Voleva il mio uccello per la sua figa
Quando sono arrivato a destinazione a Formentera, sapevo benissimo che sarebbe stata una vacanza di quelle indimenticabili, una di quelle avventure da cui sarei tornato ben soddisfatto, perché avrei certamente trovato qualche superfiga pronta a smollarmela, soprattutto ben lontano da casa, seguendo il famoso proverbio “occhio non vede, cuore non duole”, perché le avventure a noi piace farle dove nessuno ci conosce, e quindi, dove abbiamo davvero campo libero.
La mia preda l’ho individuata un paio di giorno dopo essere arrivato, in una bella tipa mora, italiana, che scendeva in spiaggia con due sue amiche: la trovavo davvero attizzante, piena di voglia di trasgressione e, soprattutto, pronta sicuramente a lasciarsi andare, perché probabilmente pure lei era lì per quel motivo, vale a dire, trovare un bel cazzone da trombarsi, senza impegno, usa e getta, esattamente nella mentalità che, però, a casa non avrebbe mai osato mettere in pratica.
L’occasione per un approccio si manifestò esattamente un pomeriggio, perché le sue amiche erano rimaste in camera a riposare, mentre Chiara era scesa al mare, e aveva voglia di abbronzarsi e trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta: così, quando l’ho reincontrata, ne ho approfittato per chiederle se avesse da accendere, avendola vista già fumare più di una volta, e lei mi rispose di sì, che mi avrebbe fatto accendere e, in quel momento, ne approfittai per sistemarmi lì vicino.
Aveva un bel costume nero, perfettamente abbinato con i suoi capelli scuri, e poi, con quegli occhi chiari era davvero irresistibile: mi guardava sorridendo, divertita del fatto che avesse incontrato proprio un connazionale in quel momento, e poi, mi chiese da dove venivo, e quando sentì che ero di Milano, pure lei disse di essere della mia stessa città, e quindi, la nostra conversazione continuò piacevolmente, tra battute e considerazioni su quel bel posto, Formentera, dove ci trovavamo.
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Chiara si voleva lasciare andare solo lì
Quindi, quando andammo a fare il bagno, e mentre nuotavamo e ci schizzavamo divertendoci, a un certo punto, la guardai negli occhi, e lei fece altrettanto con me, e di istinto mi abbracciò e, poi, ci baciammo con una certa passione, presi da qualche cosa di irresistibile, da una sensazione difficilmente spiegabile e comprensabile, e da un desiderio a dir poco travolgente di riuscire a raggiungere il massimo del piacere, che non tardammo troppo a conquistare, considerando quant’eravamo presi.
Iniziai a toccarle il seno, e poi, quel bel culo, dicendole “mmmmm, che culo da sogno, mmmmmmmm, come te lo sfonderei Chiara, che voglia mi fai venire” e lei, ridendo, mi disse “ti piacerebbe scoparmi da dietro, dillo, maschione voglioso, fammi vedere il tuo bel cazzo” e infilò la mano nel costume, per toccarmelo, accarezzarmelo, e poi, per stringerlo tra le sue dita esili, e giocare a scappellarmelo a più riprese, perché le piaceva di brutto il mio uccello, dicendomi “mmmm, come mi farei scopare da te.”
Quindi ci fermammo vicino agli scogli, in un punto in cui nessuno ci avrebbe potuti vedere, e restammo un po’ a sbaciucchiarci e a toccarci, come se fossimo presi da una voglia incredibile di preliminari, ancor prima che di trombare, perché le nostre lingue si rincorrevano deliziosamente, e poi, non potevamo fare a meno di toccarci, io esplorando la sua fighetta, e poi, schiaffeggiandole quel bel culo, mentre lei, giocando a scappellarmi il cazzo, perché le piaceva davvero tantissimo.
Poco dopo, ci rifugiammo in una piccola baia discosta, e quindi, messi gli asciugamani sulla riva, approfittammo per sistemarci dietro agli scogli, perché eravamo davvero fin troppo eccitati, e non potevamo resistere a lungo all’idea di farci una bella trombata insieme: così, le abbassai quel bel costumino, e le levai il reggiseno, e toccandole quelle tettine vogliose, poi, passai a giocare per bene con quel suo ano, che secondo me desiderava essere sfondato per bene dal mio uccello.
Chiara prese ad eccitarsi, e mentre il mio dito entrava nel suo culo, mi disse “dai, sfondami il culo, mettimelo in culo, voglio sentirlo tutto dentro: voglio che mi sfasci quel buco del culo, fottendomi come se fossi una troia, è troppo bello qui a Formentera” e io presi a masturbarla in figa, perché volevo anche vederla godere,e Chiara iniziò finalmente ad eccitarsi, ansimando e gemendo, come una vera troietta che ora aveva soltanto voglia di dare il meglio di sé con me, dimenticandosi del resto.
E mentre la masturbavo, sia davanti e dietro, lei si eccitò ancor di più, e volle finalmente il mio cazzo: se lo portò alla bocca, e me lo spompinò in punta, giocando con la mia cappella come fosse una caramella, facendola sgusciare tra le labbra e la lingua, qua e là in quella bocca vogliosa, mentre io mi eccitavo, e lei godevo con le mie dita dentro, che la torturavano piacevolmente, senza darle scampo nemmeno per tre secondi in quell’indimenticabile istante pieno di godimento e piacere.
Poi, la mia voglia di scopare si fece irresistibile, e le dissi “dai Chiara, ora voglio mettertelo in culo, ti prego, cominciamo a scopare” e lei mi disse “sì, Luigi, dai, picchiamelo dentro, senza fermarti, dai, infilalo tutto” e io finalmente lo presi in mano, e quindi, glielo infilai in quell’ano meraviglioso, godendo davvero di brutto, e guardandole quel meraviglioso culo con la voglia di assaporarlo tutto, facendomi prendere la mano dal piacere, mentre la trombavo da dietro.
Mi sentivo stretto dentro di lei, godevo, e continuavo a masturbarla in figa, perché lei era su di giri e si eccitava mentre lo prendeva in culo e, dall’altra parte, si sentiva tartassare la figa dalle mie dita vogliose di provocarla fino al massimo piacere possibile. La guardai mentre scopavamo, non persi di vista nemmeno per un istante la sua espressione da troiona vogliosa, e poco dopo, sentendola ormai respirare intensamente, la vidi venire, con quella espressione piena di godimento in volto.
Nel frattempo, io spingevo pian piano il mio cazzo in culo, perché mi sentivo ormai pronto a venire, e qualche istante dopo, finalmente sborrai dopo così tanto piacere in quel culo: non sarei stato in grado di resistere oltre alla meravigliosa vista di quelle due chiappe e di quell’ano in cui continuavo a stantuffare il mio cazzo…
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Non possono esistere occasioni migliori di una bella giornata al mare per riuscire a gustare tutta la passionalità: e Luigi ci ha dimostrato come sia possibile, con questo suo racconto erotico indimenticabile.
Tutto in figa mentre eravamo al mare, di Luigi di Milano
Prima edizione: Giugno 2016, by Atlantia Media.
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