Carla una figa unica

Mi son fatto la sua figa calda

Al lavoro, non mancavano mai le occasioni perfette per divertirsi insieme con i colleghi, e in effetti, tra le tante sfide lavorative che si potevano manifestare quotidianamente, dove noi comunque eravamo sempre capaci di dare il meglio, collaborando, c’era anche spazio per condividere momenti di piacere, soprattutto con un paio di persone, ai quali però partecipava una bella fighetta, Carla, che riusciva pure ad essere anche stronza con il suo modo di fare sempre staccato.

Guardava un po’ tutti dall’alto al basso, con quel suo fisico perfetto, e quella sua intelligenza non comune: però, questa strafighetta, con me non è che facesse tanto la stronza, forse perché vedeva che io non ero poi così mal disposto nei suoi confronti, anche perché in fin dei conti, io ritenevo che questa bella ragazza non dovesse essere cattiva, ma che lo facesse, perché attorno a sé percepiva l’invidia e la cattiveria di tante altre donne, anche in azienda, che la mal giudicavano per ogni cosa.

Certo, con alcune sue risposte, talvolta mi lasciava un po’ senza parole, ma poi, alla fine si scusava, dicendomi che non dovevo prendermela per quel suo modo di fare, perché in fin dei conti, pensava che fossi un collega sul quale poteva contare, perché la aiutavo in ogni occasione, e poi non mi tiravo mai per fare due parole durante la pausa pranzo, o la mattina, condividendo qualcosa da mangiare o anche da bere. E così, Carla era sempre un po’ più ben disposta nei miei confronti…

Una stronza (anche figa) che trasgrediva con me

… come quel bel pomeriggio della scorsa settimana, quando, tra una cazzata e l’altra di cui parlavamo al lavoro, c’è stato anche spazio per scherzare e, poi, parlando del più e del meno, pure di scivolare anche su una conversazione un po’ più piccante, parlando delle nostre abitudini hot, perché così all’improvviso, lei mi chiese se mi piacesse trombare più con il preservativo o senza, e io le risposi che, a seconda delle tipe, mi piaceva scopare al naturale, perché le sentivo meglio.

Carla mi guardò negli occhi, e quindi, mi disse che pure a lei piaceva farlo senza: soprattutto con qualcuno che, con il suo cazzo, avesse saputo farla godere, perché aveva davvero bisogno di essere fottuta, in quel momento, giacché le piaceva l’uccello. Io non mi tirai indietro, e quindi, mi avvicinai a lei, e finii con le mie mani sul suo seno, e poi, con la mia lingua mi avventurai nel suo reggiseno, alla ricerca dei suoi capezzoli, perché volevo proprio succhiarli per bene.

Aveva un paio di tette molto belle,come del resto, quelle belle cosce generose: e dicendole che era magnifica, le dissi che il mio cazzo era tutto suo, e che se me l’avesse spompinato, sarei stato sicuramente l’uomo più felice del mondo, soprattutto, sentendo le sue labbra carnose sulla mia cappella, che volevo mi torturasse con le sue fantasie più forti, quelle più appassionate, che solo una donna come lei avrebbe saputo stimolare davvero senza alcun pudore.

Carla continuava a divertirsi con il mio bel membro in bocca, e poi, dopo essersi tolta lo sfizio di vedermi godere come un porco, me l’ha messa in faccia, dicendomi che ora doveva godere lei: vedendo quella bella fighetta, ho perso subito la testa, e mi son messo a leccarla senza sosta, come un indemoniato, che non poteva rinunciare al piacere di ritrovarsi tra le mani proprio tutta la sua femminilità, quella di una vera troietta che non poteva fare a meno del sesso orale.

Si contorceva e gemeva, e poi, mi guardava con quella sua espressione da vera gnocca impenitente: il suo sguardo era proprio quello felino di una figona che adorava sentirsi desiderata e, quando le dissi che ora era venuto il momento di trombare con lei, il suo volto si illuminò. Se lo prese tra le mani, lo sfregò dolcemente, e poi se lo guidò infine tra le cosce, facendolo entrare piano piano, godendo subito nel sentire il cazzo dentro di lei, mentre io spingevo soddisfatto perché volevo venire.

Ero davvero su di giri, mentre trombavamo, e mi spingevo con foga contro di lei, per vedere quale potesse essere la sua reazione di fronte al mio modo di scoparla selvaggiamente: lei si eccitava, mugugnava, mi guardava con quello sguardo da vera gnocca impenitente che non poteva fare a meno del mio bell’uccello, e poi, mentre la scopavo mi diceva di andare più dentro, di spingere, perché voleva sentirlo sfregare bene nelal sua fighetta vogliosa, godendo come una troietta vogliosa.

Di tanto in tanto le mettevo il mio indice in bocca, per farglielo leccare, vedendola così eccitata e desiderosa di cazzo: per lei era proprio una questione di principio, quell’uccello doveva sfondarla bene, e poi, farla pure venire. Io avevo voglia di non farmi mancare una bella sbrodata dentro la sua fighetta, proprio perché in effetti, questa gnocchetta era veramente irresistibile, considerando anche come mi guardava come una vera puttanella in calore incapace di resistere al mio cazzo.

Quindi lo spinsi dentro, e poi lo tirai fuori, e poi di colpo glielo misi dentro in modo deciso: sentire quei colpi la faceva eccitare, godeva, e mi diceva di continuare così, perché era una troia in calore, e lo voleva tutto, non voleva rinunciare per nulla al mondo a quelle belle spinte del mio cazzo. La trombai ancora per qualche minuto, e poi, ormai al massimo del piacere, lo tirai fuori e glielo misi in bocca, dicendo di succhiare e di farmi venire proprio lì, ingoiando la mia sborra.

Carla lo prese dentro, me lo spompinò come una puttanella, e poi, si fece venire in bocca ingoiando tutta la mia bella sbrodata, abbondante e calda, che la fece eccitare come una scolaretta al primo cazzo: poi la guardai, e la vidi continuare a leccarmi la cappella, che per lei era la più bella del mondo…

Davvero difficile resistere alle voglie di una tipa come Carla: e Carlo, l’autore del racconto erotico, non si è certo risparmiato…

Carla una figa unica ma anche tanto stronza, di Carlo di Bologna.

Prima edizione: aprile 2016, by Atlantia Media.

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