Quella cougar voleva l’uccello
Verso la metà di questo mese di giugno, mi trovavo in giro per la città e, per puro caso, entrando in una delle librerie del centro, mi sono imbattuto in una meravigliosa cougar mora, una di quelle donne che sin dal primo sguardo ti fulmina con il suo fascino, e ti fa fare tutto quello che vuole lei: non è che mi sia trasformato in uno zerbino, alla vista di questa supergnocca, però, devo ammettere che Serena mi ha fatto perdere sicuramente la testa sin dal primo sguardo.
L’ho vista così in forma, desiderosa di immergersi in un mondo pieno di cultura, e non ho potuto fare a meno di seguirla, ed osservare ogni suo gesto, ammirarla in tutta la sua grazia, mentre leggeva gli ultimi titoli, e mi sembrava che volesse letteralmente divorare quei libri, come se fossero qualcosa di cui nutrirsi il corpo e l’anima: e poi, con la scusa di prendere lo stesso libro che pure lei cercava di leggere, mi sono avvicinato, e ho finto di contenderlo con lei, chiedendole se conoscesse l’autore.
Questa meravigliosa cougar strafiga mi parlò di come era appassionata di questo autore, e di come andasse alla ricerca in maniera costante di suoi titoli, da poter leggere in ogni occasione, sia mentre si trovava sotto l’ombrellone, sia mentre cenava in balcone, durante queste meravigliose giornate di inizio estate, che erano davvero il momento buono per indugiare e restare a sognare con i migliori libri, quelli contraddistinti dalle storie più avvincenti ed emozionati del mondo.
Poi il discorso si spostò su quelli che potevano essere i suoi progetti per quella sera, perché io avevo letto che c’era la possibilità di andare a concedersi una bella serata di lettura, e lei, entusiasta, mi disse che la proposta le piaceva, e che avrebbe anche voluto mangiare una buona pizza, quella sera, perché non aveva alcuna voglia di mettersi a cucinare, desiderando davvero rilassarsi e lasciarsi alle spalle tutta la monotonia delle giornate, tra casa e lavoro.
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…si è aperta come un libro
Così la invitai a mangiare con me, e prima di andare in pizzeria, la portai a fare un aperitivo in collina, in un bel posto da cui si poteva godere di una vista magnifica sulla nostra città: e mentre salivamo per la strada, con la mia piccola cabrio, mi accorsi di come era piena di entusiasmo Serena, di come ormai non sembrava nemmeno lì, come se stesse volando chissà dove con i suoi pensieri, ed era felicissima in volto, aveva un’espressione a dir poco paradisiaca con quel suo sorriso acceso.
E mentre salivamo, e parlavamo, la sentivo sempre più appassionata e divertita, più contenta che mai di aver trovato una buona compagnia, e per scherzo, si sollevò la maglietta mostrandomi quelle due superpoppe che si trovava per tette, io dissi “woooowwww che gnocca” e quindi, continuando a guidare, le dissi che era davvero una donna superlativa, così bella e curata, che era fighissima rispetto a tante ventenni insignificanti, che mai e poi mai sarebbero riuscite a conquistarmi come lei.
Serena mi guardò sorridendo, divertita, e mi disse “ah però, sono contenta di esserti piaciuta subito” e continuò ad osservare l’orizzonte con quel suo sorriso compiaciuto, soddisfatta di essere riuscita a fare colpo su qualcuno che aveva qualche anno in meno di lei, e poi, mi disse proprio “ti piace il mio corpo? Mi trovi davvero strafiga per l’età che ho?” e io le dissi “non sei solo strafiga, sei proprio di un altro pianeta con quelle tette e quelle gambe divine…chissà il resto che figata!!!”
E lei a quel punto mi disse “me la vorresti vedere e toccare?” e io “e me lo chiedi pure????????? Se solo potessi vederla, non sai che cosa le farei” e lei sorrise di nuovo, e poi, mi disse “dai, fermiamoci su là, dove non ci può vedere nessuno, e ti faccio vedere come sono” e io continuai a guidare, trattenendomi il cazzo nelle mutande, che solo a sentire quelle parole era già bello duro e grosso, e quindi, arrivati in cima, salimmo gli ultimi gradini ed arrivammo al nostro posto preferito.
Da lì si godeva di una vista unica, e poi, nessuno ci avrebbe visto in quel momento: e dopo avermi fatto sedere in panchina, le si inginocchiò davanti a me, e si mise a baciarmi il cazzo, giocando con le labbra e la lingua, in un esercizio che era davvero esaltante, mentre io godevo, e le accarezzavo i capelli, guidandola su di me, dicendole “ahhhh Serena, che bello, dai, leccamelo e succhiamelo, non vedo l’ora di sentirlo nella tua bellissima bocca calda” e lei se lo fece scivolare in bocca.
Poi serrò per bene le labbra attorno alla cappella, e iniziò a farmi vedere quella che era la sua arte del pompino, quella di cougar amante che sapeva bene come stimolare il piacere, e che non vedeva forse l’ora di avere un bel cazzo giovane da spompinare: e poi, tirandoselo fuori dalla bocca, serrò le labbra, e iniziò a farle scorrere sul mio frenulo, facendomi eccitare ancor di più “ohhhh, ma come lo sai fare?! Sei divina, Sere” e con quelle parole, al conquistai definitivamente.
A quel punto, Serena me lo prese in bocca, e quindi, lo succhiò con gusto, facendolo arrivare per bene dentro di lei, gustandolo con passione: e quando le dissi che non vedevo l’ora di lei, che avrei voluto farlo, lei mi disse “adesso ti vengo sopra e ti scopo io, dai, mi piace di brutto farmi fottere ben impalata” e si lasciò scivolare sul mio cazzo, scostando il vestitino e le mutande quanto bastava, per farlo entrare tutto quanto in figa, e farmi sentire che era già bagnata e probabilmente venuta.
“Ma sei già venuta, Sere?” e lei “sì, dal momento in cui ho iniziato a spompinarti, mi sono eccitata talmente tanto da venire” e io le dissi “che bello Sere, è divino” e lei continuò a scoparmi, godendo, ansimando piano piano, mentre io gemevo e la sbaciucchiavo, la tenevo a me, mentre facevamo l’amore in quel meraviglioso posto, avvolti dalla sera che scendeva attorno a noi, e con la sua leggerezza mi scopava appassionatamente, cercando di farmi raggiungere un orgasmo esplosivo.
E sentendomi sempre più eccitato, respirare affannosamente, la spinse ad accelerare ancor un po’, quanto bastava per farmi eccitarmi e, poi, fermarsi un attimo, quasi come se volesse giocare a tirare quella corda del piacere fino al punto giusto, per poi mollarla, e riprendere, portandomi al massimo dell’eccitazione possibile: e lo fece un paio di volte, proprio mentre io le dicevo di fermarsi, perché stavo venendo, e non volevo interrompere quel momento magnifico con lei.
E lei ogni volta riprendeva più piano, scopandomi con passione, mentre la sua figa bagnatissima continuava a far su e giù e io le dicevo “sei venuta Sere?” e lei “sì, sono venuta un’altra volta, che bello farlo con te!” e continuava a scopare, scopare, finché stavolta le dissi “fammi venire ti prego, non vedo l’ora” e così mi scopò piano piano, ma senza fermarmi, finché finalmente liberai tutta la sborra che avevo in mente, baciandola con la lingua, con un’intensità davvero meravigliosa.
Poi restammo così per qualche minuto, io dentro di lei, lei sopra di me, senza che avessimo fretta di andare e le dissi “che splendore sei, Sere, mi ha fatto provare un piacere unico, mai mi è capitato qualcosa di simile” e lei mi disse “anche tu mi hai fatto godere tre volte, senza che te ne accorgessi” e così, dopo esserci sistemati velocemente, scendemmo direttamente a cenare, perché dopo tanto piacere avevamo anche fame.
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Tettona e cougar: un duo esplosivo che Davide ha saputo governare bene, regalandoci un racconto erotico davvero strepitoso e imperdibile.
Una cougar tettona troppo figa per essere vera, di Davide di Como
Prima edizione: Giugno 2016, by Atlantia Media.
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