Mi sono fatto il culo perfetto di quella mora di Emy

Avevo preso da un paio di giorni le chiavi della nuova casa, e così, quando mi affacciai alla finestra della mia stanza, un pomeriggio, notai una bella mora, ma una di quelle veramente strafighe, che accompagnava per la mia via un simpatico carlino, e lo faceva con un po’ di timidezza.

Nelle orecchie aveva un paio di auricolari, in mano il suo cellulare – dal quale non staccava mai lo sguardo – e nell’altra aveva il guinzaglio del suo cane, che lasciava passeggiare senza imporgli particolare disciplina, tant’è vero che spesso si trovava con una gamba ingarbugliata.

Una volta arrivata sotto casa mia, il cagnetto si è soffermato per i suoi bisogni e lei, si è così mostrata in tutto il suo fascino: aveva un paio di legging grigi e una maglietta rosa, e abbassandosi per raccogliere ciò che il suo carlino aveva fatto, aveva messo ben in mostra il suo fisico perfetto.

Il culo perfetto

La prima cosa che ho notato di irresistibile in questa bella mora, erano le sue cosce perfettamente scolpite, con il suo interno coscia da urlo, ben avvolto dai legging, e che faceva ben immaginare anche la perfezione del suo culo: era qualche cosa di attizzante soltanto nel vedere quel particolare.

Impossibile resistere a quella bella figa

E quando si è letteralmente appoggiata sulle gambe, mostrando il suo culetto abbassarsi – e poi alzarsi – mi ha letteralmente fatto indurire il cazzo, desiderando di scoparmela senza troppi discorsi: e così, ho fatto di tutto per scoprire come si chiamasse questa mora strafiga.

Qualche giorno dopo, lei è ritornata sotto casa mia e, di nascosto, le ho fatto una foto al lato b (che gnocca) nonché al viso: occhi marroni, pelle olivastra, capelli neri, labbra ben marcate al punto giusto e lineamenti mediterranei, il tutto su un corpo perfettamente in forma, senza un filo di grasso.

Mostrai questa immagine a un mio amico, e lui seppe subito dirmi che si trattava di Emy: una tipa fighissima, che pure lui conosceva, ma con la quale non ci si era mai messo nemmeno a provarci, perché era veramente presa solo dal suo mondo, e non dava una gran confidenza agli altri.

Iniziai a fantasticare su Emy, fino a che, tre giorni dopo, il suo cane le sfuggì ed entrò nel mio giardino: corse al punto tale da infilarsi tra le piante e, facendo il giro della casa, riuscì persino ad entrare nella cantina, nascondendosi alla vista della padrona e di tutti quanti.

Colsi subito la palla al balzo, fingendo di raccogliere la posta, e con una scusa mi avvicinai alla ragazza: Emy mi salutò, e mi disse che il suo cane era sfuggito, probabilmente all’interno del giardino di casa mia, nascondendosi chissà dove. Non persi tempo e la assecondai subito.

Le dissi che avremmo potuto cercarlo insieme, e lei con gli occhi rivolti verso il basso, e con un filo di timidezza in viso, mi disse di sì: d’istinto le presi le mani, accarezzandole, e le dissi di non preoccuparsi, perché l’avremmo sicuramente ritrovato, senza troppi problemi.

Non so cosa accadde, ma pure lei rispose a quel gesto di tenerezza, accarezzandomi le mani, e mi ringraziò: ci avviammo in giardino, e lei si mise a guardare ovunque, anche inchinandosi, mentre io fantasticavo e osservavo il suo culo con un desiderio incredibile, senza farmi notare.

A un certo punto, abbassandosi per gattonare tra alcuni cespugli, lei si mise in una posizione tale che i suoi legging misero in evidenza la sua figa, in un cameltoe che era irresistibile: a quel punto, finsi di inciampare e, cadendole addosso, le toccai con una mano quella meravigliosa figa.

Un’indimenticabile scopata con Emy

Mi scusai per l’incidente, lei non si arrabbiò e, anzi, da terra riuscimmo a scorgere il carlino in cantina: da terra, infatti, riuscimmo a guardare all’interno del seminterrato, e lei gioì felicissima, e disse che senza quell’incidente non l’avremmo trovato così presto.

Scendemmo in cantina, lei mise subito il guinzaglio al cane, fissò un’estremità dello stesso a una maniglia, e mi ringraziò: mentre mi guardava, si accorse – attraverso i jeans – che ce l’avevo talmente duro da vedersi senza troppe difficoltà, e sorridendo compiaciuta, mi sfiorò i pantaloni.

La guardai, vidi sul suo volto un’espressione tra l’angelica e la vogliosa, e la strinsi a me: non si fece pregare, e con le sua labbra cercò la mia bocca, baciandomi con desiderio. Aprimmo quindi la porta della mia cantina, portò il cane al suo interno, legando il guinzaglio a una sedia, e mi fissò nuovamente.

Mi spinse sul tavolo, mi stracciò i pantaloni e le mutande di dosso, e mi afferrò il cazzo con le sue manine: ci sputò sopra, lo leccò per distribuire la saliva, e iniziò a farmi un soffocone da urlo, tant’è vero che godevo come mai prima e la imploravo di fare di più, prendendole la coda dei capelli e spingendole la testa sempre più giù.

Non si fece pregare e succhiò con determinazione, vogliosa di riempirsi la bocca di sborra: le venni tra le labbra in modo abbondante, e lei gustò tutto ingoiando. Subito dopo, mi si avvicinò alla faccia, ancora vestita con i suoi legging, e con tanto di cameltoe bagnato ben visibile.

Le misi un dito dentro, senza svestirla, e lei apprezzò: le infilai quindi la mano nei legging, quindi la feci scivolare fino alla sua figa, che era ormai talmente bagnata e desiderosa, che non aveva bisogno di altro, tant’è vero che lei decise di strapparsi i legging, scostare il perizoma, e di voltarsi.

Di fronte a me avevo un culo perfetto, un paio di legging con un buco nel posto giusto, e lei che mi guardava vogliosa, con uno sguardo magnetico: mi si sedette sopra e iniziò a scoparmi il cazzo alla reverse cowgirl, in un modo talmente vigoroso e desideroso che godevo come un riccio.

Andò avanti per almeno cinque minuti con quel ritmo serrato, e godemmo come mai prima: a un certo punto, presi a sgrillettarle il clitoride con una intensità tale che gridò dal godimento e, poco dopo, mi fece di nuovo sborrare, stavolta nella sua figa caldissima e infuocata.

Si sollevò quindi da me, le colò la sborra da quel buco dei legging, e mi guardò soddisfatta: non potei fare a meno di chiederle il numero di telefono, e di restare a casa da me. Lei restò tutto il giorno da me, per raccontarmi di lei, e facemmo una serata indimenticabile…

Marco di Reggio Emilia ci racconta:

“Vi invito a leggere come mi sono trombata quella porca di Emy e come mi ha fatto sognare con una scopata infinita!”

Quando a una donna scappa il cane ne succedono quasi sempre di tutti i colori: perché quindi non approfittarne per lanciarsi tra le cosce di una tipa come questa?

MARCO

Il culo perfetto di quella mora magnifica che è Emy, di Marco di Reggio Emilia.

Prima edizione: gennaio 2015, by Atlantia Media.

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