Elena la vicina

La vicina di casa ideale e da trombare senza pietà è Elena

Da poco tempo, l’appartamento sotto il mio si era liberato, proprio perché la famiglia che lo abitava se n’era andata dalla palazzina in cui vivo: e da quel momento, si è visto un vero e proprio viavai di persone che voleva dare un’occhiata per venirci a vivere. E tra le tante visite, un pomeriggio, ho notato che c’era anche una bella donna attorno ai trentacinque anni, culo sodo e capelli ricci lunghi oltre le spalle, che ha attirato la mia attenzione.

Sentendosi sicura di sé, forse anche per il suo fisico la imponeva per la sua bellezza agli occhi di tutti, questa bella donna aveva un atteggiamento molto provocante, capace di conquistare sin dai primi istanti in cui la stessa apriva bocca: e quando ho notato le sue labbra carnose, e quei suoi occhi scuri e maliziosi, mi è venuta subita una voglia incredibile di trombarmela senza perdere troppo tempo, senza che qualcun altro potesse farlo prima di me.

Questa figona di Elena, al nostro primo incontro per le scale, non mi ha quasi rivolto la parola: con il suo sguardo perso, e quell’espressione quasi di fastidio per la presenza di un uomo, mi è passata di fronte senza nemmeno considerarmi, salvo nel momento in cui il suo occhio le è caduto sul mio fondoschiena bello in forma, che mi imponeva alla sua attenzione grazie alla mia forma fisica particolarmente curata, con una figura snella.

Fingendo di non essermene accorto, ho continuato il mio cammino verso casa, ma mentre salivo le scale – guardando nella vetrata – notavo il suo sguardo che fissava il mio culo mentre di gradino in gradino mi avvicinavo alla porta di casa, dopodiché, richiudendola dietro di me, non ho più considerato la presenza di quella che ritenevo la solita figa di legno cafona e anche particolarmente antipatica con quel suo modo di fare.

Il giorno dopo tutto sembrava differente

Mentre cenavo, pensavo tra di me quanto potesse essere stronza questa tipa, e pure odiosa: mi dicevo che mai e poi mai avrei potuto legare con una troia del genere. Almeno fino al mattino seguente, quando, uscendo dalla porta di casa e scendendo le scale, mi son ritrovato di fronte a lei: a quel punto, l’ho salutata – più per educazione che per simpatia – al che, con mio grande stupore, ho sentito rispondere al saluto con voce suadente.

Sembrava quasi che questa cogliona, da un momento all’altro, si fosse trasformata in una compagnia piacevole: ha iniziato infatti a chiedermi un po’ di cose sul quartiere e sulla palazzina e la sua gente e, per finire, mi ha invitato a bere un caffè a casa sua. Sulle prime, ero tentato di non accettare l’invito, considerando comunque il suo modo di fare poco simpatico, ma poi, mi son lasciato tentare dal bel culetto scolpito che ho notato con la coda dell’occhio.

Avviandomi verso di lei, stavo già fantasticando sul come avrei potuto fotterla da dietro, aprendole l’ano con decisione: e mentre la mia mente pensava a ciò, lei continuava a raccontarmi delle sue idee e dei suoi progetti, del fatto che l’appartamento le piaceva e che voleva socializzare un po’ con le persone, perché le piaceva trascorrere del tempo con gli altri, scherzando e ridendo soprattutto se in buona compagnia.

Invitandomi a bere il caffè, Elena mi fece accomodare al divano, e da lì, in poco tempo, mi resi conto che non avrei potuto resistere al suo fisico molto a lungo, proprio perché era troppo provocante e sembrava anche lei vogliosa di fare una bella avventura con me: mi feci quindi avanti, e lei, di fronte alla mia determinazione, non si negò a lungo, e anzi, mi si avvicinò e mi sfiorò subito le labbra con le sue, belle rosse e carnose, che erano irresistibili.

In pochi istanti, mi spogliai e, di fronte al mio cazzo, non poté che lasciarsi andare e iniziare a stuzzicarmelo con la lingua, per poi ingoiarselo tutto di colpo, facendoselo arrivare quasi in gola: le sue fantasie erano da vera troia, e con i suoi giochi di lingua e labbra, sapeva bene di farmi perdere il controllo, spingendomi a desiderare sempre di più le sue fantasie, che si facevano sempre più provocatorie e spinte nella varietà.

Elena si lasciò andare, inginocchiandosi di fronte a me, e mi mostrò la sua fighetta vogliosa di attenzioni: dopo essersi levata le mutandine, e anche i pantaloni, decise che ci sarebbe stato spazio per altro, perché il suo desiderio di farsi trombare lì era troppo forte. In pochi istanti, le infilai il mio indice in culo, lo girai per stimolarla e prepararla al mio cazzone, che non vedevo l’ora di infilarle proprio dentro quel buchino per godere.

Bagnandomi a dovere la cappella con la saliva, mi preparai a sfondarla: mi appoggiai lentamente e, quindi, in pochi istanti il mio cazzo scivolò dentro regalandomi sensazioni uniche. Lei non voleva perdere tempo e, con una certa porcaggine, mi disse che avrebbe scopato lei – con il suo culo – il mio caldo membro, che ormai non desiderava altro che essere fottuto a dovere da questa vogliosa e irresistibile donna.

Iniziò a scoparmi, regalandomi momenti unici, mentre con le mie dita giocavo a masturbare la sua bella fighetta davanti ai miei occhi: non ci misi poi tanto a venire, anche in ragione delle sue spinte sempre più decise, e quando mi lasciai andare, riempii il suo culo con la mia sborra, svuotando i miei coglioni in quel meraviglioso culetto che sin dal primo sguardo mi aveva rapito l’attenzione per quanto era sodo e in perfetta forma.

Poi ci fermammo e, nel mentre che ci stavamo rimettendo in posizione per trombare, qualcuno suonò alla porta…

Con quel culo così meraviglioso, Elena non si può non desiderare: e Roberto ci ha ben omaggiato del piacere che ha gustato con un racconto erotico pieno di dettagli eccitanti.

Elena la vicina porca e vogliosa, di Roberto di Asti.

Prima edizione: agosto 2015, by Atlantia Media.

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