Mary colpisce ancora

Mary mi colpisce sempre mentre fa sesso con la sua voglia unica

Quando penso a quanto Mary sia troia, non posso non ricordarmi di quel pomeriggio dello scorso mese, quando eravamo in treno e stavamo andando a Pescara: dovevamo comprare un paio di cose, e così, quel martedì – presto – eravamo gli unici nel vagone, e dopo aver parlato un po’ insieme del più e del meno, siccome ci eravamo annoiati a stare soltanto a guardarci negli occhi, Mary ha avuto un’intuizione: perché non andarcene nel cesso?

Alla sua proposta, ho detto che cosa volesse fare: e per tutta risposta, senza pensarci troppo, mi ha detto letteralmente “scoparti”. Le sue parole mi son subito suonate alle orecchie come dolce miele, e dandole per finta uno schiaffetto in faccia, l’ho apostrofata dicendole che era la mia troia, e che non vedevo l’ora di sentire il suo culo spingere il mio cazzo dentro di lei, e di farle assaporare ancora una volta tutto il piacere di una mia sborrata.

Mary mi guardò con un’espressione divertita, poi sfidandomi, mi diede anche una pacca sulla gamba e una pacca sul cazzo: non sentendolo subito duro, mi ha chiesto se la cosa non mia avesse eccitato abbastanza. Per tutta risposta, mentre il treno andava, mi abbassai i pantaloni facendole vedere il mio bel cazzo, forse non del tutto dritto, ma sicuramente già pronto per essere ben rifottuto da quella splendida tipa vogliosa e completamente troia.

Il bagno era lì a pochi passi, non ci sarebbero voluti che alcuni secondi, prima di poter dare finalmente libero sfogo ai nostri desideri: così la presi per mano, e la portai con me dentro quell’angusto wc, dove finalmente ci saremmo potuti dare da fare senza tante storie. Con il cazzo già di fuori, giocai a frustarle il viso, facendoglielo strusciare sulle guance, poi sulla bocca, mentre Mary si eccitava e iniziava a prenderselo tra le labbra.

Il contatto con la sua bocca calda fu un momento indimenticabile di piacere: mi sentivo già ben su di giri, e vederla spompinarmi senza ritegno, mi fece eccitare ancor di più, spingendomi ad affondarle ancor di più il mio cazzo in bocca, sentendolo scendere, con lei che di tanto in tanto si strozzava pure. Dopo avermelo pompato per bene, quindi, le dissi che era ora della figa, perché volevo godere con quella sua meravigliosa figa.

Si abbassò leggermente i pantaloni e le mutande, quindi, iniziò a strusciarmi il culo e la fighetta sulla cappella, mentre già iniziava ad eccitarsi: era bella bagnata, e ad ogni passata del mio cazzo, sentivo su di me la sua fighetta calda ed avvolgente. Nel momento in cui quindi lo misi dentro, mi fece rilassare, e poi iniziò a spingere come una troia che da secoli non vedeva un cazzo, con foga e con forza, quasi come se volesse stragodere.

Mary iniziò a mugolare, e la cosa mi piaceva di brutto: le infilai un dito nel culo, mentre mi scopava, e lei si fece scappare un gridolino, mentre che, quando le schiaffeggiai il culo, si eccitò e iniziò a dirmi di farlo più forte, che era la mia troia, che lo voleva di più. “Fammi venire, fammi venire daiiiiii” continuava a dire, un po’ sottovoce, perché non voleva farsi sentire, considerando che qualcuno sarebbe pure potuto passare da quelle parti.

Così presi il mio cazzo in mano, e lo diressi per bene nella sua figa: in questo modo, era bello dritto e perfetto da fottere, con lei che che spingeva e godeva con questo bastone bello dritto. E più si lasciava andare e accelerava la scopata, e più io mi eccitavo e ne volevo di più, con il risultato che eravamo imprigionati letteralmente in un momento di godimento che non sarebbe durato però all’infinito per quanto era eccitante.

Mary iniziò ad ansimare sempre più forte, più forte, e poi si lasciò andare senza freni: era venuta, e aveva una faccia ormai completamente in estasi. Le dissi che volevo mi scopasse ancora, perché volevo venire anch’io, e per risposta mi fece sistemare in modo tale da montarmi sopra, e continuò a scoparmi, spingendo tutto il suo peso su di me, in un modo che dopo più o meno due minuti mi fece venire dentro di lei, dcendole che era la mia troia, che la volevo di più, e che finalmente l’avevo ben sborrata dentro.

Lei si alzò, con la figa ancora imbrattata della mia sborra, e si diede una veloce pulita con un fazzoletto: e quindi, si passò la mia cappella sulle labbra, in maniera eccitante, dandole un paio di baci e sfiorandola, succhiando via quel poco di sborra rimasta… i suoi occhi erano pieni di godimento e di piacere, ed era uno spettacolo verderla così felice e leggera, quasi come se finalmente si fosse liberata di tutto il desiderio di godere che aveva.

Beato te, Davide, che continui a trombarti questa troia impenitente: ricordati soltanto di condividere sempre con noi i tuoi racconti erotici pieni di dettagli scabrosi.

Mary colpisce ancora…nel cesso del treno, di Davide di Montesilvano.

Prima edizione: novembre 2015, by Atlantia Media.

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