ma si lasciò andare alle mie avance e, quindi, dopo avermi baciato senza ritegno, mi sussurrò in un orecchio che aveva voglia di cazzo, lì e subito, senza tante scuse.

Lo tirai fuori, e glielo misi direttamente in bocca, sapendo che non aspettava che ciò: se lo fece scivolare tutto dentro, golosa e rumorosa, riempiendomi di saliva e scappellandolo con soddisfazione, continuando a massaggiarmelo senza sosta, perché lo voleva tutto per lei e, soprattutto, non vedeva l’ora di sentirselo dentro di lei, bello duro e gonfio. Mentre continuava a spompinarmi, iniziai quindi ad abbassarle i pantaloni con una certa foga.

Quando vidi la sua bella figa di fronte a me, le tirai fuori il cazzo dalla bocca, e mi inginocchiai di fronte a lei per leccarla: aveva una voglia matta, mi spingeva la testa sempre più dentro di lei, mentre io continuavo a stimolarla sempre più forte, sapendo che di lì a poco sarebbe venuta, perché non poteva per alcuna ragione al mondo trattenersi. Qualche minuto dopo venne, ansimando sul divano come una troia, e rilassandosi subito dopo.

Mi alzai e, con il cazzo bello voglioso di trombarla, glielo infilai in quella fighetta bella bagnata e calda, sentendomelo stretto in quel paradiso del godimento, con Cinzia che si eccitava e sottovoce godeva, mostrandosi più porca anche di quello che avevo pensato di lei: dopo un paio di minuti trascorsi in quella posizione, le dissi che avevo voglia di trombarmela in un modo diverso, e levandolo, lo feci scivolare sul suo buchino del culo.

Lei mi guardò con un’aria tra il voglioso e il trasgressivo, e dopo avermi guardato e detto che lo voleva, me lo prese per mano e se lo fece entrare dolcemente in culo, mentre io mi eccitavo incredibilmente per le sensazioni incredibili che la cosa riusciva a regalarmi, per tanto lo stringeva dentro di sé, e per come lei strillava e si dimenava, godendo e allo stesso tempo facendo delle smorfie tra la soddisfazione e il dolore con il mio cazzo in culo.

Lo spinsi dentro e fuori per qualche minuto, finché prima di venire, lo tirai fuori, e lo misi in bocca a Cinzia: me lo succhiò leggermente, finché poi la riempii tutta di sborra, che iniziò a colare fuori dalla sua bocca di troia impenitente. Mi guardò con i suoi occhi pieni di passione e di voglia, e mi disse che le era piaciuto tantissimo trombare il fratello della sua mia migliore amica…

Che voglia Cinzia, che desiderio: davvero Jack non avrebbe potuto descriverci meglio, con il suo racconto erotico spinto, le gesta di questa supergnocca.

Cinzia la tardona che aveva una voglia senza freni, di Jack di Rovigo.

Prima edizione: ottobre 2015, by Atlantia Media.

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