Una superfiga

La superfiga che suona divinamente

Una sera di fine luglio, con la mia band abbiamo mangiato in un bel locale di Milano, uno di quei posti che ti resta subito in mente perché c’è un’atmosfera accogliente, bella gente, e dove musica e cibo non mancano, offrendo sensazioni davvero indescrivibili. Avevamo deciso di prenderci alcuni giorni di vacanza, prima di ripartire con le consuete serate in giro per l’Italia, e quella sera non mi è sembrato vero che ci fossero così tante fighe in quel locale: e tra di loro, probabilmente, c’era pure qualche artista. Una su tutte mi ha colpito, non appena l’ho vista, per il suo abbigliamento a dir poco insolito: Nicole, una tipa a cavallo tra il metal e il gotico, capace di trasmettere con il suo abbigliamento un’idea ben precisa di sé: e in effetti, appena l’ho sentita parlare, ho percepito un’attrazione irresistibile.

Con quel suo sguardo da sognatrice capace di avere i piedi ben piantati per terra, come testimoniato del resto da quegli stivali grezzi al punto giusto, Nicole sapeva allo stesso tempo comunicare la voglia di evadere dalla noiosa realtà di tutti i giorni e, ancora, non voleva comunque perdere tutto quanto aveva realizzato fino a quel momento nella sua vita, evitando colpi di testa. Così, quella sera, incontrandola e fermandomi a parlare con lei dei miei gusti musicali, mi sono subito reso conto di come con lei ci sarebbe stato tanto da dire, soprattutto considerando il suo modo di comunicare l’arte sin dai gesti e dalle parole.

Lei mi guardava, con quell’aria anche da dura, da musicista che sapeva trasmettere tanta passione, con quei suoi riff sempre incendiari e mai banali, capaci di entrarti subito dentro ed invogliarti a tamburellare e seguire il ritmo: e poi nascevano anche le parole, quelle da appiccicare subito alle note, creando una perfetta simbiosi tra lettere e suoni, capace di far subito muovere anche i miei compagni di viaggio, che sembravano come ipnotizzati.

Quindi, Nicole mi guardò e mi chiese “sembra che ci conosciamo da una vita, con tutte queste passioni in comune e questa capacità di trovare un filo conduttore tra parole e musica, ma io non so nemmeno come ti chiami…” e io le risposi “io sono Sandro, ma io il tuo nome lo conosco già…” e lei “ah sì? E come mi chiamo?” e io le dissi “Nicole…” e lei di risposta “e come l’hai scoperto?” e io “beh, mi è bastato guardarti quel piccolo braccialetto…” e lei “ah, però, che osservatore attento!”

A quel punto, me lo sentivo già, Nicole si sarebbe lasciata andare senza alcun timore, e in effetti, poco dopo tra una birra e l’altra, quando meno se l’aspettavano tutti – e forse anche noi – siamo finiti a limonare appassionatamente alla tavola, stringendoci l’una all’altro con un desiderio unico, tipico di chi vive l’eros e tutte le sue sfaccettature senza pensare a nulla, lasciandosi guidare dal suo istinto e dal desiderio di vivere le emozioni per come vengono.

Un appuntamento che si trasformò in godimento

Ci bastò uno sguardo per capire come sarebbe finita, quella sera: andammo alla sua macchina, salutando gli altri senza badare troppo ai dettagli, e non appena saliti, guardandomi negli occhi, mi disse “conosci un posto speciale dove andare in questi momenti?” e io le risposi “sul lago di Como, c’è un posto meraviglioso che io conosco, dove potremo lasciarci andare…” e così cominciò la nostra serata di passione, durante la quale in auto ascoltavamo musica dei Ratt, storica band metal degli anni ottanta, capace di trasmetterci le migliori sensazioni.

Arrivati a Como, lei guardò e disse “è meravigliosa la notte, non credi?” e io le risposi “dire meravigliosa, è davvero poco, Nicole” e quindi la nostra avventura continuò, salendo le curve della strada di Brunate, meravigliosa e capace di offrire un panorama mozzafiato, e in effetti, entrambi guardando quella strada eravamo estasiati dal panorama luminoso notturno, capace di trasmettere emozioni uniche, e una volta giunti in paese, abbiamo lasciato l’auto parcheggiata.

A quel punto le dissi “Nicole, andiamo su al faro, è davvero strepitoso” e lei si lasciò prendere per mano, e correndo per la scalinata, mi guardava di tanto in tanto con quel suo sguardo felino: salivamo i gradini con fretta, quasi come se volessimo ravvivare ulteriormente la fiamma della passione, raggiungendo quel luogo spettacolare prima che finisse quel momento unico. E quando ci affacciammo al balcone, Nicole rimase senza parole: “è troppo, troppo bella la notte da qui” e io le dissi “ehh, è un posto veramente perfetto per chi ama la notte e le sue sensazioni”.

In poco tempo ci ritrovammo io senza maglietta e lei addirittura senza pantaloni, sulla panchina, mentre lei cercava il mio petto e io la sua figa, così splendidamente rasata da farmi venire una voglia incredibile di trombarla, impietosamente, e di farla diventare mia quella notte, assaporando quegli istanti veramente unici. La guardai, le dissi che era semplicemente unica, e così finimmo in un imprevedibile 69, assaporando tutta la fisicità di quell’istante, durante il quale due duri metallari come noi lasciavamo spazio alle emozioni più autentiche.

Fu un lunghissimo preliminare, durante il quale assaporai tutte le sue fantasie, ma anche mentre il quale seppi trasmetterle tutta la mia voglia di assaporare la sua femminilità, senza fermarmi un istante, perché quella nottata sarebbe stata indimenticabile, e così, dopo esserci allegramente divertiti con quel sesso orale, poco dopo, ci lasciammo andare al piatto forte, con lei che a gambe aperte, sul bordo della panchina, attendeva il momento clou, esattamente come io mentre spingevo il mio cazzo dentro di lei, sentivo il suo essere dura ammorbidirsi in un istante troppo godereccio per essere dimenticato.

Spingevo il mio cazzo dentro di lei, a ritmo, e la vedevo godere, mordicchiarsi le labbra, in modo da eccitarmi e farmi venire ancor di più voglia di scoparla, di non fermarmi, perché dentro di lei sarei venuto, lo sapevo benissimo che lo volevo, e lei mi piaceva troppo perché potessi limitarmi quella sera. Nicole godeva e mi spingeva a lei, prendendomi con le sue mani dietro il mio culo, e spingendomi a lei, come se volesse che la scopassi ancor più a fondo, trasmettendole tutta la voglia di arrivare a quell’orgasmo che di lì a poco ci avrebbe regalato un motivo in più per risvegliarci l’indomani.

Eravamo pronti per esplodere, e proprio per rendere ancor più emozionante il momento, le misi il mio pollice in culo, e lei si sciolse in quel momento, mentre sborravo dentro di lei senza freni, riempiendola di quella passione che in cuor mio speravo rimanesse accesa ancora a lungo, mentre la notte calava su Brunate e Como…

Musica e sesso, un’accoppiata vincente sin dalla notte dei tempi: grazie Sandro per averci proposto una storia erotica interessante anche nei dettagli!

Una superfiga che suona divinamente, di Sandro di Mantova

Prima edizione: Agosto 2017, by Atlantia Media.

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