Simona mi ha fatto una spagnola divina da tettona piena di passione
Verso la fine di agosto, mi ritrovavo in compagnia di un paio di amici al bar, era il pomeriggio tardi, e mi sembrava che per arrivare sera il tempo non passasse mai, nonostante tutto: avevamo trascorso la giornata in giro a fare un po’ di shopping e a dare un’occhiata alle tipe che si incontravano per le strade di Milano, e ormai stanchi, ci eravamo seduti per un aperitivo in un bar non troppo distante dal Duomo.
Mentre stavamo per iniziare a sorseggiare qualcosa, parlando come sempre dei fatti nostri, a un certo punto si è avvicinata al tavolino una tipa molto interessante, una bella tettona, che aveva bisogno di un’informazione: come d’istinto, ho cercato di monopolizzare il dialogo con questa bella ragazza, aiutandola a trovare ciò che stava cercando, proponendomi anche di accompagnarla perché riuscisse finalmente a raggiungere il posto che cercava.
Così, dicendo ai miei amici che sarei tornato dopo dieci minuti, considerando che conoscevo bene il tragitto, mi son incamminato in compagnia di Simona, scoprendo – tra una parola e l’altra scambiata con lei – che abitava anche lei nella mia cittadina, Saronno: la cosa, sulle prime battute, mi colpì e non poco, considerando che non mi era mai capitato di incontrarla in giro per le strade, né tantomeno tra le altre compagnie di amici.
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Una tettona con cui divertirsi a non finire
Dopo averla salutata davanti al palazzo che cercava, e promettendoci che ci saremmo rivisti nei giorni seguenti, dopo esserci scambiati i numeri di telefono, e tornando al tavolo dai miei amici, li ritrovai che facevano dell’ironia su di me, dicendomi che era durata troppo poco l’avventura, ridendo come matti: li mandai allegramente a cagare, scherzando, dopodiché continuammo a bere e poi ci avviammo verso casa perché si era fatto tardi.
Il giorno dopo, non perdendo nemmeno un istante, la chiamai subito dalle prime ore del mattino: mi rispose, e ci organizzamo per un bell’appuntamento a due, ben lontani dai due compari di bevute, perché non avevo voglia di sentire le loro storie, mentre ero con questa simpatica tipa, così piena di vita e di positività che mi contagiava con le sue parole e i suoi gesti, spingendomi anche a far fantasie su di lei e quelle sue splendide tettone.
Andammo quindi a farci un giro insieme in montagna, perché pure a lei piaceva camminare in mezzo alla natura: ci avviammo con tanto di plaid, e zainetto, considerando che saremmo rimasti fuori a mangiare a pranzo, ben lontano dal traffico e dalla confusione della cittadina. Una volta raggiunto il posto che avevo scelto per noi, ci sedemmo insieme a guardare il panorama, restando ad osservare la bellezza dei luoghi attorno a noi.
Simona si sedette sul plaid senza troppi problemi, distendendosi le gambe perché era stanca: quindi, si perse a fissare il cielo e a fantasticare per qualche istante, mentre io, al suo fianco ho iniziato a parlarle di me e a chiederle di lei, perché volevo saperne di più di una tipa così simpatica, con la quale mi trovavo veramente bene a trascorrere quel tempo, lontano da tutto e da tutti, fantasticando soltanto delle cose che ci piacevano.
Così, d’istinto mi avvicinai a lei, e senza dire parola, la baciai sulle labbra, vedendo i suoi occhi profondi sorridermi e comunicarmi tutta la sua positività: quindi l’accarezzai, mi soffermai a guardarle il viso, e mi persi in quell’istante con tutto me stesso, dicendole quanto avrei voluto farlo con lei. Simona mi strinse, iniziò a sbaciucchiarmi il collo, quindi scendendo verso il petto, scivolò giù giù fino al mio cazzo, e si soffermò: lo tirò fuori dai pantaloni.
Quindi, iniziò a slinguazzarlo e stuzzicarmi in tutti i modi possibili, dopodiché, si abbassò i leggings e le mutande, e se lo infilò nella sua splendida fighetta, iniziando a fare movimenti lenti – ma profondi – ancheggiando sul mio cazzo, mentre io, afferrandole le chiappe, la guidavo proprio su di me, perché quello volevo, mentre lei continuava a sbaciucchiarmi e a muoversi con grazia su di me, godendo alla grande in quel magico momento.
Continuò a scoparmi in quel modo per qualche altro minuto, dopodiché, le disse che volevo venirle in bocca, al che, lei mi guardò sorridendo e disse che per lei era ok: si sollevò, alzò la maglietta, si sputò sulle tette, e iniziò a massaggiarmelo tra quelle meravigliose bocce, facendomi una splendida spagnola, dolce, lenta e profonda, che mi eccitava a più non posso e mi faceva sempre di più venire una voglia incredibile di sborrarle in bocca.
La lasciai fare, quindi, incitandola a non smettere mai di stimolarmi, lei iniziò ad accelerare con le sue tettone, e io le proposi di mettermi in faccia la sua figa mentre lo faceva: si girò, me la mise proprio in bocca, e quindi iniziai a leccarla senza sosta, facendola godere come non mai, sditalinandola con energia, perché quello voleva, e me lo diceva anche ansimando e gemendo tra una poppata e l’altra delle sue splendide tette contro il mio cazzo.
Poco dopo, si liberò di tutta la sua energia raggiungendo l’orgasmo in un modo divino: un paio di minuti dopo fu la mia volta, con Simona che si riposizionò di fronte a me, per mostrarmi tutta la magia della sua spagnola e dello schizzo di sborra che le arrivò in bocca, eccitandola davvero alla grande… stanchi ma soddisfatti, ci sdraiammo quindi insieme sul plaid, ammirando di nuovo il panorama e mangiando qualcosa insieme…
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Grandissima tettona, gnocca e pronta a fare di tutto con il suo trombamico: e Luca non si è fatto pregare, condividendo con noi le emozioni che ha vissuto, con un racconto erotico davvero piccante.
Una tettona splendida incontrata per caso che voleva scopare, di Luca di Saronno.
Prima edizione: settembre 2015, by Atlantia Media.
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Quelle tettone fighe non le trovo mai io