Sono venuto in faccia

La mia collega ha voluto la sborra in faccia

Da qualche settimana, al lavoro c’era sempre qualche novità particolarmente noiosa e stressante, qualche notizia per la quale ritrovarsi a dover sgobbare non poco, sentendo su di noi una pressione incredibile: e la scorsa settimana, di lunedì, le cose sembravano andare esattamente in questa maniera, mentre mi ritrovavo a discutere con una collega, la quale pure lei era abbastanza messa sotto pressione, come me non vedeva l’ora di poter staccare un po’ la spina.

Con il week-end cosî tanto distante, e così tanto lavoro da portare a termine, il tempo ci è passato davanti agli occhi senza che riuscissimo nemmeno ad accorgercene, con il risultato che verso le 19, eravamo rimasti soli in ufficio, ma avevamo finalmente concluso che ci eravamo decisi a fare per quella giornata di lavoro: così, senza che perdessimo ulteriormente tempo, le dissi che era arrivato il momento di spegnere tutto quanto ed andarcene, ma c’era qualcosa di insolito nell’aria.

Lei mi guardava con un’aria tra il divertito e lo stralunato, con una faccia da vera troiona, quasi come se le fosse venuta un’idea per divertirci un po’ e dire addio a tutta la noia delle nostre giornate: così, mi propose da un momento all’altro di lasciarci andare, di godere un po’ insieme, perché lei aveva una voglia matta di spominarmi. Così mi chiese che cosa ne pensassi io, e le dissi che in effetti l’idea di farmelo succhiare un po’ non mi dispiaceva davvero per nulla al mondo.

Così, dopo aver chiuso la porta dell’ufficio, ci sistemammo alla mia scrivania: le mi abbassò i pantaloni, andò a cercare il mio bel cazzo, e trovandolo ancora moscio, se lo ingoiò per intero in bocca, gustandosi il mio uccello e, con la lingua e le labbra, giocando a farlo sgusciare da una parte all’altra, per farlo ingrandire e poterci divertire ancor di più, cosa che in effetti pian piano stava succedendo, con il mio cazzo che cresceva nella sua bocca fino ad arrivarle in gola e facendola eccitare.

Prese a farmi una sega tra dita e bocca, giocando molto velocemente a far scorrere la mia cappella dentro la sua bocca, ed era davvero eccitatissima, soprattutto vedendo come io mi agitavo e volevo sempre di più che me lo pompasse: e lei fo faceva, facendo rumore con le sue labbra, mentre io spingevo la sua testa verso di me, in un moto di piacere, perché volevo che me lo prendesse tutto dentro, e si divertisse così a ingoiarlo come se fosse la schiava del mio piacere.

Il suo modo di farlo roteare in bocca, farlo uscire per leccarlo tutto, poi farlo rientrare in un modo diverso, era per me qualche cosa di semplicemente unico ed indescrivibile, al punto tale che di tanto in tanto me lo prendevo tra le mani per guidarlo dentro di lei, e poi, a un certo punto iniziai a scoparle letteralmente la bocca, spingendolo dentro e fuori in modo eccitante, godendo come mai mi era capitato prima e, soprattutto, desiderando di riempirle la faccia di sborra.

Mi guardava con quegli occhi pieni di desiderio, e poi succhiava e leccava, se lo tirava fuori dalla bocca, andava alle palle a leccarle, poi ritornava alla cappella, accarezzava i coglioni, in una confusione dei piaceri che stava diventando sempre di più irresistibile per me, perché mi sentivo ormai pronto ad arrendermi alle sue fantasie erotiche da un momento all’altro, sentendomi così provocato nel mio intimo da una grande conoscitrice dell’arte del pompino.

Quindi prendendoselo di nuovo in bocca, riprese a spompinarlo dalla punta alle palle, ingoiandolo rumorosamente, e fermandosi poi attorno alla mia cappella, facendo passare la lingua sotto la stessa, disegnando dei cerchi sul mio cazzo, quasi come se avesse capito che quello fosse il mio punto preferito, quello che più mi faceva impazzire mentre si dava da fare a leccarlo, anche perché io la spingevo sempre lì, e le dicevo che ne volevo di più, che non mi bastava mai.

Diede le ultime succhiate e, poi, glielo tirai fuori dalla bocca e scaricai tutta la mia sborra sulla sua faccia, godendo come mai mi era capitato prima, ed eccitandomi vedendola così piena del mio seme: Antonella era tutta imbrattata attorno alla bocca, come del resto un po’ sul collo e sui capelli, e pian piano si ripuliva la faccia con le dita, giocando con la mia sborra, dicendo che nessun altro cazzo le era mai piaciuto tanto in vita sua al punto da spompinarlo così con grinta e desiderio.

Grandioso il nostro Mirko, che si è fatto spompinare a dovere la minchia da questa gnocca ed è venuto in faccia a lei: il racconto erotico che ne deriva è davvero splendido.

Sono venuto in faccia alla mia collega, di Mirko di Venezia.

Prima edizione: gennaio 2016, by Atlantia Media.

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