Quella cagna voleva il cazzo

Non potevo certo dire che Asia fosse una tipa capace di restare al suo posto nell’appuntamento condiviso, e anzi, proprio il suo modo di fare era proprio quello di imporsi a tutti i costi, mettendosi in mostra con gli altri, magari pure nei momenti meno opportuni, e ancora, abusare anche degli spazi condivisi per farsi i cazzi suoi, allegramente, senza porsi il benché minimo quesito su quelle che potessero essere le reazioni degli altri, quasi come se tutto fosse dovuto.

Una volta, soffermandomi a parlare con lei di alcune questioni della casa, mi accorsi proprio che per lei era tutto normale, e non era certo un atteggiamento fatto apposta: per lei tutto era concesso, e quindi, non restava altro che fare due cose, o incazzarsi e mandarla a fanculo con tanta determinazione, e magari trovare un’altra persona con la quale condividere l’appartamento, oppure, trovare il modo – in qualche maniera – di ottenerne qualcosa in cambio del suo modo di fare.

Poi quando una mattina me la trovai di fronte in accappatoio, dopo una doccia veloce, capii quale potesse essere la giusta moneta di scambio per la mia pazienza: e senza dirle nulla, se non un “wow” senza altre parole, lei fece cadere l’accappatoio per terra, restando nuda così come era di sua natura, con quella bella figa pelosa davanti ai miei occhi, e quelle tette perfette, regalandomi una scena che mi avrebbe sicuramente fatto perdere la testa in pochissimi secondi.

Non ci pensai due volte, mi inginocchiai di fronte a lei, infilando subito la mia lingua nella sua figa profumata e vogliosa, iniziando a leccarla e a succhiarla con desiderio, senza freni, perché quello che volevo era proprio farla godere, ed assaporarmi pure io una bella avventura amatoriale in compagnia di questa strafighetta così piena di passione e di fantasie, che in realtà faceva la stronzetta, ma era animata da tutt’altro tipo di sensazioni e di desideri rispetto a quelli che mostrava agli altri.

Ma che ricompensava bene la mia pazienza

Mentre leccavo, la mia voglia di andare oltre questi semplici preliminari si faceva sempre più forte e, così, vedendola eccitarsi e tenersi la testa tra le mani, piegandola all’indietro, mi suggerì che era venuto il momento giusto: mi sbottonai i pantaloni, con la mano destra, mentre lei si faceva sempre leccare in quella posizione, e poi, abbassando pure le mutande, mi preparai per il momento magico in cui, finalmente, mi sarei dato da fare con la sua fighetta, trombandomela a dovere.

Asia era abbastanza presa dai preliminari, e quando si accorse che avevo già tirato fuori il cazzo e ce l’avevo anche bello duro e dritto, disse “ah, ma non pensavo di arrivare a tanto: però, in fondo, il tuo cazzo non sembra male, dai, allora trombami da dietro, voglio che mi scopi come una puttana in calore, che mi trombi a pecorina finché non mi apri in due la figa, voglio che mi fai vedere che cosa vuol dire essere trombata da te!” e io le dissi “sei la mia troia, ti voglio tutta adesso!”

Preparata al punto giusto per raggiungere un orgasmo esplosivo con la mia lingua, questa piccola puttanella era già a pecorina davanti a me, mentre io la schiaffeggiavo sul culo, facendoglielo diventare tutto rosso, e mi preparavo per trapanarla a dovere, perché quello che volevo davvero provare, non era la classica scopata senza alcun tipo di eccitamento, ma qualcosa di più piacevole e coinvolgente, in grado di farmi comprendere fino in fondo la sua natura di vera troiona.

Quindi appoggiai il mio cazzo su di lei, e poi, lo feci entrare con un colpo deciso, come una frustata dentro di lei: Asia si eccitò, e le mancò il fiato per il godimento, e poi si rilasciò andare, ansimando, e dicendomi di spingerlo dentro di nuovo, e poi di tirarlo fuori, e di fiondarglielo dentro di colpo senza preavviso, perché le piaceva che le mancasse il fiato mentre si faceva deflorare la figa in quella maniera, anche perché poi aveva pure voglia di qualcos’altro, oltre a una pecorina in figa.

Le dissi “non mi dire che lo vuoi pure in culo, Asia, altrimenti oggi mi fai venire un infarto” e lei disse “certo che voglio che mi sfasci il culo, per chi mi hai preso, per una che gode solo a metà? Avanti, dai, spingimelo dentro e godi, che ne hai bisogno: ti ho fatto incazzare non poco con le mie stronzate, finora, adesso tocca a te sfogarti a dovere sulla mia figa e sul mio culo, venire e svuotare i tuoi coglioni pieni delle mie cagate, di tutte le minchiate che ti ho combinato qui in casa.”

Il suo modo di fare, di godere come una cagna, e quel suo modo di incitarmi a trombarla mi eccitavano ancor di più, se possibile, e mi facevano venire una voglia malsana di trombarla fino a sfondarle il culo, proprio per il gusto di sottometterla alle mie voglie, sfondandole per bene quel culo, sodomizzandola come fosse una schiava, la schiava del mio cazzo, pronta a soddisfare ogni mio desiderio come se fosse per lei una legge divina farsi trombare dal mio cazzo focoso.

Mentre stavo finendo di trombarla in figa, perché Asia era nel frattempo venuta, con le dita le allargavo sempre più il buco del culo, per provocarla e farle venire certi desideri indicibili, perché volevo sentirla ansimare e gemere, poi, dirmi di schiaffarglielo in quel culetto da sogno. Lei era già bella carica, non vedeva l’ora di assaporarlo dentro, e quando finalmente lo feci entrare, la sentii trattenere a fatica le smorfie e i versetti a cavallo tra eccitazione e dolore.

Era incapace di resistere alla tentazione di farsi sfondare il culo, questa gnocca, e io nello stesso tempo non potevo trattenermi oltre mentre spingevo il cazzo dentro di lei, e la trombavo come se fosse la mia troia, godendo come un porco, e desiderando in cuor mio di riuscire a resistere ancora un po’, prima di svuotarmi davvero i coglioni, perché la cosa si era fatta piacevolissima, quasi irresistibile per come lei si comportava, e pensare di sborrare subito mi faceva incazzare.

Così, mi trattenni quanto bastava per riuscire a scoparla un po’ e godere di quel momento di estasi, e poi, tirai fuori il cazzo di colpo e glielo misi direttamente in bocca, scaricando tutta la mia sborra su di lei, tra labbra e lingua, ed eccitandomi nel vederla ingoiare con decisione il mio seme…

Asia, Asia: il cazzo è davvero una cura per tutte le sofferenze, e Sandro te l’ha mostrato per bene quanto si possa godere e diventare protagoniste di storie di sesso incredibili.

Calda come una cagna vogliosa, di Sandro di Bologna

Prima edizione: Maggio 2016, by Atlantia Media.

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